Le relazioni pericolose. Quanto la Biennale di Venezia sta influenzando il mercato dell’arte?
Nel corso delle sessioni d'asta newyorchesi dello scorso maggio sono comparse in catalogo diverse opere di artisti del Sud globale, segno dell'effetto-Biennale, dell'impatto e dell'influenza della grande mostra internazionale sugli acquisti nel mercato dell'arte. Ma come sono andate le vendite?
La 60. Esposizione Internazionale d’Arte Stranieri Ovunque – Foreigners Everywhere, a cura del brasiliano Adriano Pedrosa, è stata aperta a Venezia lo scorso 20 aprile e durerà fino al 24 novembre 2024. L’eco della più importante manifestazione d’arte a livello mondiale, che riunisce da più di un secolo sotto il cielo della Laguna le traiettorie artistiche di tutti i Paesi del mondo, estende la sua influenza non solo ai Giardini e all’Arsenale, ma arriva a far sentire l’“effetto-Biennale” anche in altri contesti. Uno tra tutti? Il mercato dell’arte.
L’impatto della Biennale di Venezia sul mercato dell’arte
Il mercato, del resto, non si alimenta nell’isolamento dai contesti, anzi, viene profondamente influenzato da quanto accade nella società, nel network di relazioni e incroci tra valori culturali, simbolici ed economici che è l’ossatura del sistema dell’arte stesso. Una relazione questa, tra contesti espositivi e mercantili, che stimola la nascita di trend che, in alcuni casi, non trovano terreno abbastanza fertile da affermarsi, in altri invece si consolidano in fenomeni più duraturi, specialmente se corroborati da solide offerte e cospicui investimenti dei collezionisti. E la Biennale di Venezia rappresenta da sempre un piatto ricco a cui il mercato attinge con grande attenzione. Basti guardare, a riprova ed esempio, all’edizione del 2022, che ha puntato i riflettori sul movimento surrealista e sulle sue artiste già dal titolo, Il Latte dei Sogni, ispirato al libro di favole disegnato da Leonora Carrington. Da allora diverse e numerose sono state le mostre dedicate a questa corrente artistica in tutto il mondo, con l’ultima, in ordine di tempo, Surréalisme au Féminin?, conclusasi nel settembre 2023 al Musée de Montmartre di Parigi.
L’effetto-Biennale sulle artiste surrealiste, per esempio
Sul mercato, d’altro canto e in parallelo, si è assistito a un significativo irrobustimento dei risultati raggiunti in asta da artiste come Toyen, Dora Maar, Lee Miller, Leonor Fini, Dorothea Tanning e, naturalmente, Leonora Carrington, con il recentissimo record raggiunto il 15 maggio 2024 da Sotheby’s New York con l’opera Les Distractions de Dagobert (1945), venduta per 28,5 milioni di dollari, ben al di là del miglior risultato precedente di 3,3 milioni.
Venendo all’edizione in corso della Biennale Arte, Stranieri Ovunque, l’attenzione è puntata su meridiani meno conosciuti rispetto alle traiettorie finora principali dell’arte, con l’intento di mostrare al grande pubblico una energia creativa frutto della tradizione dei Paesi di quello che abbiamo imparato a chiamare Sud globale, dell’America Latina, dell’Africa e dell’Oceania, mondi a lungo lontani dai canoni dell’arte occidentale.
La relazione tra la Biennale Arte 2024 e il mercato dell’arte
Ma come sta reagendo il mercato dell’arte a questo inedito scenario? Certo è presto per parlare di trend e, a maggior ragione, di fenomeni consolidati. Ma l’influenza della Biennale, con l’apertura a nuovi interessi di ricerca, si è comunque fatta sentire già nelle sessioni d’asta di New York a metà maggio 2024.
Nel catalogo della Contemporary Art Day Auction di Sotheby’s New York del 14 maggio ottimi risultati li ha ottenuti Olga de Amaral (1932), in mostra al Padiglione Centrale dei Giardini della Biennale e figura cruciale dell’arte colombiana e dell’affermarsi della Fiber Art come importante pratica artistica. All’asta diurna di Sotheby’s – sessione che, rispetto alle più celebri e osservate Evening Sales, costituisce spesso una palestra e un test per nuovi artisti e opere – il suo lavoro Pueblo X (2013) da una stima di $250-350.000 ha raggiunto quasi $700.000. Il giorno dopo da Phillips un suo Untitled anni ’70 è stato venduto per $139.700, oltre la stima bassa di $100.000.
Dell’artista italo-brasiliana Anna Maria Maiolino (1942), vincitrice del Leone d’Oro alla carriera alla Biennale di Venezia in corso, il dittico Sem título (from Ações Matéricas) del 2005 è passato di mano per $76.000, sopra la stima alta, sempre alla Day Auction di Sotheby’s. Altro nome che inizia a ricorrere è Jeffrey Gibson (1972), protagonista del Padiglione Stati Uniti. Una sua opera è apparsa in catalogo nell’asta The Now Evening Auction di Sotheby’s lo scorso 13 maggio, ma in questo caso le offerte non sono arrivate; meglio è andato da Phillips il 15 maggio, sempre a New York, MAKE ME FEEL IT (2015), che ha trovato un nuovo proprietario per $101.600, ben oltre la stima bassa di $40.000.
Il mercato dell’arte del Sud globale
Se guardiamo poi anche oltre i Padiglioni e i nomi della 60. Esposizione Internazionale d’Arte, è interessante notare come sul mercato appaiano oggi, più ampiamente, molti artisti di origine indigene, del Sud del globo, provenienti proprio dalle aree geografiche messe in luce dal curatore brasiliano Pedrosa. Questi artisti stanno ottenendo discreti risultati, i cui andamenti andranno studiati nel tempo per capirne l’effettiva solidità.
Ad oggi, giusto per dare qualche riferimento, la giovane artista brasiliana Marina Perez Simão, rappresentata da Pace Gallery, inizia a comparire alle aste più importanti, senza tralasciare poi artisti più consolidati come Chico da Silva, nativo indigeno brasiliano di enorme talento da poco riscoperto, oppure Abraham Palatnik e Jesús Rafael Soto (1923-2005), quest’ultimo presente con tre opere nella Day Sale di Sotheby’s New York, tutte vendute in un range di aggiudicazione tra i 150.000 e i 380.000 dollari.
Da quello che si è visto finora in asta a New York dunque, gli ingredienti per un trend legato alla Biennale Arte 2024 iniziano a prendere forma, bisognerà però capire come verranno assemblati ai prossimi appuntamenti con gli incanti, e come risponderà il mercato, per valutarne crescita e tenuta.
Antonio Mirabelli
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