Questione Palazzo dei Diamanti. Intervista movimentata a Vittorio Sgarbi
Dopo il nostro articolo a favore del nuovo padiglione finito in un vortice di polemiche, Vittorio Sgarbi si è fatto immediatamente sentire con telefonate, messaggi, immagini e suoni via WhatsApp. Alla fine ne è venuto fuori un dialogo interessante e abbiamo deciso, sperando di non farlo arrabbiare ancora di più, di pubblicarlo!
Dopo la pubblicazione del nostro articolo riguardante la polemica sul nuovo padiglione di Palazzo dei Diamanti di Ferrara (qui tutta la spiegazione) la telefonata di Vittorio Sgarbi non si è fatta attendere molto. Oltre a arrabbiarsi per un passaggio dell’articolo che lo definiva “Sgarbi qualunque”, il ferrarese ha ribadito con forza le sue ragioni: Palazzo dei Diamanti non va toccato perché è un capolavoro. Abbiamo replicato con altrettanta fermezza che tutto può essere toccato, capolavori inclusi, ed è proprio ad una continua stratificazione di progetti, stili, costruzioni e demolizioni che oggi viviamo in un paese unico e la stessa Ferrara ne è un esempio: il Palazzo si trova nel bel mezzo della Addizione Erculea della città, ovvero una clamorosa operazione urbanistica (una delle prime del suo genere) di straordinaria modernità che avrebbe fatto saltare sulla sedia conservatori e talebani della tutela semmai fossero esistiti tra Quattrocento e Cinquecento. Insomma abbiamo provato a spiegare a Sgarbi che stava smaniando per tutelare un bene che, se questa impostazione fosse esistita all’epoca della sua edificazione, non sarebbe stato mai realizzato. Ma in questa storia ci sono tante questioni in ballo, non ultima la campagna elettorale che la città di Ferrara si appresta a vivere il prossimo maggio e pare che il Vecchio Sgarbone non si lasci scappare l’occasione di diventare sindaco della sua città. Dunque al di là delle pur interessanti – sebbene per noi quasi mai condivisibili – posizioni del grande storico dell’arte sulla faccenda Palazzo dei Diamanti, bisogna leggere la storia in filigrana.
Dopo la lunga telefonata gli scambi ‘epistolari’ via WhatsApp non si sono calmati. Alla fine ne è uscito fuori un colloquio con tanti elementi di interesse e abbiamo deciso di pubblicarlo con qualche “ndr” all’interno per spiegare il contesto difficilmente desumibile copincollando una chat tra due individui in pieno bisticcio intellettuale.
SGARBI: Caro “Tonelli qualunque”, non conosci la legge e non hai letto Cervellati [Pier Luigi Cervellati, architetto e urbanista italiano, ndr]. Semplicemente non si può! Il concorso vinto non c’entra niente. È illusorio un concorso che ti chieda di aggiungere un’ala a un edificio come il palazzo ducale di Venezia o di Urbino. È un inganno di un ministro ferrarese. Così pensano Frommel e Portoghesi, Quintavalle e Riccomini. Ma io non devo essere offeso da te.
TONELLI: Non è una così grande offesa “Sgarbi qualunque”, suvvia!
SGARBI: Sì, ma io sono tutto meno che qualunque. E infatti tu ti interessi di me. E io, che non ho pregiudizi, mi ero interessato della tua biglietteria. E ne parlerò con Famiglietti [Gino Famiglietti, uno dei direttori generali del Ministero della Cultura, ndr] Anche se credo che ne sia responsabile Lampis [Antonio Lampis, un altro dei direttori generali, ndr].
TONELLI: Credo proprio che la competenza sia di Famiglietti. Ho sentito Lampis (che è impegnatissimo e gira come una trottola tra Caserta, Milano e Cosenza) e me lo conferma.
SGARBI: Ma poi 3 milioni e mezzo per dei pannelli removibili, ti pare normale?
TONELLI: Se credi che il bando sia fuorilegge fai esposto alla Procura della Repubblica. Se credi (e magari hai ragione) che i conti non tornino e i soldi li stiano buttando, fai esposto alla Corte dei Conti. I mezzi ci sono, ma non posso condividere la petizione contro un giovane studio di architetti in gamba che hanno vinto un regolare concorso internazionale facendo firmare nani e ballerine giusto per far cagnara. Se è tutto illegale come dici, non hai certo bisogno del sindaco di Ascoli o di Salerno che ti firmano una petizione su un argomento di cui ovviamente non sanno alcunché!
SGARBI: Non hai capito che queste persone sono proprio contro l’idea in se. E hanno firmato per questo. Anche Cervellati, che pure stima i Labics [lo studio di architettura di Francesco Isidori e Maria Claudia Clemente che ha vinto il bando contro il quale si scaglia Sgarbi, ndr]. Non ci sono nani e ballerine, ma persone che pensano. E molto.
TONELLI: Pensano male. Pensano che il nostro patrimonio sia qualcosa di intoccabile, di immutabile, di immodificabile. Io penso che questa impostazione sia profondamente sbagliata e combatto per le mie idee. Sono convinto che con questa impostazione, semmai fosse esistita anni fa, il nostro patrimonio che oggi pretendiamo di difendere proprio non esisterebbe. L’Italia esiste nella sua straordinarietà perché sono tremila anni che si stratifica continuamente. Io spero che continui a farlo.
SGARBI: Nulla è più importante dell’integrità della architettura e della urbanistica. Ci sono, per converso, molte aree “disponibili”. Ma la perfezione è incorruttibile quando sia acclarata in un sistema chiuso, anche recente. Prova a immaginare un ampliamento della Casa del Fascio di Terragni, del Palazzo della Civiltà dell’Eur e anche del negozio Olivetti di Carlo Scarpa a Venezia, che pure obbedisce alle esigenze che tu indichi. Ferrara di Biagio Rossetti [l’architetto rinascimentale autore tra l’altro di Palazzo dei Diamanti, ndr] appartiene al patrimonio degli intoccabili come Piazza San Marco a Venezia, come Pienza, come Piazza del Campidoglio. I palinsesti che tu evochi sono integrazione di imperfezioni, e meritano un dibattito. Ma i sistemi chiusi e perfetti (pensa a Piazza dei Miracoli a Pisa) sono, e devono restare, immodificabili.
TONELLI: Posso capire, ma il sistema chiuso di Palazzo dei Diamanti riguarda la sua facciata, i suoi interni, il suo chiostro. Luoghi dove non si interviene; si interviene nel giardino, alle spalle, realizzando un piccolo padiglione peraltro reversibile di 500mq in un punto in cui c’era solo degrado e una passerella fatiscente (che però non aveva fatto indignare nessuno). Nel frattempo hanno devastato Circo Massimo e tutto il sistema chiuso Palatino/Celio/Caracalla ma zero petizioni e zero firme del sindaco di Salerno…
SGARBI: [A questo punto Sgarbi invia via messaggino questo ritaglio del Resto del Carlino di venerdì scorso]
TONELLI: Sui giornali esce solo una campana. Mi pare davvero scorretto. Chiunque prova a raccontare un’altra storia sui quotidiani viene rimbalzato. Troppo facile agire sulla costante paura del nuovo della gggente. Questo detto a livello culturale. A livello normativo non entro… E poi leggi che roba sul tuo ritaglio. Siamo ad aizzare la gente che vuole edifici in “stile”. Questo significa parlare alla pancia delle persone, sollecitando istinti nella migliore delle ipotesi kitsch.
SGARBI: Ti ho mandato semplicemente l’intervista del più esperto architetto che molti interventi ha fatto, anche a proposito delle vostre ridicole illazioni su firmatari inconsapevoli. Prova a intervistare Montanari, Settis, Emiliani, Riccomini, Quintavalle, Frommel, Bellini, Botta, Portoghesi, Ficacci, Scoppola. Non ho fatto firmare il popolo come voi. Trova un Soprintendente che sia d’accordo con te se ci riesci!
TONELLI: Il giorno in cui un soprintendente sarà d’accordo con me mi preoccuperò. Sono tra le figure che hanno trasformato un grandioso paese, spavaldo e coraggioso, in un luogo patetico e deprimente dal mio punto di vista. Come ti ho già detto: se questa mentalità ci fosse stata nel 1490 a Ferrara avreste bloccato l’Addizione di Ercole considerandola speculazione edilizia ai danni dell’integrità della città medievale. Non è un caso che non esiste nessun paese al mondo dove si ragiona così. Proprio nessuno Tornando all’intervista che mi hai mandato, l’ultima risposta di cervellati è emblematica: condanna una addizione perché violenterebbe un’altra addizione… c’è della schizofrenia in questo. È proprio evidente.
SGARBI: Conosci male L’Addizione Erculea, che è distante e staccata dalla città medievale. Palazzo dei Diamanti è sorto in mezzo alla campagna. Come l’E42!
TONELLI: In mezzo alla campagna? MALISSIMO: ha deturpato il contado e il paesaggio per meri scopi immobiliari!!!! Lo avreste bloccato. Avreste trovato qualche leggina… Mi ricordo quando venni una volta nella tua vecchia casa a Palazzo Massimo a Roma: pensa l’ampliamento del Peruzzi all’insula medievale dei Massimo… che scempio! Per fortuna non c’erano leggine e Italie Vostre e oggi abbiamo il meraviglioso Palazzo Massimo alle Colonne.
SGARBI: Il miracolo di Ferrara, Pienza, Palmanova, Grammichele, il Campidoglio, Sabbioneta, l’E42, Brasilia, Monteriggioni, Piazza del Campo, Piazza dei Miracoli, Piazza del Duomo a Parma, Piazza Cavalli a Piacenza non si tocca.
TONELLI: Su determinate piazze sono d’accordo è ovvio. Ma qui non si tratta di modificare Piazza del Campidoglio. Si tratta di fare un padiglione. Come si è fatto proprio in Campidoglio, da Aymonino… e siamo tutti sopravvissuti. (E da decenni quel museo è migliore grazie a quel padiglione).
SGARBI: L’integrità urbanistica e architettonica è un dogma della sensibilità moderna e storicistica. Palazzo Massimo fu costruito dopo il sacco di Roma. Non c’è ancora stato il sacco di Ferrara! La teca di Aymonino con il povero Marco Aurelio sul trampolino è uno degli orrori della museografia contemporanea. Scarpa non aggiunse mica padiglioni a Castelvecchio e a Palazzo Abatellis.
TONELLI: Mah. Non bestemmiamo Scarpa. A Venezia cambiò del tutto i connotati della Querini. Nuovo giardino (come spero si farà a Palazzo dei Diamanti), acqua da tutte le parti, addirittura dei finti canali e delle finte paratie, perfino un nuovo ponte fuori sul canale. Non solo l’architettura, cambiò pure l’urbanistica… Italia Nostra e Albano Carrisi non fecero in tempo purtroppo a fermare questo… SCEMPIO nel cuore della Serenissima. Per fortuna.
SGARBI: Sei piuttosto naïf: Aymonino fu tra i fondatori di Italia Nostra che ha condotto con me la battaglia delle battaglie: quella contro l’eolico e il fotovoltaico. L’Italia è sopravvissuta grazie a buone leggi di tutela. Altrimenti Firenze sarebbe come Tokyo. Ma tu non conosci Gnoli, non hai letto Marmora Romana, e Gonzales Palacios, e Carmen Pellegrino, e prediligi le manomissioni. L’unico vero valore per l’architettura e per il paesaggio è l’integrità. Palazzo dei Diamanti non è un contenitore, e non deve adattarsi a una galleria d’arte. È la galleria che deve adattarsi al palazzo. Altimenti legittimi le ragioni non della architettura, ma delle biglietterie.
E tornando alla Querini era un palazzotto di cui non conosciamo neppure l’architetto, mentre Palazzo dei Diamanti è un capolavoro di Biagio Rossetti. E non va toccato come tu non toccheresti un’architettura di Carlo Scarpa.
TONELLI: Beh questo tuo punto sull’unicità di alcuni certi capolavori la capisco (anche se non lo condivido). Ma allora quando difendevi la scelta di Raggi (fatta esclusivamente per fare un favore ai palazzinari romani: nuovi uffici di qualità in città svalutano i loro) di non costruire le affascinanti torri di Libeskind nell’estrema periferia romana quale “unicità” tutelavi? Quella delle bidonville della Magliana e delle discariche di amianto di Tor di Valle? Mi ricordo che ci facemmo una discreta altra litigata al telefono un paio di annetti fa. Come vedi il punto non è tutelare i presunti capolavori intoccabili (chi li certifica come tali, poi?) ma avere sempre e costantemente paura del nuovo. Io al contrario ho paura quando la civiltà smette di rinnovarsi e stratificarsi come ha sempre fatto per millenni
SGARBI: Non capisci. Roma aveva, e ha ancora, per fortuna, uno skyline orizzontale, senza grattacieli, verso la campagna romana. È unico. E non va spezzato. Contro quei tre grattacieli, che la Soprintendenza ha bocciato e che erano soprattutto fonte di corruzione, ho attaccato sempre la Raggi e Totti. Il nuovo, come l’Eur, come Gibellina, come l’Addizione Erculea, va fatto in nuovi spazi.
TONELLI: Come sarebbe!? Prima mi scrivi che il Palazzo della Civiltà è da mettere tra gli intoccabili ora che Roma non deve cambiare il suo profilo né costruire nella campagna… se fossi esistito negli anni Trenta ti saresti dunque opposto all’Eur che ora consideri intoccabile. E Tor di Valle, che è enormemente più lontano dal centro dell’Eur non ci azzecca nulla con lo skyline di Roma… cioè Eur me lo consideri una zona nuova e Tor di Valle che è molto più fuori me lo consideri parte dello skyline urbano? Ma non vedi che è solo ideologia?
Quanto alla corruzione, come è dimostrato dalle indagini su Lanzalone, è esattamente il contrario: si è generata proprio per NON fare quegli edifici, non per farli. Si trattava anzi, prima che Raggi ci mettesse le mani, della prima grande operazione immobiliare romana NON speculativa pensa tu…
SGARBI: Non capisci, non hai letto, non hai visto. Lo sviluppo delle periferie è orrido perché meramente speculativo, come le tre torri per gli affari di Pallotta [presidente della Roma calcio, ndr]. L’E42 era l’Esposizione Universale, non gli affari di Pagnotta, con consulente Totti. Guarda i nomi dell’E42. Altroché Labics e la Fabbri. Siete ridotti male, voi giovani. Franceschini non è Bottai. L’Eur è Piacentini, Libera, Pagano, Piccinato, Vietti, La Padula, Moretti. Non Francesco Isidori e Maria Claudia Clemente.
-Massimiliano Tonelli
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