José Guirao è il nuovo Ministro alla Cultura in Spagna. Ecco chi è il fuoriclasse del governo
Il nuovo governo spagnolo perde un ministro da talk-show e guadagna un autentico campione della Cultura: è José Guirao che va a sostituire l'intrattenitore Máxim Huerta. Ecco tutti i dettagli.
La prima vittima mediatica della politica spagnola, a meno di una settimana dall’insediamento del nuovo governo del socialista Pedro Sánchez, è forse l’unica nomina deludente e di basso profilo, che aveva suscitato perplessità nel mondo intellettuale. Il ministro designato di Cultura e Sport Máxim Huerta, valenciano classe 1971, scrittore e giornalista, è noto soprattutto come abile intrattenitore in un talk show di Telecinco, la rete ammiraglia della Fininvest spagnola. La scoperta però che un ministro di un governo di coalizione, sorto per combattere la corruzione dilagante nel PP di Rajoy, abbia frodato il Fisco per circa 250mila euro, usando una società fittizia per fatturare gli alti compensi televisivi, ha subito fatto scandalo. Le dimissioni forzate del neo ministro di Cultura e Sport (materia quest’ultima che peraltro Huerta ha dichiarato in vari tweet di non seguire particolarmente…) sono avvenute in un mercoledì caldo per la Spagna – in contemporanea con quelle dell’allenatore della Nazionale di calcio Julen Lopetegui – ma hanno provocato la risposta immediata ed efficace del premier Sánchez.
FINALMENTE UN BRILLANTE GESTORE CULTURALE
La nomina di José Guirao è un già autentico successo: i giornali spagnoli parlano già di risposta eccellente e dell’opportunità del Governo di rimediare a un grave errore. “Dopo lo show, un gestore riconosciuto” titola El Mundo e ovunque si manifesta il plauso del mondo della cultura spagnola per la scelta di ottimo profilo. Andaluso di Almeria, nato nel 1959, Guirao è un gestore culturale a tutto tondo, stimato negli ambienti della politica e dell’economia. Uomo raffinato, colto e pacato, è un abile comunicatore e suole circondarsi di validi collaboratori. La sua passione sono l’arte contemporanea e la letteratura (è laureato in Filologia Hispanica), ma ha fama di ottimo consigliere anche nel mondo del mecenatismo e tra gli organismi privati, dotato di senso politico e con interessi trasversali. Illuminanti le sue prime dichiarazioni a Radio Nacional de España: “…Credo che sia importante che la Cultura entri nell’agenda di Governo. La Cultura muove tante cose, anche dal punto di vista economico, ma soprattutto nutre lo spirito, cosa di cui abbiamo molto bisogno oggi”. Impeccabile il curriculum di Pepe Guirao, come lo chiamano gli amici. Dopo gli esordi presso la Direzione dei beni culturali della Junta di Andalusia, dal 1994 al 2001 ha diretto il Museo Reina Sofia, nato da poco e già in fase di ampliamento con la costruzione dell’ala di Jean Nouvel. Il suo interesse per l’arte giovane e per le avanguardie lo ha portato poi a guidare, dal 2002 al 2014, uno dei progetti culturali più innovativi della capitale spagnola: la creazione della Casa Encendida (centro finanziato dall’allora banca CajaMadrid) intorno al quale, negli anni, si è sviluppato un processo di riqualificazione del quartiere di Lavapíes e di Embajadores. Qui oggi è sorto un polo di attrazione per le ultime tendenze dell’arte contemporanea, con la creazione di spazi come la Tabacalera (che ospiterà prossimamente anche la collezione di Ella Fontanals de Cisneros) e lo sviluppo della calle del Dottor Forquet, la stradina di moda per le gallerie.
LE SFIDE DI UN MINISTERO RINATO
Rispetto al precedente governo di Mariano Rajoy, Pedro Sánchez ha scelto di dividere l’Educazione dalle competenze del ministero di Cultura e Sport, separando due ambiti di assoluta importanza nella società civile spagnola. Sono perciò molti i temi caldi sul tavolo del Ministero che José Guirao dovrà affrontare in tempi brevi. Fra questi: la mancanza di fondi per le celebrazioni per il Bicentenario del Museo del Prado (denunciati qualche giorno fa dal direttore Miguel Falomir in un’intervista al quotidiano El País); la riduzione dell’Iva culturale dal 21% al 13%; la sospirata legge del mecenatismo, che permetta sgravi fiscali agli investimenti in cultura; e infine l’annosa questione del rinnovo della cessione della collezione di Carmen Thyssen Cervera allo Stato spagnolo.
– Federica Lonati
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