Franceschini: art bonus anche per i giovani artisti. L’annuncio a Roma agli Stati Generali della Cultura

L’Art bonus può essere esteso anche alla prosa per i teatri, perché sono attività che si possono quantificare. Napoli? Può essere capitale mondiale se deciderà di investire in cultura

Mi piacerebbe immaginare un meccanismo per cui l’impresa ha un vantaggio fiscale se aiuta la crescita e la formazione dei giovani artisti, e non solamente le istituzioni culturali”. Parole abituali sulla bocca di politici illuminati e aperti, come – il primo che ci viene in mente – il premier canadese Justin Trudeau? E invece stavolta a pronunciarle è stato il nostro Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini, intervistato oggi alla quinta edizione degli Stati generali della cultura de Il Sole 24 Ore dal Direttore Roberto Napoletano all’Auditorium parco della musica di Roma. Ricordando che il mecenatismo è nato in Italia per sostenere i talenti del Rinascimento, dunque, il Mibact guarda – e non succede spesso – alle nuove generazioni dei creativi. Qualche interlocutore ci prende gusto, e ipotizza di estendere il credito d’imposta agli eventi: “Penso che nell’immediato non ci sia la possibilità di estendere l’Art bonus a tutte le attività culturali”, frena però Franceschini, “ma si debba procedere per settori. Per esempio, si può pensare alla prosa per i teatri, perché sono attività che si possono quantificare”.

NAPOLI CAPITALE MONDIALE
Ma non si è fermato alla parte propositiva, l’intervento del ministro. “I numeri dei musei sono enormemente in crescita, + 5 milioni di visitatori in due anni. Quest’anno prevediamo di chiudere a 45 milioni, per i musei statali ovviamente. Eravamo partiti partendo da 38”, rivela soddisfatto. E poi un inatteso vaticinio: Napoli può essere capitale mondiale se deciderà di investire in cultura. “Nei prossimi anni una città destinata a una grandissima crescita è Napoli. Se deciderà di investire in cultura, può aspirare a diventare in tempi brevi a essere una delle capitali mondiali del turismo. Ma servono scelte conseguenti. Milano”, ha aggiunto, “è riuscita a investire e ha fatto un’operazione che ha cambiato la sua immagine nel mondo. Per il turismo cinese è la prima città italiana. È la dimostrazione che una città a forte vocazione industriale cresce anche investendo in cultura. Torino si è riconvertita ed è una delle città che attrae più turisti”.

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Redazione

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