Un report racconta la nuova generazione di collezionisti e mecenati dell’arte
È stata appena pubblicata la seconda edizione dell'analisi prodotta dal marketplace Avant Arte sui nuovi collezionisti attivamente impegnati nel mecenatismo e nella promozione dell'arte. E si scopre che praticamente tutti desiderano sostenere di più i musei e le istituzioni

Le nuove generazioni di collezionisti attive nel sistema dell’arte contemporanea desiderano e immaginano di donare ancora e di più ai musei pubblici, in un futuro più o meno lontano. Non tutto sembra perduto, dunque, del legame storico che da sempre impronta i comportamenti e le acquisizioni private anche per una destinazione e un supporto alle istituzioni aperte al pubblico e alla collettività. A rivelarlo è la seconda edizione di A New Generation of Patrons – Collector Report, l’analisi prodotta annualmente dal marketplace Avant Arte sui nuovi collezionisti e mecenati dell’arte, secondo la quale l’88% di questi ha sia le risorse che il desiderio di donare di più ai musei e di sostenerli concretamente.
Come le nuove generazioni di collezionisti interpretano il mecenatismo contemporaneo
Provando a evidenziare le traiettorie contemporanee del mecenatismo, il report indaga la modalità con cui le nuove forme di collezionismo incrociano oggi sul proprio cammino le istituzioni museali e quali siano le modalità di coinvolgimento e collaborazione possibili, nel presente e nel futuro. Proprio intorno a questa comunità internazionale di giovani collezioniste e collezionisti è stato fondato da Curtis Penning, Christian Luiten e Mazdak Sanii, il marketplace Avant Arte, che propone opere in vendita e cura progetti e produzioni di multipli in collaborazione con i più celebri artisti internazionali per espandere l’accesso agli acquisti d’arte a una platea più allargata. E proprio questo target più giovane di collezionisti è al centro della seconda edizione di A New Generation of Patrons – Collector Report, i cui dati raccolti suonano carichi di ottimismo e speranza nel restituire le intenzioni e le aspirazioni di una nuova generazione di mecenati pronta a mettersi a disposizione dell’interesse pubblico. Un tratto particolarmente prezioso oggi, data la portata delle sfide e delle difficoltà in cui si dibatte il mondo dell’arte.

Il nuovo Collector Report 2025 di Avant Arte
La ricerca raccoglie, infatti, le risposte di un campione di 3.100 collezionisti internazionali della comunità di Avant Arte e, attraverso interviste a loro, ma anche a partner istituzionali e ad artisti, approfondisce il modello di collaborazione tra privati e istituzioni lungo cinque fronti e temi in particolare: programmazione, promozione, membership, vendita e donazioni. E rivela, in sintesi, che, con l’implementazione di strategie volte a incrementare il coinvolgimento dei diversi collezionisti e mecenati, questa nuova generazione è più che pronta a supportare le istituzioni.“Dato il contesto profondamente sfidante in cui le istituzioni continuano a operare, i risultati di questo report – che mostrano una nuova generazione fortemente consapevole dell’importanza culturale e sociale dei musei, con i mezzi e il desiderio di sostenerli finanziariamente molto più di quanto facciano oggi – rappresentano un segnale di ottimismo”, ha dichiarato Mazdak Sanii, CEO e co-fondatore di Avant Arte, “offrendo spunti preziosi su come coinvolgere al meglio questa fascia di pubblico e trasformare il loro entusiasmo in un impegno a lungo termine”.
Chi sono i nuovi collezionisti d’arte?
Le nuove generazioni di collezionisti sono dunque disposte a spendere e a spendersi di più per il bene dei musei: lo dichiara l’88% del campione raggiunto da Avant Arte. Per l’86% degli intervistati i musei sono un bene sociale imprescindibile, fondamentale per una società sana; il 92% concorda che siano centrali per conservazione, educazione e promozione dell’arte, anche se – lo dice il 75% – dovrebbero lavorare di più per l’engagement del pubblico più giovane, anche attraverso i social media, per esempio. Così come richiederebbe qualche sforzo in più, per essere realmente efficace, l’articolazione dei programmi di membership. Circa la metà dei nuovi collezionisti raggiunti da Avant Arte è infatti membro, amico, associato dei musei, ma il 42% ritiene che la propria iscrizione non venga davvero valorizzata e sente l’esigenza di più eventi ed esperienze dal vivo.

Una nuova generazione di collezionisti generosa e onnivora
Ma chi sono, ancora più nel dettaglio, questi nuovi collezionisti attivi sulla scena internazionale? Per la metà del campione si tratta di collezionisti sotto i 40 anni, per i 2/3 sotto i 55, provenienti da oltre 100 paesi diversi, con una presenza particolarmente densa in Nord America, Europa occidentale e East Asia. A guidarli è nella maggior parte dei casi la passione per il collezionismo in sé, e la voglia di esprimere sé stessi attraverso le opere acquisite, più che un’ostentazione di status, identificata tra le motivazioni solo dal 7% del campione della ricerca. Di certo emerge poi un appetito onnivoro per l’arte, ricercata, osservata, consumata sia sui social network che nelle sale dei musei e negli spazi delle gallerie, dove acquistano opere per le proprie case, spendendo oltre €10.000 all’anno in arte, per oltre 1/3 degli intervistati, con la percentuale più alta proveniente dall’Asia orientale, e la Corea del Sud, in particolare, dove la fetta che spende più di questa somma sale a 2/3 del campione.
Donazioni e fondi, il supporto dei giovani collezionisti ai musei
Lo dicevamo in apertura: l’88% dei nuovi collezionisti, stando ai dati del Collector Report 2025, dichiara di avere i mezzi e la volontà per donare più di quanto faccia attualmente, segnando un incremento del 48% rispetto all’analisi del 2024. Se infatti questi nuovi mecenati già supportano economicamente le istituzioni – lo fa il 75% del campione – il 94% di loro riconosce come necessario un sostegno aggiuntivo. A incentivare questa nuova generazione di mecenati nelle erogazioni ai musei, è per l’82% la percezione di una forma di scambio, come nel caso delle membership ad esempio, ma anche la più ampia e profonda condivisione con la mission dell’istituzione, che per il 79% degli intervistati è un fattore chiave nel decidere se donare o meno. E per i 2/3 funzionerebbe meglio, come driver, una maggiore trasparenza e comunicazione su obiettivi e impatto specifici delle diverse forme di liberalità. Ma soprattutto a emergere è, in fin dei conti, la necessità di tenere aperto un dialogo tra istituzioni museali e nuove generazioni di collezioniste, collezionisti, mecenati, all’insegna di un ascolto attento di motivazioni ed esigenze reciproche, di un pensiero capace di innovare e innovarsi, di un engagement più consapevole.
Cristina Masturzo
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