Rivoluzione all’Accademia di Brera: pronto il trasferimento negli spazi dello Scalo Farini
Le lauree ad honorem che aprono l’anno accademico saranno conferite, per la prima volta, il 27 febbraio presso lo Scalo Farini. La nuova sede braidense sta per nascere. Le ultime novità
Dopo anni di tormente sulla disposizione degli spazi dell’Accademia di Belle Arti di Brera (attualmente divisa tra il Palazzo Brera e la non altrettanto sontuosa sede di Viale Marche), viene ufficializzata la nascita di Brera 2 presso lo Scalo Farini. Un progetto che costituirà un nuovo polo culturale e che rientra all’interno dell’ampia riqualificazione di ex scali ferroviari cittadini: il chiaro sintomo di un continuo ripensamento del tessuto urbano della città di Milano. Mentre il concorso per l’assegnazione dello studio architettonico responsabile è ancora in corso – gli esiti si avranno alla ad aprile – una parte dell’Accademia braidense è pronta a trasferirsi nei già agibili 25 mila mq, precedentemente utilizzati come magazzini delle Poste.
LAUREE AD HONOREM ALL’EX SCALO FARINI
L’Accademia di Brera inaugura il 27 febbraio l’anno accademico con il consueto conferimento delle lauree ad honorem, che saranno assegnate a Hilal Elver, delegata Onu del diritto all’alimentazione, e al musicista Ennio Morricone. Una celebrazione che avrà una cornice altrettanto speciale: gli spazi dell’ex Scalo Farini, futura dimora dell’Accademia di Brera. La mattina stessa, all’interno della Sala Napoleonica del palazzo braidense, viene, invece, presentato il catalogo Campus delle Arti di Brera. Ampliamento dell’Accademia allo Scalo Farini (di Mimesis Edizioni), che raccoglie una ricerca di progettazione architettonica iniziata da alcuni anni e condotta dallo stesso gruppo di ricerca del Politecnico di Milano con l’Accademia di Brera. Un asse importante che fa intendere che il passo decisivo è ormai compiuto. La cosiddetta Brera 2 lascia, così, gli spazi di Viale Marche e inizia una nuova vita in un contesto totalmente rinnovato.
IL CONCORSO FARINI
L’accordo era già stato stipulato ufficialmente a settembre scorso, quando il progetto del masterplan presentato aveva avuto l’approvazione della commissione del paesaggio di Palazzo Marino. Un traguardo segnato grazie alla collaborazione propositiva delle tre istituzioni coinvolte oltre a Brera: la Città di Milano, il Politecnico, le Ferrovie della Stato. Da quello che per ora si sa, i cantieri dovrebbero partire entro il 2021, periodo che coincide con la fine del mandato della giunta Sala. Lo Scalo Farini rappresenta un importante snodo posizionato tra Porta Nuova e Porta Garibaldi, che costituisce il più grande dei sette scali ferroviari dismessi da trasformare e restituire alla città, il cui stato di avanzamento viene costantemente monitorato dal portale www.scalimilano.vision. Ulteriori dettagli saranno resi noti ad aprile, quando verrà proclamato il team vincitore tra i 5 finalisti, per la redazione del “masterplan di trasformazione e rigenerazione urbana degli scali ferroviari di Milano Farini e Milano San Cristoforo”. I team finalisti sono formati da partnership di più studi, tra nomi affermati ed emergenti, italiani e internazionali: BAUKUH (Italia), OMA (Paesi Bassi), ARUP (Italia), GRIMSHAW (UK) e Kengo Kuma and Associates Europe (FR). Una grande opera di riqualificazione che si va a inserire nella scia di Milano 2030, il prossimo ambizioso obiettivo per una città metropolitana che punta a ricostruirsi un pezzo alla volta, per sempre più sostenibile e attrattiva (sia per i turisti che per gli abitanti). Senza dimenticare contenuti e contenitori culturali.
LA NUOVA BRERA 2
Negli spazi della nuova sede, pare che siano già disponibili quasi 25 mila mq che ospiteranno alcune lezioni e attività accademiche, tra gli ex magazzini utilizzati anche dalle Poste, con ingresso da via Valtellina 7. Ulteriori 15 mila mq, infine, dovrebbero aggiungersi al completamento. Una scelta, quella dello Scalo, che “non nasce per caso”, come ha affermato Livia Pomodoro, presidentessa dell’Accademia di Brera, al Corriere della Sera. “Ha alle spalle l’accordo di Programma fra il Comune di Milano e le Ferrovie della Stato per la riqualificazione dei dismessi scali ferroviari. Siamo ora al calcio d’inizio ed è in atto un concorso internazionale per la realizzazione del master plan”. Un ampliamento atteso a lungo che ci si auspica possa diventare una svolta per l’offerta formativa di Brera, fin ora assediata da problemi logistici e burocratici. E che possa diventare un nuovo polo culturale per il già vivace panorama milanese. Per quanto riguarda la sede originaria di Via Brera, la stessa Livia Pomodoro ha rassicurato, in una dichiarazione rilasciata al Foglio: “Brera resta Brera e rimarrà lì nei secoli a venire”.
– Giulia Ronchi
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