Il mercato dell’arte globale ha rallentato ancora nel 2024. L’Art Market Report di Art Basel e UBS

In un contesto economico e geo-politico ostile e complesso, le vendite dell'arte nel 2024 sono diminuite ancora per valore, ma non per numero, e i galleristi resistono meglio delle case d'asta. Ecco tutti i principali risultati di The Art Basel and UBS Global Art Market Report 2025

Ha continuato a perdere valore il mercato dell’arte e a fronteggiare difficoltà nel 2024. In un contesto economico-finanziario e geo-politico sfavorevole e insidioso, le vendite del mercato dell’arte globale hanno raggiunto un valore stimato di 57,5 miliardi di dollari nel 2024, con un calo del 12%. È quanto emerge dalla nona edizione del rapporto The Art Basel and UBS Global Art Market Report 2025 redatto dall’economista culturale Dr. Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics, e pubblicato in collaborazione con Art Basel e UBS, che ogni anno fornisce un’analisi macroeconomica dello stato del mercato globale dell’arte antica, moderna e contemporanea.
Il rallentamento prolungato, che segna il secondo anno consecutivo di contrazione, è il riflesso del persistere di tensioni a livello mondiale, delle pressioni economiche diffuse, ma anche del cambiamento nei comportamenti degli acquirenti d’arte, che già nel periodo immediatamente successivo alla pandemia di Covid ha ridefinito le dinamiche del mercato dell’arte. Sia le vendite dei galleristi che quelle all’asta pubblica sono diminuite nel 2024, con cali rispettivamente del 6% e 25%. Nonostante una maggiore cautela nelle transazioni di fascia alta, il panorama generale del mercato dell’arte si è mantenuto dinamico, con una discreta tenuta dei segmenti a prezzo inferiore, che hanno contribuito a un ecosistema di mercato tutto sommato più diversificato.

Come è andato il mercato dell’arte nel 2024

Incertezza e tensioni geo-politiche, inflazione, volatilità economica e alti tassi di interesse sono solo alcuni dei fattori che hanno impattato sul mercato dell’arte del 2024, sul sentiment e sulle azioni di acquirenti e venditori di opere d’arte, fotografato dal nuovo report di Art Basel e UBS appena rilasciato. Che evidenzia, attraverso i dati raccolti dal mercato delle gallerie, delle aste, delle fiere, nuovi schemi di comportamento, di scelta e preferenze, una nuova attenzione al prezzo dell’arte, e una differente attitudine per investimenti in beni non di prima necessità, che si è orientata alla prudenza e a spese più contenute, così come per un approccio più cauto anche nell’offerta, che ha comportato una presenza minore di capolavori in vendita. A confermarlo è il dato sul volume numerico delle transazioni, che, a differenza del valore generato, è invece salito nel 2024. Sebbene, infatti, i valori siano diminuiti del 12% su base annua, con il mercato che continua ad assestarsi dopo il rimbalzo post-pandemico del 2021 e 2022, il numero di vendite realizzate è aumentato del 3%, a dimostrazione di un certo dinamismo resiliente e costante, in particolare nei segmenti a prezzo più contenuto.
“La maggior parte delle economie sviluppate ha raggiunto un ‘atterraggio morbido’ nel 2024, e dal punto di vista economico, ci si aspetta una certa continuità”, ha segnalato Paul Donovan, Chief Economist di UBS Global Wealth Management, “tuttavia, la politica introduce incertezza: l’avanzare del nazionalismo economico sta portando a protezionismo commerciale, restrizioni al movimento del lavoro e limiti ai flussi di capitale”.

Christie's, Parigi. Courtesy Christie's Images Ltd
Christie’s, Parigi. Courtesy Christie’s Images Ltd

Tutti i risultati dell’Art Market Report di Art Basel e UBS

A fronteggiare meglio la congiuntura ostile sono state le gallerie d’arte, che hanno registrato un calo del 6%, mentre le vendite in aste pubbliche sono diminuite del 25%. Il report di Art Basel analizza i vari segmenti del mercato – gallerie, case d’asta e fiere d’arte – raccogliendo e analizzando i dati disponibili e le informazioni fornite dagli operatori e dagli esperti dell’industria.
A determinare il calo del mercato in termini di valore è stato essenzialmente il contrarsi del segmento di fascia alta, con il diminuire del 39% del numero di opere vendute in asta oltre i 10 milioni di dollari. Per converso è aumentata, lo dicevamo, l’attività complessiva del mercato, con il volume delle transazioni di galleristi e aste, in tutte le fasce di prezzo, che è cresciuto del 3%, raggiungendo i 40,5 milioni. Segnando, anche, con una maggiore partecipazione su segmenti di prezzo più accessibili, il coinvolgimento di una base di collezionisti più allargata.
“Nonostante il mercato abbia registrato un calo di valore per due anni consecutivi, uno degli sviluppi più positivi è stato l’aumento delle vendite a prezzi più bassi e accessibili”, ha commentato infatti Clare McAndrew, fondatrice di Arts Economics. “Il numero di opere vendute a prezzi inferiori ai 50.000 dollari è cresciuto e vi sono prove del successo sia dei galleristi che delle case d’asta nell’attrarre nuovi acquirenti, offrendo al mercato una base di vendite più ampia e diversificata. Continuare ad ampliare il mercato a un pubblico più vasto, anche attraverso uno scambio relativamente fluido di opere d’arte a livello internazionale, sarà essenziale per una crescita sostenibile nel lungo periodo”.

I mercati più importanti per l’arte nel 2024

A guidare gli andamenti del mercato dell’arte si riconfermano, su base geografica, gli Stati Uniti, che hanno mantenuto una posizione dominante anche nel 2024, rappresentando il 43% delle vendite in valore, seppure in calo del 9% a quota 24,8 miliardi di dollari nel 2024, a causa dell’assottigliarsi di quella fascia alta di mercato che di solito proprio negli USA ha il suo cuore, nonché all’incertezza politica del periodo precedente alle elezioni presidenziali. Ha riconquistato il secondo posto in quanto a share di mercato, al 18%, il Regno Unito, nonostante le sfide post-Brexit e post-Covid, con vendite diminuite solo del 5% nel 2024 e un volume di affari di 10,4 miliardi di dollari. Più forte la contrazione della Cina, in netta difficoltà nel 2024, tra difficoltà economiche e crisi del mercato immobiliare, con un calo del 31% e un aggregato di 8,4 miliardi di dollari, il livello più basso dal 2009, e una fetta di mercato del 15%. Restando sul versante asiatico, scende la Corea del Sud, con -15% di volume di affari, e cresce invece su base annua del 2% il Giappone.
Fuori podio la performance del mercato europeo, con vendite per 8,3 miliardi di dollari, in calo dell’8% rispetto al 2023. A contribuire per la metà la Francia, con 4,2 miliardi di dollari, nonostante un calo annuo del 10%, e una quota di mercato globale del 7%. In flessione del 10% anche il mercato italiano, che ha risentito anche, e il report lo sottolinea, della mancanza di una revisione fiscale sulle transazioni artistiche, a differenza delle riduzioni sull’IVA già praticate da Francia e Germania, ad esempio, ora rispettivamente al 7% e 5,5%. Così come della rigida legislazione sulla circolazione delle opere d’arte.

Le vendite di gallerie, fiere e case d’asta nel 2024

Le vendite nel settore delle gallerie sono diminuite del 6% nel 2024, raggiungendo un totale di 34,1 miliardi di dollari, con risultati però variabili a seconda dei diversi segmenti di prezzo. Se infatti il calo più significativo ha riguardato i galleristi di fascia alta, le vendite aggregate sono aumentate tra i galleristi più piccoli. Le gallerie con un fatturato superiore a 10 milioni di dollari hanno registrato infatti un calo del 9%, mentre quelle con un fatturato tra 1 milione e 5 milioni di dollari hanno riportato un aumento del 10% e quelle con fatturati inferiori a 250.000 dollari hanno registrato un aumento del 17%, nel secondo anno consecutivo di crescita.
Sempre nel segmento gallerie, quasi la metà (44%) degli acquirenti a cui i galleristi hanno venduto era costituita da nuovi clienti, soprattutto per i galleristi più piccoli che restano dunque cruciali nell’espansione del pubblico dell’arte. Una base allargata che proviene soprattutto dalla partecipazione alle fiere, che contano su questo versante, per il 31%. Leggermente in aumento poi la percentuale di vendite realizzate dalle gallerie proprio alle grandi fiere internazionali, al 31%, con un incremento del 2% rispetto al 2023.

miart 2025. Photo Irene Fanizza
miart 2025. Photo Irene Fanizza

Calano le vendite in asta, ma crescono quelle private

In calo invece le vendite in asta nel 2024, per il secondo anno di seguito, con un totale realizzato di 19 miliardi di dollari e una flessione del 25% su base annua, che è il riflesso di quel rallentamento nella fascia alta del mercato che menzionavamo in apertura. Il valore delle opere vendute per più di 10 milioni di dollari è diminuito infatti del 45% nel 2024, dopo un precedente calo del 40% nel 2023, la maggiore contrazione tra tutte le fasce di prezzo. Mentre è cresciuto il segmento sotto i 5.000 dollari, sia in valore (+7%) che nel numero di lotti venduti (+13%). Così come il volume delle vendite, che è rimasto solido e anzi in crescita, appunto, rispetto al 2023, del 4%, grazie a un maggior numero di lotti scambiati nelle fasce di prezzo più accessibili. A compensare il calo delle aste pubbliche è restato però il volume delle vendite private, preferite strategicamente da molti clienti in tempi di incertezza e cresciute del 14%, fino a un totale di 4,4 miliardi di dollari.
Sul versante poi delle vendite online, si registra un decremento dell’11% nel 2024, a quota 10,5 miliardi di dollari, che è però ancora un valore del 76% superiore a quello del 2019 e del pre-pandemia.

Scenari e aspettative sul futuro del mercato dell’arte

Resta diffuso, e per fortuna, un certo ottimismo nel guardare al futuro degli andamenti del mercato dell’arte, più forte soprattutto nei segmenti intermedi del comparto gallerie. Guardando avanti, l’80% dei galleristi ha dichiarato di aspettarsi vendite stabili (47%) o in crescita (33%) nel 2025, percentuali che salgono al 51% nel caso di gallerie con vendite comprese tra 500.000 e 1 milione di dollari. Più contenute le aspettative delle case d’asta di fascia media, che, dopo un 2024 tutto in salita, prevede un miglioramento delle vendite solo per il 15%, ma conta, per il 45%, su uno stabilizzarsi dello scenario, mentre resta alta la preoccupazione, tra tutti gli operatori del mercato dell’arte, per la volatilità politica ed economica, che rischia di avere ancora influssi negativi nel prossimo futuro.

Cristina Masturzo

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo

Cristina Masturzo è storica e critica d’arte, esperta di mercato dell’arte contemporanea, art writer e docente. Dal 2017 insegna "Economia e Mercato dell'Arte" e "Comunicazione e Valorizzazione delle Collezioni" al Master Accademico in Contemporary Art Markets di NABA, Nuova Accademia…

Scopri di più