Il regolamento dei pittori di strada a Roma e la nuova assurdità del Movimento 5 Stelle

Arriva in consiglio comunale la proposta del grillino Andrea Coia per risolvere il problema dei pittori di strada, che – spesso abusivamente – affollano le piazze di Roma. Peccato che l’intervento sia a dir poco esilarante…

Da non crederci. Un intervento che ad ascoltarlo viene il dubbio di trovarsi dinanzi a una candid camera, a una gag satirica. E invece no. Siamo in aula Giulio Cesare, durante un consiglio capitolino, e a prendere la parola è il grillino Andrea Coia. Il tema è quello antico e spinoso degli “artisti” di strada, ovvero caricaturisti, acquerellisti e disegnatori vari – con un’alta percentuale di abusivi – che è possibile vedere a frotte nei punti turistici per eccellenza, Piazza Navona su tutti. Artisti della domenica nella migliore delle ipotesi, tra cui si mischiano, da sempre, venditori di stampe di quart’ordine, solitamente squallide copie di originali già scadenti. Un caos.

L’AVVINCENTE PROPOSTA DEI GRILLINI

Ed ecco la proposta del M5S, presentata con orgoglio in aula e poi condivisa sui social. Aumentiamoli. Collochiamone di più, in tutte le piazze di Roma, in tutti i municipi. Ma facciamolo con criterio: “vogliamo gli artisti veri”, dice Coia, mica i fake che commerciano copie! Questo per favorire “la vicinanza dei cittadini alla cultura e all’arte”. L’audace consigliere difende la categoria e la promuove a eccellenza culturale, citando nientepopdimeno che Van Gogh: è questo il modello (attualissimo e contemporaneo!) che si desidera favorire, altro che mercanti e dilettanti. Perché, com’è noto, i futuri Van Gogh usano misurarsi con ritratti e caricature tra le strade del centro, a vantaggio dei turisti, come no. Ed è proprio per strada, tra un banchetto e un cavalletto, che si fa il migliore scouting. Nessuno pensi che le fucine dei nuovi talenti siano luoghi come le accademie di belle arti, i centri internazionali per residenze, i musei, le gallerie, le grandi fondazioni, gli istituti di cultura, le prestigiose collezioni. Macché, un giro a Piazza Navona e “i veri artisti” li becchi di sicuro. A patto che ci sia qualcuno a controllare, a selezionare.

Piazza Navona invasa da pittori di strada e venditori di stampe

Piazza Navona invasa da pittori di strada e venditori di stampe

LA PROVA DINANZI A UNA GIUIRIA

E qui entriamo nel vivo. A occuparsi della scelta sarà un unico organo per tutta Roma, il competentissimo Dipartimento Attività Culturali del Comune, il quale sottoporrà le centinaia di candidati a un test. La valutazione del curriculum – sentenzia con convinzione Coia – avrà una incidenza minima: l’”artista vero” lo fa il talento, mica sciocchezze come le mostre fatte, le scuole frequentate, i progetti realizzati, i titoli acquisiti, i testi critici collezionati. E qui scatta l’applauso a scena aperta dei colleghi: il vento cambia anche in tema di meritocrazia, soprattutto se si discute di “arte”, che è cosa notoriamente effimera, romantica, soggettiva. Idiota chi ha perso decenni e decine di migliaia di euro a formarsi. Decisiva sarà quindi una prova pratica: forse un disegno dal vero, la lettura di un portfolio, un’estemporanea en plein air con acrilici e gessetti?
E chi si metterà, nel concreto, dietro al tavolo dei giurati? I consiglieri della Commissione Cultura, noti esperti del settore? Qualche burocrate tra quelli che rilasciano le autorizzazioni per il pubblico spettacolo? L’assessore Bergamo in persona? Il tutto ha un sapore tra il grottesco e il surreale.

Le proteste dei pittori di Piazza Navona

Le proteste dei pittori di Piazza Navonaartisti

E CI SARANNO PURE GLI SCULTORI

Altro merito della rivoluzionaria proposta sarebbe la “flessibilità” rispetto al tasso di distribuzione dei permessi, fra le categorie di “pittori, caricaturisti e ritrattisti”. Nessuna quota obbligatoria, insomma. Anche in questo caso comanda la genialità dei novelli Van Gogh. E infine, aggiunge Coia, “noi introduciamo anche la forma dello scultore”. Immaginatevela Piazza Navona col rumore degli scalpelli e col pavimento ricoperto di detriti da lavorazione degli aspiranti Canova.
Ora, l’ipotesi che queste manifestazioni tra il folk e il naïf vengano progressivamente scoraggiate e ridotte è chiaramente fuori da ogni piano. Ma chiedere che si contengano enfasi, ingenuità e retorica, e che si impieghi il tempo per occuparsi delle vere, grandi, urgentissime questioni relative alla cultura e ai beni culturali, è troppo? Nel mentre attendiamo di conoscere eventuali proposte del consigliere Coia – presidente della Commissione Commercio – in merito al problema dei camion bar, che, assieme a centurioni e caricaturisti, contribuiscono ad elevare la qualità dei pittoreschi scorci romani. Penseranno a una “prova d’artista” pure per loro? Anche per questa categoria, così come per bancarellari, ambulanti e cartellonari, Coia è infervoratissimo. In tutti loro, probabilmente, intravede grandi doti creative da tutelare.

– Helga Marsala

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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