Difendere il patrimonio. Cultura, pace, diritti: a Palermo il Cultural Heritage Rescue Prize

Il premio internazionale voluto da Francesco Rutelli va, per la sua terza edizione, a una straordinaria biblioteca di Baghdad. Un immenso patrimonio librario, salvato dalla violenza del terrorismo e della guerra. Premiazione e dibattito a Palermo, per una bella occasione di riflessione . Fra politica e cultura.

Colpire al cuore una comunità. Spezzarne i legami con l’origine, consumarne la memoria, dissolverne la logica dei rituali e delle relazioni. In una parola, attentare al suo patrimonio culturale. Storia, arte, architettura, archivi, fondi librari: l’identità incarnata nelle opere, il tempo divenuto aura. Tra teatri terroristici e inferni di guerra, a indignare l’opinione pubblica è proprio la metodica distruzione dei patrimoni. Tanto quanto la morte di stuoli d’innocenti. L’idea perversa della meditata cancellazione di una civiltà inquieta, destabilizza: frana il terreno, la tenuta morale, la coesione sociale fatta di oggetti, documenti, stratificazioni. E resta, grazie al cielo, una soglia di sensibilità primitiva: l’attentato alla memoria provoca una vertigine empatica, anche nello spettatore distratto, assuefatto.
Quanto accaduto in Iraq o in Siria, in questi anni, è mostruoso. In termini di corpi caduti e di patrimoni violati: una strage progressiva, attuata per mano di un nemico senza volto, di difficile identificazione. E per questo ancora più feroce. Sintomatica la mobilitazione internazionale anche su questi temi; dal piano umanitario a quello culturale lo slancio è unico e intimamente politico. La città di ognuno, come la città di tutti: il senso del legame tra i popoli passa innanzitutto da qui.

Manoscritti antichi conservati presso la al Qadiriyya Library di Baghdad

Manoscritti antichi conservati presso la al Qadiriyya Library di Baghdad

UN PREMIO PER CHI DIFENDE IL PATRIMONIO

Di tutto questo si occupa, con uno straordinario bouquet di eventi e progetti educativi, informativi, espositivi, l’Associazione “Incontro di Civiltà”, presieduta da Francesco Rutelli. Tra le attività promosse c’è anche il Cultural Heritage Rescue Prize, sostenuto da una rete di influenti partner istituzionali, da UNESCO a ICCROM, dal Ministero dei Beni Culturali al World Monuments Fund di New York: un riconoscimento rivolto a quegli eroi civili che lavorano per la salvaguardia del patrimonio culturale mondiale, rischiando la vita in prima persona. L’iniziativa ha il merito di mettersi sulle tracce di storie nascoste, di luoghi tanto simbolici quanto lontani dagli occhi dell’Occidente, viaggiando lungo traiettorie calde dello scacchiere geopolitico internazionale: lavoro certosino, tra ricerca, narrazione e restituzione di un valore alto.
La prima edizione, nel 2014, aveva incoronato Mamoun Abdul Karim, Direttore delle Antichità di Damasco, per l’azione di contrasto alla distruzione culturale della sua terra: in un solo volo aereo aveva messo in salvo 13mila pezzi di un museo siriano. Nel 2016 fu la volta del musicologo Ahmad Naser Sarmast,per l’impegno a favore della libertà intellettuale dei giovani in Afganistan: l’Istituto Nazionale di Musica, da lui fondato e diretto, incarna il potere della creatività e del suono contro il pugno duro del regime.

Il Teatro Massimo di Palermo

Il Teatro Massimo di Palermo

La terza edizione si è celebrata a Palermo, fra il 7 e l’8 giugno 2018, con una cerimonia di premiazione a Villa Niscemi – in presenza, tra gli altri, del Governatore della Sicilia Nello Musumeci – e un convegno ospitato dal Teatro Massimo. Capitale Italiana della Cultura 2018, sede di Manifesta 12, la città è al centro di una girandola di eventi, inaugurazioni, progetti, grazie soprattutto al peso che l’amministrazione Orlando ha scelto di conferire al capitolo Cultura, nel lento percorso di ripresa e di rilancio.
Il premio è andato a Syed Khaled, direttore della biblioteca al-Qadiriya di Baghdad: grazie al suo coraggio, un fondo di 2.900 manoscritti preziosissimi, alcuni millenari, e di 86.000 volumi di epoche diverse, è stato salvato dalla distruzione. La struttura è scampata a un missile di guerra, a un’autobomba Isis e a ripetute minacce: per la giuria la volontà di “rafforzare il dialogo e la tolleranza culturale e religiosa” si è identificata ancora una volta con l’attenzione per i beni materiali e immateriali, che sono fondamenta di una comunità, di un popolo, di un Paese. “È La prima volta che la nostra istituzione, impegnata nella conservazione del patrimonio librario iracheno e mesopotamico, riceve questa attenzione internazionale e viene riconosciuta per il suo lavoro”, ha dichiarato Khaled. “Sono lieto che ciò sia avvenuto in Italia: gli americani e gli inglesi considerano l’Iraq solo per il petrolio, l’Italia ci considera per il patrimonio culturale, per i monumenti, l’arte ed i libri”. Parole che scuotono.

Palermo, Villa Niscemi. Il Cultural Heritage Rescue Prize alla al Qadiriyya Library di Baghdad, Da sx: il Governatore della Sicilia Nello Musumeci, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e Francesco Rutelli

Palermo, Villa Niscemi. Il Cultural Heritage Rescue Prize alla al Qadiriyya Library di Baghdad, Da sx: il Governatore della Sicilia Nello Musumeci, il Sindaco di Palermo Leoluca Orlando e Francesco Rutelli

L’IMPEGNO DI FRANCESCO RUTELLI. TRA POLITICA E CULTURA

L’Italia ha una leadership indiscutibile, nella tutela del Patrimonio, e un compito speciale nella comunità internazionale: la nostra Diplomazia Culturale, infatti, non è arrogante, o neo-coloniale”, ci spiega Francesco Rutelli, che in questi giorni, con la sua associazione, ha ricevuto il Premio di Europa Nostra per la grande mostra “Rising from destruction. Ebla, Nimrud, Palmira” inaugurata nel 2016 al Colosseo. “Finalmente, da qualche anno”, continua, “abbiamo iniziato a capire che proteggere il Patrimonio universale può associarsi alla promozione dell’interesse nazionale, e alla crescita delle nostre industrie creative. Di questa visione, certo, fa parte anche l’idea di mettere in comune informazioni e tecnologie per il censimento e, in prospettiva, restauri e ricostruzioni del Patrimonio danneggiato e a rischio. Così, possiamo contribuire sia a una migliore collaborazione internazionale, che a far crescere imprese, professionisti, studiosi, restauratori italiani. Che sono e restano i migliori al mondo”.
E a proposito di azioni concrete, Rutelli – che ha lanciato di recente l’idea di un unico database mondiale per la documentazione e la salvaguardia del patrimonio a rischio – annuncia alcuni dei prossimi impegni: “Abbiamo in programma un accordo con le autorità irachene. Il nostro obiettivo è di partecipare – con la collaborazione della Farnesina e del MIBACT, e il sostegno da mecenati della Fondazione Terzo Pilastro guidata da Emmanuele Emanuele – alle prime ricostruzioni post-conflitto nel Paese”.

Francesco Rutelli e il Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, Francesco Giambrone

Francesco Rutelli e il Sovrintendente del Teatro Massimo di Palermo, Francesco Giambrone

Temi forti, che hanno riecheggiato nella cornice di una Palermo accogliente e multiculturale, a cui Leoluca Orlando ha consegnato in questi anni un’immagine radicale, politicamente intrepida: sulla questione migranti, confini, sincretismo e rispetto dei diritti umani e civili, il Sindaco rivendica posizioni coraggiose e in controtendenza, di totale apertura. Palermo rinasce così, nel segno dell’accoglienza, raccontandosi come audace città-manifesto. “Non ha diritto di chiedere il rispetto di una moschea o di una chiesa chi non rispetta un musulmano o un cristiano”, dice il Sindaco durante il convegno, riferendosi anche all’Europa e a un sistema di leggi e di trattati da rivedere. Vite umane a cui riservare attenzione, non compassione. Mentre si proteggono chiese, palazzi, patrimoni. La prospettiva è unica. E sono due le parole chiave che Orlando sventola, come vessilli di una metropoli mediterranea fondata su “visione e azione quotidiana”: cultura, naturalmente, e poi “la leggerezza di chi ha valori forti”.
Sollecitato su questi stessi argomenti, Rutelli ci dice ancora: “La visione italiana della crescita culturale non è di autosufficienza. Non lo è sin dal tempo di Roma, dominatrice del mondo antico attraverso l’integrazione e l’assorbimento (trasformatore) di culture diverse e plurali. A maggior ragione oggi, nel mondo più complesso e interdipendente di sempre. Invece, il ritorno di sovranismi nazionalistici è un anestetico rispetto ai fattori di crisi. Ma può preparare il ritorno di contrapposizioni violente, non fermarsi solo alle crescenti deleghe all’”uomo forte”.

Da sx: l'assessore ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, Francesco Rutelli, Sneška Quaedvlieg-Mihailović, Leoluca Orlando, Bonnie Burnham

Da sx: l’assessore regionale ai Beni Culturali Sebastiano Tusa, Francesco Rutelli, Sneška Quaedvlieg-Mihailović, Leoluca Orlando, Bonnie Burnham

IL GIARDINO DELLE DIVERSITÀ

E sono pericoli concreti, quelli evocati dall’ex Ministro e Sindaco di Roma. Rischi generati nel ventre di una contemporaneità orientata al conflitto e a una declinazione mediocre della questione identitaria. Il lavoro svolto da “Incontro di Civiltà”, grazie a una rete internazionale di enti, intellettuali, ricercatori, mecenati, dà il senso di un cambiamento possibile. Invisibile forse, ma determinante nel suo riverberarsi all’esterno, tramite un’azione allargata di formazione, comunicazione, valorizzazione.
I molti validi interventi, che in una mite mattina di giugno si sono susseguiti nella sala Onu del principale teatro lirico di Palermo, hanno messo in fila questioni dirimenti e belle suggestioni: dalla centralità del Mediterraneo, cuore storico e culturale del mondo, raccontato dall’Assessore regionale ai Beni Culturali, l’archeologo Sebastiano Tusa, ai non casuali attacchi terroristici indirizzati ai teatri, ai musei, gli spazi di socialità colta, come ricordato dal padrone di casa, il Sovrintendente della Fondazione Teatro Massimo, Francesco Giambrone.

Francesco Lojacono, Veduta di Palermo, 1875, olio su tela

Francesco Lojacono, Veduta di Palermo, 1875, olio su tela

E ancora, dal senso di un’Europa anch’essa “leggera”, costruita su fondamenta di “speranza e bellezza” – immagine sfoderata dalla pasionaria Sneška Quaedvlieg-Mihailović, segretario generale di Europa Nostra – sino al valore simbolico della biodiversità nel paesaggio, che Giuseppe Barbera, docente di Culture Arboree all’Università di Palermo, ha voluto utilizzare come metafora universale, agganciandosi a un’opera d’arte: la meravigliosa tela di Francesco Lajacono, che ritrae un giardino palermitano sbocciato all’ombra della Conca d’Oro, è un’opera custodita dalla Galleria d’Arte Moderna di Palermo e scelta da Manifesta 12 come simbolo del suo “Giardino Planetario”.
La potenza evocativa della pittura si fa, d’improvviso, commento sintetico. Chiudendo il cerchio, all’altezza degli occhi e nel cuore di una tradizione locale: dal lavorio di artisti e intellettuali passano nutrimenti preziosi. Che possano essere riferimento anche per chi ha il compito di costruire narrazioni e strategie politiche, di oggi e di domani.

– Helga Marsala

http://www.incontrodicivilta.it/
http://www.prioritacultura.it/
http://m12.manifesta.org

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Helga Marsala

Helga Marsala

Helga Marsala è critica d’arte, editorialista culturale e curatrice. Ha insegnato all’Accademia di Belle Arti di Palermo e di Roma (dove è stata anche responsabile dell’ufficio comunicazione). Collaboratrice da vent’anni anni di testate nazionali di settore, ha lavorato a lungo,…

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