Il trionfo dell’arte e dell’Europa nei capolavori di TEFAF Maastricht 2025
Inaugurata con le giornate di preview e ora aperta al pubblico fino al 20 marzo, la fiera più bella del mondo per l'arte antica, moderna e contemporanea conferma la scommessa sul potere della bellezza e celebra 7.000 anni di creatività con i migliori collezionabili cross-category

Ha aperto le porte al pubblico il 15 marzo, dopo le preview per collezionisti e addetti ai lavori il 13 e 14, la 38ma edizione di TEFAF Maastricht, la più importante fiera d’arte al mondo per l’arte antica, moderna e contemporanea, che al MECC riunisce come ogni anno i migliori espositori in tutte le possibili categorie di collezionabili: dai reperti dell’antico Egitto alla statuaria romana, dall’alta gioielleria ai libri antichi, dall’antiquariato più prezioso al design, dalla pittura medievale alle ricerche contemporanee. Sono quest’anno 273 le gallerie, provenienti da 21 nazioni e con 23 espositori italiani, a esporre fino al prossimo 20 marzo nei loro stand oggetti che, insieme, coprono 7.000 anni di storia dell’arte e dell’umanità. E in un irresistibile viaggio nel tempo testimoniano e materializzano, concreti e visibili, contesti, territori, momenti, storia e geografia dell’umano, cartografie estetiche che tracciano richieste, specialità, tecniche e maestranze. Una parte che racconta il tutto: individualità geniali e botteghe, curve del tempo e del gusto, sapienza di occhi e di mani, estetiche di precise geografie e periodizzazioni. Un privilegio, assistere allo squadernarsi di un’unica storia tanto plurale, e, insieme, esercizio di resistenza estetica, forse fuori tempo e, dunque e a maggior ragione, altissimo.

La nuova edizione 2025 e le sezioni di TEFAF Maastricht
Con le sue sezioni Paintings, Antiques, Jewellery, Modern & Contemporary Art, Design, Arts of Africa & Oceania, Ancient Art, Works on Paper, Focus e Showcase, e ineguagliabile per la qualità della selezione, rigorosamente vagliata dal Vetting Committee di esperti della fiera, TEFAF Maastricht, organizzata da The European Fine Art Foundation, offre a collezionisti privati e istituzionali una congerie eccezionale di oggetti di indubitabile valore storico e artistico e di opere d’arte di respiro museale. E il privilegio di vedere, scoprire, studiare, desiderare le migliori testimonianze di millenni di creatività umana.
In origine verticalissima e specializzata nel settore dell’antichità, TEFAF ha conquistato negli anni un posto di rilievo anche per l’arte e il design del XX Secolo, tanto che oggi circa un terzo degli espositori copre le ricerche dei periodi storici più vicini a noi, e attraverso la sezione TEFAF Showcase non manca il supporto alle gallerie emergenti, a cui viene riservata una piattaforma di visibilità e di incontro con i migliori collezioni del mondo a condizioni agevolate. Le mostre protagoniste della sezione TEFAF Focus diventano invece l’occasione di approfondire il lavoro di un singolo artista o di una singola idea in uno spazio più curatoriale.














Da Velázquez a Picasso: le opere indimenticabili di TEFAF Maastricht 2025
Attraversando i corridoi eleganti e confortevoli del MECC di Maastricht, che accoglie come ogni anno e coccola i suoi visitatori da tutto il mondo, accade così di imbattersi nei fondi oro e nella pittura senese rinascimentale che dialoga con gli ultimi dipinti di Tracey Emin da White Cube, che Alessandra Di Castro stia di fronte a Mennour, che un unico filo leghi le storie di Rosalba Carriera, Elisabetta Sirani e Giovanna Garzoni, il focus su Lotte Laserstein da Agnews e le unghie rosse e le sigarette incandescenti dei ritratti di Danielle Mckinney, in una doppia mostra personale con Edward Hopper nello stand di Marianne Boesky.
E se Landau Fine Art, che ha sempre il primato per le opere più costose esposte in fiera, presenta il monumentale dipinto Les Dormeurs di Pablo Picasso del 1965, direttamente dalla collezione personale dello storico mercante Daniel-Henry Kahnweiler e con una stima superiore ai 50 milioni di dollari, come una dichiarazione d’amore al TEFAF, più che come operazione commerciale – “non è in vendita, è parte della nostra storia, ma è TEFAF il luogo in cui mostrare un capolavoro come questo”, ci dicono i galleristi – da Stuart Lochhead Sculpture la scena è tutta per lo straordinario Portrait of Mother Jerónima de la Fuente di Diego Velázquez (c. 1620) e un Cristo crocifisso in bronzo, su modello di Michelangelo Buonarroti, di metà Cinquecento e appena riscoperto, a evidenziare, tra Rinascimento e Barocco, connessioni segrete, influenze e risonanze persistenti nella storia dell’arte.

Tra storia e mercato, i maestri fiamminghi, van Gogh e Tiziano in dialogo a TEFAF
Bollino rosso, a segnare l’avvenuta vendita, alla galleria Caretto&Occhinegro, per una Deposizione su tavola del maestro del Rinascimento olandese Maarten van Heemskerck, del 1545 circa e con un prezzo intorno ai €500.000. L’opera, inedita, rappresentava una significativa aggiunta al catalogo, proprio nell’anno del 450° anniversario della morte dell’artista, ed è identificata come prima versione della variante della Pinacoteca dell’Accademia Albertina di Torino e pannello centrale di un trittico, le cui ali laterali sono oggi al Worcester Art Museum, in Massachusetts.
La galleria Salomon Lilian, specializzata in antichi maestri olandesi e fiamminghi, riportava, invece, sul mercato Ritratto dell’artista (?) che presenta la Vergine in preghiera, con il suo raffinato gioco illusionistico messo in scena da Michael Sweerts. Acquistata in asta da Christie’s nel 2023 per €2 milioni e restaurata, l’opera era ora al TEFAF di Maastricht con un prezzo richiesto di oltre €4 milioni.
Sempre sul fronte delle preziose riscoperte della storia dell’arte, nello stand di Trinity Fine Art di Carlo Orsi, campeggiava, di Tiziano Vecellio, Madonna con Bambino e Santa Maria Maddalena. Realizzata tra il 1555 e il 1560 e presentata in pubblico per la prima volta alla Biennale Internazionale dell’Antiquariato di Firenze e ora qui, la scoperta di quest’opera, l’esemplare migliore di una composizione molto nota e conosciuta attraverso diverse versioni, custodite tra gli altri all’Ermitage, alle Gallerie degli Uffizi e al Museo di Capodimonte, è rimasta nascosta in collezioni private per secoli.
Tornando poi, per un momento, all’arte olandese, ma più avanti nel tempo, alla galleria americana M.S. Rau era esposta Natura Morta con due sacchi e una bottiglia di Vincent van Gogh, del 1884. Il prezzo richiesto? 4,75 milioni di dollari.

I capolavori delle gallerie italiane a TEFAF Maastricht
Espositrice di spicco e unico membro italiano dell’Executive Committee di TEFAF, oltre che presidente del Gruppo Apollo e vicepresidente degli Antiquari d’Italia, Alessandra Di Castro propone alla fiera di Maastricht una sintesi delle diverse arti espresse dal gusto romano di epoca neoclassica con una coppia di vasi di marmo bianco impreziositi da un fregio continuo di mosaico minuto realizzati da Nicola De Vecchis e Giacomo Raffaelli, in uno stand che indagava anche il fascino delle fusioni in bronzo tra ‘700 e ‘800.
Di immenso fascino, da Flavio Gianassi – FG Fine Art, al suo debutto a TEFAF, un trittico di santi dell’artista pisano del Trecento Cecco di Pietro (prezzo richiesto di €300.000 circa), che dopo approfonditi studi è ritenuto parte del celebre polittico realizzato dall’artista per il monastero olivetano di San Girolamo ad Agnano, oggi conservato al museo di Palazzo Blu di Pisa. Ancora tra le new entry italiane a Maastricht, e sul versante dell’arte contemporanea, la Osart Gallery di Milano che esponeva, tra le altre, le opere di Robert Ryman di fine Anni Sessanta. Festeggiava invece 25 anni di partecipazione la galleria Piva&C, con un gruppo scultoreo in terracotta, Prometeo e l’aquila, di Stefano Maderno, eseguito a Roma nel 1620 circa (€50.000), e una elegante consolle di fine XVII Secolo della storica bottega bergamasca di Andrea Fantoni (€90.000), su cui poggiava una scultura di toro in rame smaltato realizzata da Paolo de Poli del 1966 su disegno di Gio Ponti (€10.000).








Le vendite delle gallerie italiane a TEFAF 2025
Risultava venduto, alla fine del primo giorno di preview, Interno di un harem di Francesco Hayez, del 1840, nello stand della galleria italiana Antonacci Lapiccirella. Con un prezzo di richiesta tra €500.000 e €700.000, la tela orientalista e inedita era stata realizzata dal maestro romantico per la contessa Nákó di Vienna ed è stata acquisita da un’importante collezione internazionale.
Presentava a Maastricht un dipinto riscoperto di Francisco Goya del valore tra i 5 e i 7 milioni di dollari Robilant + Voena: Ritratto di María Soledad Rocha Fernández de la Peña, Marquesa de Caballero, del 1807, passato sul mercato solo nel 1930 e da allora custodito in una collezione privata.
Sono in trattativa diversi musei internazionali, alla fine delle prime giornate di preview, per le opere esposte da Fondantico di Tiziana Sassoli di Lanfranco, Venere dormiente con Cupido e un amorino, (€600.000) e Guercino (€700.000), con una tavoletta inedita raffigurante La fuga in Egitto, opera giovanile databile al 1615 o poco dopo.
Sempre di Guercino Maurizio Nobile Fine Art esponeva invece un foglio inedito a sanguigna del 1635-1640 circa, in un focus che, passando per un Adone di Domenico Fetti (oltre €200.000), arrivava dal Seicento alle traiettorie novecentesche della pittura di Afro Basaldella. Come da Matteo Salamon la pittura primitiva italiana, rappresentata fra gli altri da Lorenzo di Bicci, dialogava con una delle Venezie di Lucio Fontana, Concetto spaziale. Mezzogiorno in piazza San Marco, del 1961, mai passata sul mercato.

Il valore dell’arte e di TEFAF per il mondo
In attesa di fare un punto ulteriore sulle vendite e le acquisizioni che troveranno spazio al MECC di Maastricht, in una fiera che tradizionalmente richiede tempi più lunghi rispetto ad acquisti impulsivi, per la natura complessa degli oggetti in mostra così come per l’istituzionalità di tanti degli acquirenti, questa 38ma edizione di TEFAF Maastricht non fa che confermare, intanto e dalle prime ore di apertura, il valore inestimabile della sua proposta. E in un momento di particolare tensione e preoccupazione, per i delicati equilibri geopolitici e gli andamenti economico-finanziari che impattano anche sul mercato dell’arte, appare ancora più rilevante il ruolo di una istituzione culturale di così alto profilo. E da uno dei luoghi simbolo della sua storia, l’Unione Europea, che all’inizio degli Anni Novanta qui si riuniva per ratificare il Trattato di Maastricht, rilancia la sua scommessa umanistica e culturale, e punta tutto su una speranza di esistenza nel nome della bellezza e della conoscenza.
Cristina Masturzo
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