Si va verso la fine della crisi del mercato dell’arte? Il nuovo report di Artprice

Per un segmento premium del mercato dell'arte, quello dei grandi lotti-trofeo milionari, che ha perso terreno nel 2024, è cresciuto invece a dismisura il numero di vendite in prezzi molto più abbordabili. E dal nuovo report di Artprice soffiano venti di speranza sulla fine del periodo nero delle aste

In attesa che venga rilasciato a inizio aprile l’Art Market Report prodotto ogni anno da Art Basel e UBS, a chi ha interesse o necessità di disporre di dati quantitativi e qualitativi sugli andamenti del mercato dell’arte viene in soccorso il nuovo studio realizzato e pubblicato dalla piattaforma Artprice. È, infatti, online da qualche giorno un’analisi aggiornata che prende le misure di come è andato il 2024 delle transazioni artistiche e approfondisce segmenti in affanno, altri in recupero e crescita, così come geografie in mutamento e rilevanti nel comparto, la sua struttura, i suoi cambiamenti e gli sviluppi potenziali.

Il report di Artprice sul mercato dell’arte del 2024

Che il 2024 sia stato, come già l’anno precedente, una congiuntura non ideale è ormai assodato, ma, in attesa di capire cosa ci riserva il 2025 in corso, il 30° Artprice Annual Report – The Art Market in 2024 traccia con chiarezza, in base ai dati delle transazioni in asta, come a far declinare la curva degli andamenti economici del mercato dell’arte sia stato il suo segmento apicale. Quello dei lotti di valore ultramilionario, che son mancati nel 2024, quando l’offerta di lotti-trofeo e capolavori è apparsa insoddisfacente e inferiore alla domanda. A controbilanciare, per numero di acquisti, ma non per importi, è stato invece il numero da record di vendite nelle fasce di prezzo assai più contenute.
Il mercato dell’arte, d’altronde, ha già subito momenti di arresto o rallentamento, da cui – il report di Artprice lo sottolinea – ha comunque trovato la capacità di recuperare nel giro di un paio di anni o meno. È successo dopo la crisi del 2008/2009, dopo il rallentamento dei mercati asiatici nel 2015/2016 e dopo la pandemia di Covid, tra 2019 e 2020. E potremmo quindi sperare almeno di essere quasi fuori da questa contrazione 2023/2024, magari anche attraverso l’innovazione tecnologica, tra AI, criptovalute, NFT. 

Diminuiscono le vendite d’arte milionarie ma aumentano quelle a prezzi bassi

Se la speranza è che il 2025 possa lasciarsi alle spalle instabilità e intoppi – difficile crederci, se si osservano gli attuali contesti geo-politici e quelli economico-fiscali – e la contrazione del mercato dell’arte possa andare verso una ripresa, resta interessante e con un certo potenziale il fatto che, mentre i grandi collezionisti rimandano per il momento i consignment più munifici, la filiera degli incanti ha mantenuto un dinamismo sostenuto, sia in alcune e specifiche vendite, che nei suoi livelli inferiori per range di prezzo. E che accanto agli ottimi risultati di Magritte in asta a oltre $120 milioni e di Ed Ruscha a quasi $70 milioni, o di capolavori di Tiziano e Chardin tra gli Old Masters, si registri un numero record di scambi e una certa ampiezza e diversità nell’offerta, che è stata premiata dagli acquirenti. “Nonostante la contrazione al vertice, il mercato dell’arte sta dimostrando di essere più dinamico e diversificato che mai”, ha commentato a proposito Thierry Ehrmann, Presidente e fondatore di Artprice.

Andamenti del mercato delle aste 2008-2024. Fonte Artprice Annual Report
Andamenti del mercato delle aste 2008-2024. Fonte: Artprice Annual Report

I punti chiave del mercato 2024 secondo il report Artprice

Analizzando oltre 800.000 risultati d’asta del 2024 per tutti i media dell’arte moderna e contemporanea, e tenendo fuori solo il segmento dell’antico, il report di Artprice rende evidente che di certo lo stallo dei lotti premium ha orientato verso il basso le curve dei fatturati mondiali 2024, con un totale di $9,9 miliardi generati e una contrazione dei fatturati del 33,5% rispetto all’anno passato, e facendo registrare il livello più basso dal 2009.
Al tempo stesso e per converso, gli altri segmenti di prezzo più abbordabili hanno mostrato una crescita senza precedenti per numero di transazioni concluse, +4% anno su anno, andando ad attrarre particolarmente i nuovi e più giovani acquirenti, anche attraverso le vendite online di lotti sotto i $5.000 e $1.000. Circa 400.000 opere sono state scambiate anche a valori inferiori a $600, soprattutto nell’ambito delle stampe e dei multipli, con un mercato in salita motivato dalla possibilità di aggiudicarsi opere di grandi artisti a cifre contenute. Così come sono aumentati gli artisti rappresentati dal mercato, in crescita del 6% rispetto al 2023, fino a oltre 187.000 nomi diversi nei cataloghi globali, dagli Old Masters agli ultra-contemporanei. In riduzione è stato infine, inaspettatamente, il tasso di invenduto, al 33% nel 2024, rispetto al 38% del 2023.

I mercati più attivi per l'arte. Fonte Artprice Annual Report – grafica a cura di Alessandro Naldi
I mercati più attivi per l’arte. Fonte: Artprice Annual Report – grafica a cura di Alessandro Naldi

Vecchi e nuove geografie del mercato dell’arte

A partecipare alle grandi manovre del mercato dell’arte sono state nel 2024, in misura diversa, tantissime aree geografiche, in uno scenario ormai globalizzato e attivato da oltre 60 Paesi e 700 città. Gli Stati Uniti e New York restano la sua roccaforte, seguiti da Cina e Regno Unito, mentre conferma il proprio ruolo sempre più strategico Parigi per la Francia, con un mercato nazionale che rappresenta il 15% delle vendite globali. Ma un’altra conseguenza del venir meno di lotti-trofeo disponibili è stata che si è lasciato un po’ di margine ad altre capitali e ad aree tradizionalmente meno incisive, come l’Austria o ancor di più la Svizzera. È lei la vera sorpresa del report, con una reattività inedita nel corso del 2024, che le ha fatto conquistare il turnover totale migliore di sempre, a quota $221,6 milioni (+80% rispetto al 2023), e l’ha fatta classificare come sesto miglior mercato al mondo, giusto dopo la Germania, ma prima dell’Italia, che si è fermata a quota 184 milioni.  

I media e i periodi artistici preferiti dai collezionisti

Da un punto di vista di tecniche più richieste sul mercato, a convincere di più resta sempre e prevedibilmente la pittura, che cuba più di ogni altro medium, con valore generato per $6,2 miliardi e il 63% di share. Anche qui è singolare notare che degli oltre 307.000 dipinti passati sul mercato oltre 250.000 avevano prezzi sotto i $5.000, mentre solo 757 hanno superato la soglia del milione, un numero molto simile a quello post-covid del 2020. Cresce moltissimo, lo dicevamo, il mercato dei lavori a stampa, con opere sotto i $1.000 in incremento del 79% rispetto al 2020.
Sulla linea del tempo degli artisti, se il segmento Old Masters ha perso il 32% nel 2024, a quota $876 milioni, per mancanza di capolavori disponibili e selettività della domanda, a dividersi importanti fette di mercato sul versante contemporaneo sono stati stabili, tra gli altri, George Condo, Jeff Koons, Richard Prince e, in crescita del 22%, Keith Haring. Con fatturati in calo ma sempre al vertice si posizionano i tradizionali Jean-Michel Basquiat, Cecily Brown, Damien Hirst, Banksy, Christopher Wool e Yoshitomo Nara. I turnover d’asta più imponenti restano intanto appannaggio di René Magritte, che con 175 lotti venduti per un valore totale di $312.337.360 supera sia Claude Monet che Pablo Picasso. Fuori podio, ma a un significativo decimo posto c’è infine François-Xavier Lalanne. Per le generazioni, invece, ultra-contemporanee, il mercato è andato riducendosi, con l’esaurirsi di fenomeni speculativi precedenti e come esito di uno spregiudicato flipping sulla pelle degli artisti più giovani.

Cristina Masturzo

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Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna "Economia e Mercato dell'Arte" e "Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni" al Master Accademico in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia…

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