Mauro Felicori lascia la Reggia di Caserta per sopraggiunti limiti d’età
Il direttore lo annuncia su Facebook. Il 31 ottobre dovrà lasciare la Reggia di Caserta un anno prima della fine del suo mandato. Ecco come è andata.
“In ragione della legge sulla quiescenza obbligatoria per limiti di età dei dipendenti pubblici, il mio contratto con lo Stato come direttore della Reggia di Caserta cesserà con il prossimo ottobre, in anticipo di un anno rispetto alla scadenza indicata. Peccato“. Così scrive su Facebook il direttore della Reggia di Caserta, Mauro Felicori, annunciando di essere costretto a lasciare il suo incarico il prossimo 31 ottobre. Felicori era tra i “superdirettori” nominati dall’allora Ministro Dario Franceschini, a seguito del concorsone che aveva nel 2015 scelto i nuovi dirigenti alla guida di 20 tra le più importanti istituzioni culturali. Nel corso del suo (breve) mandato, Felicori si è distinto in tutti i modi.
SUCCESSI E QUERELLE
Appena entrato in carica viene criticato dai sindacati perché lavora troppo, restando in ufficio anche oltre l’orario di lavoro. Inutile dire che la querelle lo mette in pochi istanti al centro di un nuovo dibattito ma anche della cornice di cambiamento voluta dal Ministero nella forma mentis delle istituzioni culturali afferenti al MIBACT. Nel 2017 viene presentato, in merito alla sua nomina, un ricorso, poi immediatamente respinto dal TAR. Annuncia un piano di ristrutturazione di alcuni ambienti della Reggia, dopo gli spiazzanti crolli del 2012, per il quale vengono stanziati circa 60 milioni di euro. I lavori si concluderanno nel 2020, quando Felicori non sarà più direttore. Un’altra polemica lo vede al centro quando decide di destinare le Cavallerizze della Reggia a sede del Consorzio di Tutela della Mozzarella di Bufala Campana Dop, o quando l’architettura del Vanvitelli viene parzialmente affittata per 30.000 euro da Angela Ammaturo, AD del brand di moda Frankie Morello, per festeggiare il proprio matrimonio insieme a 250 invitati. Si è parlato di meno (ma ne ha parlato Artribune) del lavoro fatto da Felicori, pur con risicate risorse e tanti vincoli, per dare alla bellissima collezione Terrae Motus, vincolata dal gallerista Lucio Amelio al Palazzo Reale di Caserta, un allestimento definitivo nei cosiddetti spazi dell’Aeronautica. Grandi successi che però non hanno garantito al superdirettore di poter concludere il proprio mandato.
IL MANDATO SCADUTO
Nessun complotto e nessun retropensiero. Il post su Facebook di Felicori parla chiaro. La legge prevede un limite massimo d’età di 66 anni e 7 mesi per i dipendenti pubblici. Per il direttore della Reggia questo limite giunge a compimento il 31 ottobre. L’unica domanda che resta nell’aria, a rigor di logica (ma non di legge), è come mai questo problema non sia stato sollevato all’atto della firma del contratto, permettendo a Felicori di concludere il suo mandato. Ma il direttore, raggiunto da Artribune, e ancora ben saldo alla propria scrivania, non ha alcuna rimostranza da fare, rispettoso dei termini di legge. “Certo”, ci confessa, “dispiace interrompere un percorso. Ogni giorno nasce un nuovo problema, ma anche un nuovo progetto e una nuova proposta. Quando sono entrato alla Reggia ho costruito naturalmente un programma spalmato su 4 anni, vederlo concludersi in un periodo più breve è un peccato. La speranza è che chi verrà dopo si metta in scia rispetto a questo percorso già avviato”
CHI È FELICORI
Nato a Bologna, dove, laureatosi con lode in filosofia, si è poi specializzato in economia della cultura e politiche culturali, Felicori ha oggi 66 anni. Nel 2011 è stato direttore del Dipartimento economia e promozione della Città del Comune di Bologna, dove è dirigente dal 1986 e, in precedenza, ha diretto, tra l’altro, l’Area Cultura, l’Istituzione Musei Civici, l’Istituzione Biblioteche civiche e il Settore Cultura e Rapporti con l’Università. Docente di gestione e organizzazione delle imprese culturali nell’Università di Bologna, è autore di numerose pubblicazioni in materia. Poi la nomina a Caserta, dopo il concorsone indetto da Franceschini, mandato che si conclude in anticipo in autunno 2018 invece che nel 2019. Ma Felicori altri quattro anni a Caserta li avrebbe fatti? “Oddio, non saprei”, spiega, “quattro anni sono pochi per una istituzione come la Reggia, otto anni sono forse troppi. Magari avrei pensato ad un periodo anfibio di passaggio di consegne, che a mio parere andrebbe fatto in tanti mestieri, non solo nel mio. Un prolungamento limitato l’avrei accettato. Non mi sto lamentando rispetto a quanto deciso, la legge è chiara su questo aspetto, penso però che in linea generale un tetto così basso (66 anni e 7 mesi) non sia sensato. Certo, non abbiamo l’energia di un quarantenne, ma abbiamo tanta esperienza che sarebbe bello mettere a disposizione anche dei più giovani”.
TEMPO DI BILANCI
Sebbene Felicori sarà alla guida della Reggia di Caserta ancora per qualche mese, qualche bilancio è opportuno farlo. Il direttore è soddisfatto: “C’è stata una bella inversione di tendenza. Il bilancio è molto positivo. La Reggia di cui prima non si parlava per nulla (o se ne parlava male) è diventata giustamente di nuovo l’oggetto del desiderio di molti. Marciamo verso un milione di visitatori, mi sembra che sia cambiata l’atmosfera, i visitatori tornano con piacere, chi lavora lo fa con nuove idee, tanta partecipazione e molto volentieri. Ho rimesso in gioco tanta gente. E in una terra come il sud, aver creato fiducia invece che rassegnazione, beh… questo per me vale molto”. Certo, ora c’è da pensare, non senza una certa preoccupazione, a quello che sarà il “dopo-Felicori”. Come sarà scelto il successore? Con quali criteri? Quando verrà indetto il nuovo bando? Su quest’ultimo punto risponde Antonio Lampis, direttore generale per i Musei al Mibac: “ci sbrigheremo con la commissione, tra l’altro in Campania dobbiamo anche fare il bando per Campi Flegrei”. Quanto a sé, Felicori ci rassicura: “non smetterò di lavorare”.
–Santa Nastro
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