Art Basel Miami Beach e le altre. Ecco come sono andate le fiere in Florida
Un entusiasmo moderato resta alla fine della settimana dell'arte di Miami, con le gallerie internazionali e italiane che si misurano, in chiusura d'anno, con un mercato dell'arte prudente ma attento a rispondere a proposte artistiche di qualità e dal prezzo corretto
Si è conclusa con oltre 75.000 visitatori domenica 8 dicembre 2024 la prima edizione di Art Basel Miami Beach dopo l’elezione di Donald Trump alla presidenza degli Stati Uniti e con la nuova direzione di Bridget Finn e il suo sguardo particolarmente attento alle gallerie emergenti e alle sezioni curate, che puntava anche su educazione, accessibilità e scoperta, oltre che sul focus commerciale dell’evento.
Restiamo un momento sui numeri dell’edizione 2024, che vedeva 286 espositori, di cui 34 gallerie al debutto, da 38 provenienze diverse, con 2/3 del totale in arrivo però dalle Americhe, visitati dai rappresentanti di almeno 230 tra musei, fondazioni e istituzioni dell’arte del mondo.
Alla fine della fiera, scorrendo un po’ di report degli osservatori internazionali e raccogliendo anche i commenti delle gallerie italiane di ritorno dall’esperienza americana, sembra che il mercato dell’arte continui a ricalibrare il tiro, con una proposta, in generale, meno concentrata sulle opere più costose e più variegata e accessibile per range di prezzi, così da accogliere anche nuove generazioni di collezionisti. Si percorrono strade già battute e ritenute più sicure, in termini di risultati commerciali, per provare a chiudere questo 2024 in positivo. Con il secondo mercato che, facendo tesoro anche delle sessioni d’asta di New York concluse da poco, corregge e aggiusta le richieste, più velocemente del mercato primario, offrendo ai collezionisti più esperti e meno soggetti alle mode passeggere l’opportunità di approfittare di condizioni particolarmente favorevoli per acquisizioni importanti.
Le vendite ad Art Basel Miami Beach
Sin dal primo giorno, come sempre, Art Basel Miami Beach ha reso disponibili le vendite comunicate dalle sue gallerie riunite al Miami Beach Convention Center. Il lavoro più costoso dovrebbe essere stato il dipinto Couple with Cup di Pablo Picasso del 1969, con un prezzo richiesto da Acquavella di $30 milioni, che però non risulta abbia trovato un compratore. Insieme a Abstraktes Bild (1990) di Gerhard Richter, prezzato intorno ai $27 milioni da Helly Nahmad Gallery.
Tra le vendite più munifiche invece David Hammons da Hauser & Wirth per $4,75 milioni, un’opera di Yayoi Kusama venduta da David Zwirner a $3,5 milioni, un Keith Haring da $2 milioni da Gladstone, Sam Gilliam a quota $1 milione da Pace. Da Thaddaeus Ropac venduta poi una scultura di Georg Baselitz per oltre $2,6 milioni e da Larry Gagosian il lavoro Meat di Maurizio Cattelan con un prezzo richiesto di $850.000.
I lavori più costosi, lo dicevamo, non sono riusciti ad attirare il cliente giusto, come per Picasso o per Ethel Scull (1963) di Andy Warhol da 10 milioni di dollari da Gagosian, o un dipinto di Joan Mitchell proposto intorno alla stessa cifra da Pace. Più veloci sono invece andate le trattative per opere in range di prezzo più contenuto. E tante le opere in stand già vendute ancor prima di iniziare.
Commenti e risultati delle gallerie italiane ad Art Basel Miami Beach
Sul versante delle gallerie italiane in fiera, da Alfonso Artiaco, che esponeva opere di Maria Thereza Alves, Diego Cibelli, Callum Innes, Ann Veronica Janssens, Sol LeWitt, Vera Lutter, Jannis Kounellis, Giulio Paolini, Cy Twombly, Juan Uslè, arriva la conferma di una fiera dai risultati moderati, con un’incognita sul sentiment diffuso nel post-Trump, e una risposta dai collezionisti “media, con un grande pubblico il primo giorno e poi lunghi momenti di stanca”. In porto sono andate le vendite per lavori, tra gli altri, di Vera Lutter e Diego Cibelli, e trattative aperte per i dipinti di Juan Uslè, Callum Innes e per le gouaches di Sol LeWitt. Ma una fiera e la sua riuscita non si valutano nemmeno solo nei giorni di apertura, tante sono le vendite che trovano poi atterraggio anche a seguire, come ci segnala Artiaco, che chiude Art Basel Miami Beach con ottimismo, rilevando però nei collezionisti incontrati “una tendenza anche a ponderare molto l’acquisto”.
E se tanto della performance commerciale di ogni fiera si allunga anche nei giorni e nelle settimane che la seguono, enorme resta il lavoro che va avviato prima di cominciare. “La fiera per noi è andata bene”, ha commentato con Artribune Alberta Pane, la galleria con sedi a Parigi e Venezia che esponeva nella sezione Survey, “ma avevamo fatto un grandissimo lavoro prima, con le istituzioni”. Il pubblico è sembrato attento e pronto a comprendere il valore di una proposta importante, con le opere in stand di Claude Cahun, “rarissime sul mercato, quindi era un’occasione poterne vedere così tante riunite”. E la risposta è stata coerente, con vendite realizzate in un range tra i 3.500 ai 70.000 euro, anche a soggetti istituzionali.
Grande interesse da Mazzoleni per le opere di Marinella Senatore, con vendite in un range di 15.000-50.000 dollari, insieme a quelle di Mel Bochner e John Baldessari e alla riconferma dell’interesse consolidato e globale per Salvo, in uno stand a tema, dedicato al linguaggio dell’arte come riflesso dell’espressione umana e terreno di incontro e connessione con il pubblico.
Il punto di vista delle gallerie italiane in fiera a Untitled
In questa settimana poi non c’era solo l’ammiraglia a tener banco in Florida, ma tutto un palinsesto di fiere satellite ed emergenti, tra cui Untitled, scelta da molti espositori italiani. Al debutto a Miami e unica nella sezione Nest dedicata alle gallerie emergenti la milanese L.U.P.O. Lorenzelli Projects, che torna a casa soddisfatta del riconoscimento raccolto, sia in termini di interesse più generale che di risultati commerciali, con un feedback generale positivo su una fiera “bella, vivace e colorata”, preferita da tanti collezionisti perché più godibile rispetto ad Art Basel. Tante le vendite per i due artisti proposti, il torinese Giuseppe Mulas e il coreano Seoul Seong Jin Jeong, in range tra i 5.000 e i 15.000 euro. “Il grande interesse dimostrato dal pubblico americano nei confronti dei nostri due artisti è stato estremamente gratificante”, considerava Massimiliano Lorenzelli, fondatore di L.U.P.O., “oltre alle vendite, che sono state incoraggianti, ciò che ci entusiasma è l’opportunità di aver condiviso il nostro lavoro con un nuovo pubblico e di aver consolidato relazioni significative all’interno del mercato statunitense”.
Soddisfatta anche la galleria The Flat-Massimo Carasi, “per il successo riscontrato con le opere di Paolo Cavinato che, dopo aver vinto il premio A Collection di Bonotto ad Art Verona, credo possa avvicinarsi al sold out. Le tre opere più impegnative (con valori tra i 7.500 e i 15.000 euro) già vendute nei primi giorni di fiera e andranno in Messico, Texas e Florida”. Interesse sostenuto poi anche per gli altri artisti in stand, come l’iraniano Hiva Alizadeh, con una prima vendita realizzata “nella preview online della fiera sulla piattaforma di Artsy”, o le sculture di ceramica stampata a 3D e vetro soffiato del duo Lemaire-Touron e i “funghi” galvanizzati in rame di Stefano Caimi, tra i 1.000 e i 2.000 dollari ciascuno acquistati da giovani collezionisti americani.
Al quarto anno consecutivo di partecipazione a Untitled, i giorni di fiera sono filati lisci anche per la Galleria Studio G7, con vendite per tutti gli artisti portati a Miami – Jacopo Mazzonelli ($4.000-7.000), Daniela Comani ($4.000-12.000), Franco Guerzoni ($20.000-30.000), Giulia Dall’Olio ($1.700-6.500) – in un contesto favorevole per energia e pubblico ben disposto agli acquisti, anche di artisti italiani.
Esperienza estremamente positiva, quella di Untitled Art, anche per ABC-Arte, che ha trovato “eccellente” la selezione della fiera, “capace di attirare un pubblico giovane e vivace. Il nostro punto di forza è stato senza dubbio l’artista Zé Tepedino, che si è distinto brillantemente nonostante la presenza di altri artisti brasiliani. Il suo lavoro ha riscosso grande successo, portandoci a concludere diverse vendite, così come è avvenuto con altri artisti del nostro stand (Giorgio Griffa e Alan Bee), in un range di prezzi di $4.000-10.000“.
Cristina Masturzo
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