Farm Cultural Park, continua l’epopea. Dopo l’ordinanza per abusivismo, arrivano i sigilli
Dopo l’Ordinanza per occupazione abusiva di suolo pubblico ricevuta nei giorni scorsi dal centro culturale siciliano diretto da Andrea Bartoli e Florinda Saieva, sono stati posti i sigilli sulle strutture considerate abusive, nonostante l’incontro avvenuto poche ore prima al Comune di Favara per trovare una soluzione alla bufera burocratica che sta colpendo la Farm.
Sembra non avere fine l’epopea che in queste ore sta travolgendo il Farm Cultural Park, il centro culturale di fama internazionale che sorge a Favara, in provincia di Agrigento. Dopo lo scalpore causato dalla notizia di un’Ordinanza per occupazione abusiva di suolo pubblico ricevuta dai fondatori della Farm Andrea Bartoli e la moglie Florinda Saieva a seguito dell’installazione di due strutture mobili nel cortile del centro, nonostante i coniugi avessero presentato regolamentare richiesta, questa mattina sono stati posti i sigilli sulle strutture oggetto dell’Ordinanza.
LA SPERANZA DI UNA SOLUZIONE E L’APPOSIZIONE DEI SIGILLI
Ma facciamo un passo indietro. Stando a quanto Bartoli racconta attraverso il suo profilo Facebook, ieri mattina si è svolto presso il Comune di Favara un tavolo di incontro a cui hanno partecipato il sindaco Anna Alba, i rappresentanti di Farm Cultural Park e i tecnici comunali, per discutere dei fatti che hanno visto coinvolta la Farm. “Gli uffici comunali si sono impegnati alla revoca dell’ordinanza di ripristino dei luoghi previa presentazione di Farm di tutta la documentazione utile al superamento di tutte le criticità presenti”, scrive Bartoli in un post. “Il Comune di Favara e Farm Cultural Park si vedranno nei prossimi giorni per definire una convenzione di gestione e la Giunta del M5S procederà inoltre al riconoscimento della Farm quale luogo di interesse pubblico attraverso un atto da presentare all’approvazione del Consiglio Comunale”. Sembrerebbe un lieto fine, tutto sommato, considerati i momenti turbolenti che ha vissuto la Farm negli ultimi giorni. Ma proprio questa mattina Bartoli sorprende tutti con un nuovo e inaspettato post. Il padre della Farm infatti ha pubblicato le foto delle strutture “della discordia”, sulle quali sono stati appena apposti i sigilli. “Ecco cos’è successo stamattina. A voi le foto. Non credo ci sia molto altro da aggiungere”, si limita a commentare Bartoli.
L’INDIGNAZIONE SUI SOCIAL, LA PETIZIONE E ILSOSTEGNO DI FEDERCULTURE
Intanto però il popolo social e il mondo della cultura grida l’indignazione per quello che è stato considerato “un atto di burocrazia ottusa”. Già da giorni è partita una petizione online per sostenere la Farm e per opporsi all’Ordinanza da essa subita, ottenendo ottimi riscontri di partecipazione di pubblico, soprattutto grazie al passaparola e alle condivisioni sui social network. Inoltre ha espresso solidarietà al Farm Cultural Park anche Federculture, che ha considerato la vicenda “paradossale e assurda”. “Questa vicenda tanto assurda quanto grave è purtroppo l’espressione di una gestione paradossale della cosa pubblica, di un’amministrazione in balia di una burocrazia ottusa che esercita un potere ciecamente intransigente a danno dell’intera comunità”, ha dichiarato Claudio Bocci, direttore di Federculture. “Farm Cultural Park, come è noto, è una realtà culturale e artistica di eccellenza, un esempio di rigenerazione urbana di livello internazionale, che dovrebbe essere sostenuto e portato come fiore all’occhiello dall’amministrazione locale. Invece, ci si avvita in una folle vicenda di sigilli e ordinanze che avranno come unico effetto quello di vanificare il lavoro portato avanti instancabilmente e coraggiosamente da Florinda e Andrea a Farm Cultural Park e dimostrare che oggi, in Sicilia, è difficile se non impossibile dare vita ad un’impresa culturale sana ed efficace. Ci auguriamo”, conclude Bocci, “che a Favara si trovi al più presto una soluzione che permetta la prosecuzione dell’attività di Farm e il suo consolidamento dentro e oltre la Sicilia”.
– Desirée Maida
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