Un nuovo spazio per due gallerie: Frittelli e Michela Rizzo uniscono le forze e aprono a Milano

Aprirà a settembre 2025 la galleria condivisa dalla fiorentina Frittelli Arte Contemporanea e dalla veneziana Michela Rizzo, all’interno di un ex studio d’artista che è stato già galleria di Gea Politi. Il primo evento durante l’Art Week

Nel sistema dell’arte italiano, il sodalizio tra gallerie in nome di un sentire comune, e per creare un polo di attrazione che possa a propria volta concentrare altre energie e progetti, non è cosa frequente. A Milano ci proveranno dal prossimo autunno Simone Frittelli (Frittelli Arte Contemporanea) e Michela Rizzo (Galleria Michela Rizzo): una sinergia stretta sull’asse Firenze-Venezia grazie a reiterate collaborazioni, finora sempre in spazi temporanei e per eventi estemporanei, che presto darà luogo a un esperimento inedito in un luogo fisicamente condiviso con programmazione elaborata di concerto.

Una galleria condivisa per Frittelli Arte Contemporanea e Michela Rizzo a Milano

Frittelli arte contemporanea & Galleria Michela Rizzo sarà operativa a partire da settembre 2025 all’interno di un ex complesso industriale in Viale Stelvio 66, nello spazio che oggi ospita lo studio d’artista di Marcello Iori, e che in passato ha già accolto la galleria Conduits di Gea Politi: “Si tratta di uno spazio molto milanese, nel senso che si respira la sua dimensione artigianale” spiega Simone Frittelli “un posto di lavoro che è al contempo un luogo meditativo. E ci piaceva l’idea di ripristinarne l’utilizzo come galleria. Sulla corte interna, poi, affacciano altre realtà stimolanti, come lo studio Maraniello e l’Archivio Bonalumi. È stata una gioia trovarlo per dare vita al progetto condiviso con Michela”.  
L’idea alla base è quella di portare a Milano le attività che le due gallerie hanno sviluppato per proprio conto in questi anni, attirando al contempo nuovi artisti e collaborazioni: “Vorremmo dare la possibilità ad altre gallerie, straniere e italiane, di entrare in contatto con noi e sviluppare progetti comuni, per sostenere una visione contemporanea della professione della galleria” sottolinea il gallerista fiorentino “Oggi, se non sei una struttura super potente, devi allearti: le gallerie indipendenti come le nostre possono riuscire a creare visibilità per i propri progetti collaborando o lavorando in gruppo. Con Michela Rizzo l’abbiamo già verificato, crediamo che questo possa funzionare. Si può lavorare bene in una logica non concorrenziale, unire le forze”. E Milano è sembrata la destinazione più idonea: “Milano è l’unica città in Italia che fa sistema dell’arte. Da qui nasce l’esigenza di avere uno spazio in città, in un contesto che mi sembra molto materno, capace di aprirsi al dialogo, incuriosirsi. Vedremo se saremo all’altezza delle richieste”.

Una galleria conviviale nell’ex atelier d’artista

Al momento lo spazio è ancora occupato dall’atelier di Marcello Iori. In occasione dell’Art Week, il prossimo 5 aprile, Frittelli e Rizzo lo apriranno per la presentazione del catalogo Ri-Materializzazione del Linguaggio 1978-2022 (edito da Nero), ma solo per il tempo dell’evento. Nei prossimi mesi, a porte chiuse, si inizierà a lavorare per trasformarlo nella galleria che sarà: “Niente di troppo opulento, non è nelle nostre corde e non appartiene all’identità del luogo. Piuttosto vorremmo accentuarne la dimensione conviviale, creando anche uno spazio d’incontro con un tavolo dove inviteremo gli artisti e altre persone dell’arte a mangiare e conversare insieme. Potranno essere collezionisti, ma non solo: ci interessa, innanzitutto, lavorare bene per sostenere il lavoro degli artisti. E creeremo un ambiente in cui non per forza arrivi per comprare qualcosa. La convivialità è da sempre una chiave che accomuna le nostre due gallerie”.

La programmazione e gli obiettivi di Frittelli arte contemporanea & Galleria Michela Rizzo

La programmazione sarà più agile rispetto a quella delle gallerie madri. A Milano arriveranno progetti già rodati a Firenze e Venezia, che vedranno alternarsi le due gallerie, ma anche mostre inedite, commissionate per lo spazio, e riallestimenti di percorsi espositivi già approfonditi in passato, letti in chiave nuova e condivisa: “Ci saranno anche occasioni che vanno oltre gli artisti che già condividiamo, specie con stranieri, che poi porteremo a Venezia e Firenze, proponendo una sorta di tour italiano, per dare loro l’opportunità di penetrare nel nostro sistema nazionale”. Ma l’aspetto più stimolante risiederà proprio nel confronto tra due realtà affini ma diverse: “Entrambi lavoriamo su artisti non da riscoprire e basta, ma da riapprofondire. Michela soprattutto con un taglio internazionale, io concentrato sull’Italia; lei su proposte più fresche, io più sugli archivi. Questo incontro è una ricchezza, è stimolante, pur trattandosi di una scommessa: siamo piccoli, gestire le dinamiche di collaborazione non è mai scontato, ma dal punto di vista umano partiamo con una buona prospettiva, c’è sintonia”. Obiettivi a lungo termine? “Speriamo di portare in Italia anche artisti che non sono nei radar dei grandi operatori. Il gioco è riuscire a creare un sistema. E anzi ci piacerebbe che questo modello venisse replicato, che il nostro progetto incuriosisse altre gallerie: sarebbe bello che qualche collega ci chiedesse di collaborare a propria volta. In questi casi si ritorna un po’ bambini: con la voglia di fare, tutto è possibile”.

Livia Montagnoli

Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati