Cardi Gallery apre a Hong Kong. Nel 2025 arriva la terza sede dopo Milano e Londra
Nicolò Cardi e Barbara Berlusconi si dicono pronti a conquistare il mercato dell’arte asiatico, dove hanno già consolidato un ampio bacino d’utenza grazie alla presenza assidua alle fiere internazionali. A Hong Kong porteranno l’identità storica della galleria milanese
“In un momento in cui molti si tirano indietro, noi scommettiamo su Hong Kong, che resta un centro nevralgico per il mercato dell’arte asiatico. Andiamo controtendenza”. Così Nicolò Cardi riassume la prossima sfida della galleria che porta il nome della sua famiglia, pronta ad aprire un nuovo spazio espositivo nella metropoli asiatica – che vede già la presenza della milanese Massimo De Carlo, trasferitasi nel 2022 nel Tai Kwun Centre – nel 2025.
La storia di Cardi Gallery. Da Milano a Londra, a Hong Kong
La storia di Cardi Gallery inizia a Milano nel 1972, grazie all’attività di gallerista e collezionista di Renato Cardi. Oggi suo figlio Nicolò ne ha preso saldamente il testimone, in società con Barbara Berlusconi: fedele alla linea tracciata dal collezionismo di Cardi senior – tra Arte Povera e Spazialismo sul versante italiano, Minimalismo americano e Gruppo Zero tedesco – la galleria ha consolidato la sua presenza a Milano aprendosi al contempo all’estero. Così nel 2016 è arrivata una seconda sede a Londra, nel quartiere di Mayfair, a Grafton Street, in una casa-torre del Seicento. Un’espansione concretizzata in scia alla presenza costante e capillare di Cardi Gallery alle più importanti fiere d’arte internazionali, “per essere presenti in una delle capitali dell’arte in modo permanente”, dichiarava Nicolò Cardi all’epoca.
La nuova sede di Cardi Gallery a Hong Kong nel 2025
Con la medesima intenzione ora Cardi Gallery si appresta a inaugurare lo spazio di Hong Kong, “in una città in cui possiamo contare su un bacino d’utenza molto importante, consolidato in anni di partecipazione ad Art Basel Hong Kong”.
L’obiettivo è quello di inaugurare entro l’inizio del prossimo anno, lasciando al momento trapelare pochi dettagli. Di certo “porteremo l’identità della galleria, non seguiremo mode, né l’attività speculativa di altri. Proporremo dunque Arte povera, Gruppo Zero, Minimalismo americano”, sottolinea Cardi.
Il 2023 in crescita di Cardi Gallery
Gli fa eco Barbara Berlusconi, nel ribadire l’intenzione “di promuovere l’arte italiana all’estero. Già oggi le mostre da noi curate sono apprezzate dai collezionisti di tutto il mondo. Il nostro prossimo obiettivo è quello di puntare con convinzione sul mercato culturale asiatico“. Da una piazza, come quella di Hong Kong, che nonostante le incertezze sociopolitiche e le difficoltà economiche continua ad attirare grandi protagonisti del mercato dell’arte; si pensi, in tal senso, alle nuove sedi in città di case d’asta come Christie’s (che inaugurerà a settembre 2024) e Phillips, o all’arrivo di Hauser & Wirth a gennaio scorso.
La base di partenza per l’ulteriore espansione all’estero di Cardi Gallery sono “gli ottimi risultati economici raggiunti in questi anni, in particolare nel 2023“. Anno in cui i ricavi della galleria si sono attestati intorno ai 14 milioni di euro, con un utile lordo del 30% e con un ebitda di gruppo, per il bilancio consolidato, di circa un milione di euro.
Livia Montagnoli
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