“È la politica che ci caccia dall’Italia”. Lorenzo Benedetti va a fare il curatore in Svizzera, al Kunstmuseum di St Gallen
Il museo svizzero assume il curatore italiano col compito di sviluppare sempre più la sua presenza nel contemporaneo. Anche nei nuovi spazi della Lokremise, una ex rimessa ferroviaria
“Il nostro mondo dell’arte contemporanea è ristretto, molto specializzato: io ho sempre lavorato all’estero, ma se i curatori italiani sono costretti ad andare a lavorare in Australia [il riferimento è alla recente nomina di Eugenio Viola a Perth, ndr] la responsabilità è della nostra classe politica. In Italia abbiamo qualità umana, abbiamo spazi che tutti ci invidiano, non è vero che non ci sono soldi: manca solo la volontà di chi è al potere”. È entusiasta per le notizie che lo riguardano, ma egualmente lucido nella critica al sistema italico, Lorenzo Benedetti, che raggiungiamo in Francia mentre si sta recando in vacanza in Normandia: e gli chiediamo di commentare la sua fresca nomina a curatore per l’arte contemporanea del Kunstmuseum di San Gallo, in Svizzera, dove approderà dal febbraio prossimo.
NUOVI SPAZI ALLA LOKREMISE
Si tratta di uno dei musei più attivi sulla scena elvetica: che attualmente ospita importanti mostre dedicate a Mark Dion e Manfed Pernice. “Il Kunstmuseum lo conoscevo da tempo, ho collaborato con loro per mostre e cataloghi”, ci racconta. Il rocambolesco licenziamento dal De Appel di Amsterdam, lo scorso anno, gli ha portato bene: dopo il lavoro al Petit Palais con la fiera Fiac di Parigi e tante mostre curate in giro, ora arriva a stretto giro questo importante incarico: “Il museo intende sviluppare ancor di più la sua presenza nel contemporaneo più stretto, ed io lavorerò su questo. Alla sede storica, molto grande, su tre piani, recentemente si è unita nelle disponibilità del Kunstmuseum la Lokremise, una ex rimessa ferroviaria che ospita progetti culturali multidisciplinari. E visto che il museo si occupa anche di arte antica, potremo sviluppare delle interessanti attività trasversali”.
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