Le nuove leadership del mercato dell’arte finiscono tutte in mano alle donne
Art Basel Miami Beach supporta le gallerie medie con stand più piccoli e meno co-stosi: è la prima novità della nuova direzione di Bridget Finn. Che non è però l’unica donna a guidare grandi fiere d’arte, visto il prossimo debutto anche di Kyla McMillan ad Armory Show
Con stand a prezzi più contenuti Art Basel Miami Beach si prepara all’edizione 2024, all’insegna di una nuova politica che prova a supportare le piccole e medie gallerie, gli attori certo più in affanno in uno scenario contrattivo come l’attuale. È questa la prima novità della nuova direzione della fiera americana, la prima guidata da Bridget Finn dalla nomina dello scorso luglio, che dal 6 all’8 dicembre 2024 accoglierà al Miami Beach Convention Center 283 gallerie, con attenzione particolare alla presenza della scena galleristica latina.
Prezzi e politiche a favore delle gallerie medie ad Art Basel Miami Beach
Le gallerie medie ed emergenti potranno scegliere ora di esporre in stand più piccoli, spendendo $895/mq per superfici tra i 30 e i 40 mq nella sezione principale Galleries, mentre naturalmente sono già presenti delle politiche di prezzo più accessibili per le sezioni riservate alle gallerie emergenti e curate, come Nova, Positions e Survey. Un’opzione, questa aggiunta ora per il settore Galleries, che peraltro amplia la gamma di dimensioni degli stand di Art Basel Miami Beach e la rimette in linea con le altre fiere del gruppo, che già offrono soluzioni più contenute all’occorrenza.
Le novità di Art Basel Miami Beach 2024
Saranno inoltre 32 le gallerie al debutto, che parteciperanno quindi per la prima volta alla fiera americana, il numero più alto da parecchi anni a oggi. Focus poi quest’anno, anche sulla presenza delle gallerie della scena latina, con tanti espositori in arrivo da Messico, Brasile, Colombia, Argentina, a restituire l’identità complessa e variegata di Miami. Vanno così profilandosi, con caratteristiche inedite e nuove traiettorie, le leadership tutte femminili per alcuni dei più importanti eventi del sistema dell’arte, a partire dalla nuova direzione di Art Basel Miami Beach appunto, con Bridget Finn, e proseguendo con quella dell’Armory Show e la recente nomina di Kyla McMillan alla fiera ora di proprietà del gruppo di Frieze.
Le leader donne di Art Basel
Il gigante svizzero delle fiere non è nuovo alle leadership femminili, con le presenze al vertice di Art Basel Basel di Maike Cruse e di Angelle Siyang-Le, che dirige invece Art Basel Hong Kong. Con l’aggiunta, nell’avamposto strategico tra Florida e America del Sud, di Bridget Finn – che nelle sue esperienze precedenti ha una ottima conoscenza della galassia gallerie, avendone avviato una, la Reyes | Finn di Detroit, dopo aver lavorato per Mitchell-Innes & Nash e Anton Kern – l’unica quota azzurra di MCH Group resta attualmente Parigi, affidata a Clément Delépine. Tutte e tutti riportano a Vincenzo De Bellis, direttore fiere e piattaforme espositive, che a sua volta risponde a Noah Horowitz, amministratore delegato di Art Basel.
L’ex direttrice di David Zwirner alla guida di Armory Show
Nuova leadership e al femminile anche per Armory Show, che prende avvio tra pochissimo, in realtà, al Javits Center, dal 6 all’8 settembre 2024. La fiera è anche alle prese con la sfida di un necessario riposizionamento nel panorama fieristico globale, dopo l’acquisizione di Frieze e in vista del 30° anniversario con l’edizione di settembre. A guidarla, e a essere il riferimento per i suoi oltre 230 espositori, è stata da pochi giorni nominata Kyla McMillan, che ha già diretto, in passato, le gallerie di David Zwirner e Gavin Brown’s Enterprise. A lei, dunque, un compito non facile, e con poco tempo a disposizione, di restituire smalto a una fiera che è stata molto importante e che è invece apparsa a molti, nelle ultime edizioni, piuttosto appannata.
L’eredità e il futuro di Armory Show con la nuova direzione di Kyla McMillan
“L’Armory Show è stato a lungo una fiera fondamentale per New York e per il mercato dell’arte statunitense”, ha dichiarato la neo direttrice McMillan, che aggiunge: “Non vedo l’ora di costruire sulla base dei risultati già ottenuti, sostenendo allo stesso tempo nuove voci e creando opportunità per diverse prospettive nell’arte contemporanea”. E la diversità sarà certo la chiave e il segnale di un nuovo e necessario equilibrio di genere che, in un insensato ritardo e pure a fronte di un’altissima presenza femminile nelle fila dell’industria artistica, è ancora di là dall’essersi realizzato nelle posizioni apicali del mercato.
Cristina Masturzo
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