Il gallerista Perrotin dismette le gallerie che fanno secondo mercato a Parigi e Dubai
Il mega dealer parigino ha venduto le sue quote nelle due gallerie dedicate al mercato secondario e si concentra sui progetti di espansione a Los Angeles e la Biennale di Venezia
Dell’apertura a Los Angeles avevamo raccontato poco tempo fa, così come della definizione di una partnership tra la grande galleria d’arte blue chip Perrotin e il fondo di investimenti Colony, che ne è diventato socio di maggioranza. La nuova mossa del mega-gallerista Emmanuel Perrotin ora è di dismettere la sua partecipazione alle gallerie dedicate al secondo mercato a Parigi e Dubai e lanciate tra 2020 e 2022 in società con i mercanti Tom-David Bastok e Dylan Lessel.
Perrotin chiude con la società di gallerie di secondo mercato
Secondo le dichiarazioni rilasciate a metà febbraio 2024, Emmanuel Perrotin, fondatore delle omonime gallerie globali con sedi a Parigi, New York, Seoul, Hong Kong, Tokyo, Shanghai e Los Angeles, ha venduto le sue quote nelle gallerie di mercato secondario ai due soci Bastok e Lessel, che andranno avanti da soli nella gestione dello spazio di Avenue Matignon, la strada delle grandi case d’aste internazionali a Parigi, così come di quello a Dubai, con il nuovo nome di Bastok Lessel.
L’uscita di Perrotin dalla società non significa però che il gallerista intenda fare un passo indietro rispetto alle vendite di secondo mercato, tutt’altro. “La galleria continuerà la sua attività nel mercato secondario”, hanno dichiarato infatti a riguardo dalla galleria Perrotin. “Questo annuncio non cambia i nostri piani per lo sviluppo e l’espansione della galleria. Vogliamo concentrarci sui nostri progetti futuri, come l’inaugurazione di Perrotin Los Angeles a fine mese e poi la presenza dei nostri artisti alla Biennale di Venezia”.
L’apertura di Perrotin al secondo mercato tra Parigi e Dubai
Annunciata nel 2020, la galleria di Parigi Perrotin Second Marché, in società con Tom-David Bastok e Dylan Lessel e dedicata al secondo mercato, si era avviata nel 2021, trovando casa in un edificio a cinque piani dell’8° arrondissement in Avenue Matignon, giusto dove hanno sede Christie’s e Sotheby’s, proponendosi apertamente come “una alternativa alle case d’asta”. E basando il proprio modello di business non solo su vendita e acquisto di opere d’arte, ma anche su servizi di advisory, consulenza e valutazione per i collezionisti. Sulla stessa linea, ma con incidenza anche nella promozione del primo mercato, nel novembre 2022 si era aggiunta poi anche Perrotin Dubai, prima sede della mega-galleria in Medio Oriente, che, dal Dubai International Financial Centre – dove i vicini erano sempre gli avamposti di Christie’s e Sotheby’s – puntava ad approfittare anche di un’area fiscalmente favorevole. Il distretto costituisce infatti una zona economica autonoma in città, in cui si può operare senza tassazione su introiti e profitti, né tantomeno su importazioni ed esportazioni.
Arte e finanza nelle strategie espansive di Perrotin
L’uscita di Perrotin dalle gallerie di Parigi e Dubai, con la vendita delle sue quote societarie, segue di non molto l’annuncio, lo scorso giugno 2023, di una partecipazione del 60% del fondo Colony Investment Management nella galleria Perrotin. Una notizia che ha segnato un momento di discontinuità rispetto alle più comuni condotte operative del mercato dell’arte, che preferisce più frequentemente planare sulle commistioni tra operatori artistici ed economico-finanziari. Se il nuovo partner abbia influito su questa recente decisione di Perrotin di prendere le distanze dalla società con Bastok e Lessel non è noto.
Cristina Masturzo
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