Se i musei fanno visita alle scuole. Outdoor, il progetto promosso dal Museo Novecento di Firenze
Nato da un’idea del direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti, il progetto coinvolge di volta in volta diverse scuole di Firenze, che ospitano per un giorno un’opera proveniente dal museo. E gli studenti sembra proprio apprezzino…
Quella che si svolge da un po’ di tempo a questa parte a Firenze può essere considerata un po’ una rivisitazione (o una rivoluzione?) del concetto di “gita scolastica” nei musei. Di solito, bambini e ragazzi vengono accompagnati da un docente a fare lezione tra le sale delle istituzioni museali, per conoscere ed entrare in contatto con le opere lì dove queste sono custodite ed esposte. E se le opere d’arte, invece, fossero portate nelle scuole, uscendo così dalla loro usuale “casa” e trasformando, per un giorno, un istituto scolastico in un museo temporaneo? È questo il concetto alla base di Outdoor, progetto ideato dal direttore artistico del Museo Novecento Sergio Risaliti e realizzato dall’Associazione MUS.E.
IL PROGETTO
Il progetto Outdoor prevede di esporre dipinti e sculture delle collezioni novecentesche all’interno di scuole, ospedali, carceri, istituti per anziani, biblioteche, aziende e case private. L’iniziativa risponde al duplice intento di promuovere la conoscenza delle raccolte del Comune di Firenze intercettando e mettendo al centro pubblici diversi in contesti quotidiani, talvolta anche molto lontani dalla dimensione museale, e di favorire un incontro diretto con l’opera d’arte, mettendone in luce gli aspetti della sua storia ed esistenza materiale. L’esposizione, dedicata di volta in volta ad una singola opera, è accompagnata dalla presenza di un mediatore che presenta l’artista e il suo lavoro. “Molte azioni sono necessarie per valorizzare e divulgare arte, e la mediazione culturale all’interno di un museo è la prima tra queste”, spiega Sergio Risaliti. “Abbiamo immaginato di creare un ulteriore collegamento tra le opere della collezione e il pubblico, invertendo la direzione. In questo caso sono le opere che raggiungono le persone nel loro habitat quotidiano. In primis i bambini e i ragazzi nelle scuole. Ci sposteremo, però, anche negli ospedali, nei luoghi di detenzione, nelle aziende e perfino nelle case private. Immaginate la sorpresa! Un quadro arriva in classe direttamente dal museo. Che emozione. Una famiglia ospita una scultura per una sera. L’azienda si ferma per un’ora per dedicarsi alla contemplazione di un’opera d’arte. Quale privilegio! Per un giorno essere custodi di un bene prezioso come l’arte”.
LE SCUOLE E LE OPERE IN VISITA
L’istituto comprensivo Oltrarno è stata la prima scuola ad aderire al progetto: lo scorso 14 novembre le classi 3A e 3E della Scuola Secondaria di primo grado ha infatti inaugurato la fase sperimentale di Outdoor. I piccoli studenti hanno assistito all’arrivo dell’opera, Natura morta con carpa e conchiglie e limoni nel paesaggio di Pomposa di Filippo De Pisis, e alle operazioni di disimballaggio (apertura della cassa ed eventuali altre tipologie di imballo). Ad una breve analisi da parte di un restauratore, coinvolto nel progetto, ha fatto seguito un’introduzione sull’opera e sull’attività dell’artista da parte del dipartimento di mediazione culturale dell’Associazione MUS.E. A spiegare come funziona la visita delle opere d’arte nelle scuole è lo stesso Risaliti: “una volta in classe, facciamo capire come si preserva nella sua cassa il dipinto. Siamo in compagnia di un restauratore in camice bianco per analizzare il manufatto con lenti speciali. Lo storico dell’arte racconta aneddoti e illustra i significati riposti. Siamo convinti di collaborare alla crescita dell’amore per l’arte, senza cui parole come tutela e conservazione rischiano di rimbalzare a vuoto”.
LA REAZIONE DEI PIÙ PICCOLI
Albero viola e casa bianca di Severo Pozzati di recente è stato protagonista di un nuovo appuntamento di Outdoor, stavolta alla scuola Collodi. I bambini della 4B hanno svitato le viti della cassa che conteneva il dipinto, toccando così l’opera con le proprie mani. “Grazie ad Outdoor i nostri cittadini più giovani possono scoprire cosa significa prendersi cura di un’opera d’arte: il trasporto, il restauro, la conservazione”, ha spiegato il Vicesindaco e assessore all’Educazione del Comune di Firenze Cristina Giachi. E trattandosi di bambini di circa 10 anni – forse anche meno –, al loro primo approccio all’arte, non è difficile immaginare le reazioni e soprattutto le domande che i piccoli studenti hanno posto al mediatore culturale di MUS.E.: “l’artista dove ha comprato i colori?”, “il vetro del quadro è antiproiettile?”. E quando ai bambini è stato spiegato che Pozzati amava i paesaggi di Giotto e che tra i suoi amici c’era anche Morandi, le loro reazioni sono state: “Giotto è quello delle matite. Ce le ho!”, “Morandi lo conosco. È un cantante e piace alla mia mamma!”.
– Desirée Maida
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