Il mercato dell’arte ora può scommettere sugli artisti italiani?
Nel corso del primo semestre 2024, alcuni artisti italiani – e non i soliti noti – hanno raggiunto risultati interessanti sul mercato secondario. La diversificazione può essere una strategia vincente in tempi di contrazione?
Il mercato dell’arte si prepara alla ripartenza, dopo la pausa estiva e dopo i consuntivi delle principali case d’asta sul primo semestre 2024 concluso da poco. In base a quelli, e anche all’ultimo report Deloitte Private, Il mercato dell’arte e dei beni da collezione, presentato a Roma lo scorso 16 luglio, si riscontra una riduzione del volume d’affari per il comparto di circa il 28% rispetto all’anno precedente, che già, ricordiamo, aveva mostrato evidenti segnali di rallentamento. Dunque, freno a mano che si alza ancora, determinando una contrazione negli scambi, ma non una marcia indietro. E intanto sul mercato italiano e internazionale si sono già affacciati, di recente, nuovi nomi che potrebbero riservare sorprese.
I rallentamenti del mercato nel primo semestre 2024
Questo andamento meno veloce del mercato potrebbe essere causato da un fisiologico riassestamento su quote più normali a seguito della “grande abbuffata” del biennio post-covid 2021-2022, a cui si aggiunge un contesto geopolitico a dir poco instabile, coinvolto in conflitti ed elezioni politiche, senza dimenticare le crisi economiche, che spaziano dall’immobiliare all’inflazione, a cui si unisce l’esponenziale crescita dei tassi di interesse sul denaro. Un quadro non rassicurante indubbiamente, ma nemmeno disastroso. Del resto, per citare Dostoevskij: “La bellezza salverà il mondo”. Una bellezza che qualcuno dovrà pur comprare e la domanda c’è, nonostante tutto. Per dar linfa a un mercato più ampio e rivolto a fasce di acquirenti anche non milionari, sarebbe però bene guardare ai lavori di artisti che stanno incominciando ad apparire sul mercato secondario con stime di partenza abbastanza appetibili e aperte a un pubblico di offerenti decisamente più esteso.
Nuovi nomi per nuovi investitori nel mercato dell’arte?
Puntare su questo segmento, oltre a proporre nuovi nomi e rinnovare i cataloghi, aggiungerebbe alle cifre astronomiche dei grandi nomi dell’arte contemporanea anche le stime più contenute relative ai lotti non milionari sui quali potrebbe comunque instaurarsi un gioco di rilanci, a vantaggio del dinamismo delle vendite. E del volume di clienti e pubblico che si potrebbe raggiungere. Ma chi sono, in rapida ricognizione, gli artisti italiani che nell’ultimo periodo hanno dimostrato nuovo potenziale? Partendo dal segmento contemporaneo, inizieremmo con Roberto Miniati, artista romano le cui opere dallo stile informale sono state vendute nelle sessioni primaverili di arte contemporanea di Dorotheum (Day Sale del 24 maggio 2024) con buoni risultati e range di aggiudicazione tra gli 11 e i 26mila euro, sempre sopra le stime alte. Copione che si è ripetuto anche da Christie’s, alla cui 20th/21st Century Milan Online Sale il suo lotto Sunt lacrimae rerum (2021) ha toccato quota € 17.646.
Ceroli, Scialoja, Gilardi: da lotti trascurati a top lot
Sempre da Dorotheum sono stati raggiunti poi record importanti per altri due artisti italiani: Mario Ceroli e Toti Scialoja. Nel corso della Evening Sale del 23 maggio, Interno Tempio (I Bronzi di Riace) di Mario Ceroli, datato 1981, è passato di mano per oltre € 100.000, stracciando la stima bassa fissata a €40.000. Stessa soglia, poco sotto, anche per Toti Scialoja, e il suo monumentale Il Presente (1957), passato di mano per 97.500 euro. Un riconoscimento di peso da parte del mercato per due pilasti dell’arte italiana del secondo Novecento, i cui lavori sono stati inseriti, tra l’altro, anche nella prestigiosa Collezione Farnesina ospitata presso la sede del Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale a Roma. Risultati di tutto rispetto sono stati raggiunti poi da Piero Gilardi, scomparso lo scorso 5 marzo 2023, e dalla sua ricerca artistica improntata sul rapporto tra arte e natura, che ne è diventato il “marchio di fabbrica”. Da Studio d’Arte Martini, lo scorso 11 giugno, Campanelle sulla Spiaggia (2003) e Conchiglia (1987) sono state vendute rispettivamente per €17.000 e €38.000.
Da Salvo a Valerio Adami, i nuovi campioni dell’arte italiana in asta
Continua poi il trend positivo per Salvo, specialmente in vista della mostra Arrivare in Tempo che prenderà il via alla Pinacoteca Agnelli di Torino il prossimo 1 novembre 2024. Le vendite de Il Ponte Casa d’Aste dello scorso 28 maggio confermano il buon trend per l’artista con vendite robuste e diversi lavori che hanno trovato una nuova casa, tra cui Tre Colonne (1989) assestatosi a €80.000. Un soggetto simile è stato venduto anche da Christie’s alla 20th/21st Century Milan Online Sale per €126.000. Riflettori puntati e valori in crescita, negli ultimi mesi e si potrebbe azzardare anche nel prossimo futuro, per Valerio Adami, protagonista della retrospettiva in corso al Palazzo Reale di Milano, Pittore di Idee, fino al prossimo 22 settembre. Da Dorotheum, le sue opere hanno raggiunto range di vendita tra i 50 e gli oltre 90mila euro alle aste dello scorso maggio, come per Radio City Music Hall, c. 1990, passato di mano per oltre 93.000 euro. Infine, spostando le lancette del tempo più indietro, rinnovato interesse viene mostrato dal mercato per l’arte futurista. Tra la scorsa primavera e l’avvio dell’estate, sia Pandolfini che Il Ponte Casa d’Aste hanno dedicato, per esempio, una particolare attenzione alle ricerche di Fillia, Prampolini, Dottori, oltre che dei più noti Balla e Depero. I risultati sono stati incoraggianti e per tutti i gusti, dagli 8 ai 200mila euro. E allora, in attesa dei nuovi cataloghi delle case d’aste, perché non approfittare di questo periodo di ripresa anche per valutare prossimi acquisti e nuovi investimenti?
Antonio Mirabelli
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