Tutti i numeri del boom turistico di Firenze. +21% in 5 anni, coreani record: +390%

Secondo per numero di ingressi dopo gli Uffizi, il Museo dell’Opera del Duomo ha ottenuto le migliori valutazioni in termini di soddisfazione da parte degli utenti. E, a sorpresa, gli under 35 sono il 43% dei visitatori

DI PIÙ, DI MEGLIO

Bilancio più che positivo per il Grande Museo dell’Opera del Duomo di Firenze, la cui apertura ha dato slancio all’intero complesso dei siti gestiti dall’Opera di Santa Maria del Fiore. Ad attestarlo sono i dati presentati congiuntamente da Franco Lucchesi, Presidente dell’Opera di S. M. del Fiore, e da Antonio Preiti di Sociometrica, società che ha condotto una ricerca su due fronti di analisi. Di più, di meglio – questo il titolo di uno dei due report appena illustrati alla stampa – offre un’ampia panoramica dei flussi turistici a Firenze calcolati sul numero degli arrivi, con particolare riguardo per i dati dei visitatori dei musei nell’arco compreso dal 2010 al 2015. Assente il 2016, poiché non sono ancora disponibili informazioni complete. In città il turismo è cresciuto del 21%, attestandosi a quota 2 milioni e 637 mila unità alla fine del 2015. Su livelli analoghi si attesta l’incremento degli ingressi nei musei, leggermente superiore al 20% nel periodo di tempo considerato.

PIÙ ASIA, MENO GIAPPONE

È tuttavia scandagliando le cifre che emergono alcuni trend che interessano il capoluogo toscano. Per la prima volta, infatti, la ricerca ha fornito una classificazione dei turisti in base alla religione prevalente nel paese di provenienza, mettendo così in evidenza cambiamenti di rilievo nei flussi locali e nazionali. Le sorprese non mancano in termini di composizione geografica. Crescono del 77% i turisti provenienti da paesi non cristiani – dai 384mila del 2010 ai 682mila del 2015 -, con lo “storico” sorpasso della Corea sul Giappone. I turisti in arrivo da Seoul e dintorni sono cresciuti di quasi quattro volte, +390%; i nipponici, da sempre molto legati a Firenze, sono invece scesi del 12,9%. Da sottolineare anche la crescita dei visitatori dalla Cina (+300%), dall’India (+210%) e dalla Turchia (+155%).

L’ANALISI SEMANTICA DEL GRANDE MUSEO DEL DUOMO

Il vertice della classifica dei musei più visitati di Firenze vede in testa le Gallerie degli Uffizi – 1 milione e 554 nel 2015, saliti a 2.010.631 visitatori nel 2016 – e il Grande Museo del Duomo occupa il secondo posto, con 1.373.000 nel 2015: 181mila unità in meno rispetto agli Uffizi. Con 1.129.000 visitatori, infine, la Galleria dell’Accademia si piazza al terzo posto. Sociometrica, in collaborazione con Expert System – leader nel campo della tecnologia semantica -, ha inoltre impiegato la tecnologia COGITO per analizzare i giudizi associati all’esperienza di visita. Il metodo scelto, anziché puntare sulla “tradizionale” formula dell’intervista o del questionario, ha preso in esame 14.667 testi scritti, pubblicati sui principali social media o su piattaforme come Trip Advisor da ottobre 2016 a gennaio 2017. Dopo la raccolta, tali pubblicazioni spontanee – sono state prese in considerazione solo quelle in lingua inglese -, sono state sondate con un criterio di indicizzazione. Per la prima volta è stato analizzato il sentiment, ovvero la valutazione dell’esperienza della visita lasciata, in maniera volontaria e spontanea, dai singoli utenti.

VOX POPULI VIA SOCIAL

Scandagliando la vox popoli in versione digitale ha preso forma una gerarchia di termini: nomi di persone – Michelangelo Buonarroti è in testa, seguito da David -, luoghi, ma anche aggettivi scelti per qualificare aspetti positivi o evidenziare carenze. Il ranking del sentiment nei confronti delle maggiori attrazioni di Firenze premia il Museo del Duomo, con un punteggio superiore a 90 punti in una scala di 100. A seguire il Battistero, l’Accademia e la Cupola del Duomo; decima posizione per gli Uffizi, con il comunque lusinghiero punteggio di 83/100 dovuto in larga parte al disappunto per l’affollamento e la condizione di attesa. La soddisfazione è espressa con ricorrenza in termini di “worth” – valore -, cui si legano parole come “great”, “beautiful”, “amazing” o “unique”. Un risultato, ha affermato Preiti , che mette in evidenza come nel Museo l’idea di bellezza si leghi alla profondità dell’esperienza vissuta. Senza dubbio, entrambe le indagini sviluppate forniscono indicatori utili per prossime azioni sul campo. Ad esempio, in risposta al maggior afflusso in città di turisti non cristiani sarà determinante mettere in campo ulteriori dispositivi di comunicazione e strumenti che rendano accessibile i contenuti e i significati della (larga) parte di storia dell’arte italiana legata a specifici temi sacri.

Valentina Silvestrini

https://www.ilgrandemuseodelduomo.it/museo

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Valentina Silvestrini

Valentina Silvestrini

Dal 2016 coordina la sezione architettura di Artribune, piattaforma per la quale scrive da giugno 2012, occupandosi anche della scena culturale fiorentina. È cocuratrice della newsletter "Render". Ha studiato architettura all’Università La Sapienza di Roma, città in cui ha conseguito…

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