Come sarà il 2019 dei Musei italiani? Intervista a Lorenzo Balbi, direttore del MAMbo di Bologna
Parte dal centro Italia la nostra survey sul 2019 dei Musei italiani. Tirando le fila dell’anno che si sta chiudendo e con qualche accenno a che cosa accadrà in futuro.
Come sarà la programmazione dell’anno 2019?
Come ormai da tradizione, presenteremo la programmazione completa del MAMbo durante la festa al museo della notte bianca di Arte Fiera (sabato 2 febbraio). Tuttavia alcune mostre sono già state comunicate, per cui posso dare qualche anticipazione e preannunciare che dopo la grande collettiva generazionale dedicata ad artisti italiani nati dopo il 1980, la Sala delle Ciminiere sarà nel 2019 teatro di tre mostre personali che riguarderanno: una grande artista internazionale mai presentata prima in un solo show in Italia (Mika Rottenberg – inaugurazione il 30 gennaio), un giovane artista straniero già attivo e riconosciuto sul palcoscenico dell’arte contemporanea (il nome a inizio febbraio), un artista italiano affermato ma che non ha mai avuto prima una personale in un museo (Cesare Pietroiusti – in autunno).
Altre news?
Sì, continueranno le mostre dedicate alla ricerca sul territorio emiliano-romagnolo in Project Room con tre progetti dedicati alla contaminazione tra arte, musica e fumetto (dettagli a febbraio). Villa delle Rose proseguirà il proprio percorso legato all’internazionalità con la personale di Goran Trbuljak (in collaborazione con il CAC di Ginevra, opening il 25 gennaio) e la terza edizione del Programma di Residenze ROSE che ospiterà Catherine Biocca in primavera. Oltre a questo: ART CITY Bologna con i suoi eventi sparsi per la città, nuove sezioni della collezione permanente, progetti speciali al Padiglione de l’Esprit Nouveau e a Casa Morandi, collaborazioni con festival, incontri, presentazioni di libri…
Ci sarà spazio per la giovane arte italiana? Se sì, in che modo?
Dopo That’s IT!, la grande mostra dedicata a 56 tra artisti e collettivi italiani protagonista della stagione espositiva del MAMbo per il 2018, nel 2019 proseguiremo nel percorso di valorizzazione della giovane arte italiana in modi diversi: allestendo alcune opere di giovani artisti in una sezione della collezione permanente, coinvolgendo giovani artisti italiani nei progetti di ART CITY Bologna (ad esempio Christian Fogarolli a Palazzo Poggi e Michele Spanghero al Cinema Modernissimo), dando la possibilità a 15/16 giovani artisti di partecipare alla produzione dell’opera centrale della mostra di Pietroiusti.
Su quali risorse contate?
Come museo civico che opera all’interno dell’Istituzione Bologna Musei contiamo prevalentemente sul budget che è messo a nostra disposizione dal Comune al quale aggiungiamo risorse provenienti da Fondazioni, fundraising dedicato, bandi (in particolare l’Italian Council che supporterà la produzione dell’opera centrale della mostra di Cesare Pietroiusti) e sponsorizzazioni. Contiamo di riuscire nel 2019 a coinvolgere ancora più partner con una proposta sempre più ambiziosa e ramificata.
Un bilancio dell’anno che si è appena concluso?
Il bilancio non può che essere positivo: tutte le sedi dell’Area Arte Moderna e Contemporanea che coordino quest’anno sono state aperte e attive con eventi, iniziative e progetti premiati molto spesso dal pubblico che è cresciuto in numeri e partecipazione. L’attenzione del pubblico e della stampa sul MAMbo è stata costante e siamo contenti di aver ribadito il ruolo che il museo vuole esercitare sul palcoscenico dell’arte contemporanea. La strada è ancora lunga e il lavoro che ci aspetta molto impegnativo ma è sicuramente un ottimo inizio. Sono molto felice che la curiosità rispetto a ciò che proponiamo cresca continuamente.
Dalla tua nomina sei riuscito a realizzare tutto ciò che ti eri prefisso? C’è qualcosa invece che vorresti riuscire a realizzare nell’anno che si sta aprendo?
Sì, grazie allo sforzo di tutto lo staff del MAMbo e al sostegno dell’Istituzione Bologna Musei, del suo Consiglio di Amministrazione e anche dell’Assessorato alla Cultura, posso dire che tutti gli obiettivi che ci eravamo posti per questo primo anno sono stati raggiunti. Proprio questo buon avvio ci spinge a rilanciare con obiettivi ancora più ambiziosi e importanti. Molte sono le cose che vorrei realizzare nel breve e lungo periodo a Bologna: avviare un progetto formativo in collaborazione con l’Università, cercare uno spazio in città da dedicare a studi per artisti, “liberare” le ciminiere dell’Ex-Forno del pane dall’intonaco e riportarle allo splendore originario.
I più grandi pregi del tuo museo e i più grandi difetti.
Il più grande pregio del MAMbo è Bologna: essere istituzione e punto di riferimento per la ricerca in arti visive contemporanee di una città estremamente propositiva e interessata. Lavorare in questo contesto è stimolante e appagante. La partecipazione della città e del pubblico è uno dei più grandi pregi del museo.
Passiamo ai difetti…
Il più grande difetto è Bologna: allo stesso modo cimentarsi in un contesto così esigente mette a dura prova ogni contenuto, progetto o iniziativa che si propone. L’abitudine alla frequentazione di eventi culturali, perseguita in decenni di proposte di altissimo livello, consente al pubblico di Bologna di essere anche intransigente e critico.
– Santa Nastro
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