Elezioni 2019. Toto assessore alla Cultura per la Regione Piemonte
La Regione Piemonte passa dal Partito Democratico al centro-destra. Chi nominerà alla Cultura il nuovo governatore Alberto Cirio? Ecco tre ipotesi.
Non è questa la sede per le riflessioni più generali sulle recentissime elezioni europee e amministrative. Inevitabile tuttavia segnalare come la campagna per il rinnovo del parlamento regionale del Piemonte sia stata sotto tono rispetto a quella che riguardava il voto per il Parlamento Europeo (guardato tuttavia da una prospettiva tutta nazionale), e questo low profile ha contraddistinto soprattutto l’amministrazione uscente guidata da Sergio Chiamparino e dal Partito Democratico. Il risultato è stato netto: Alberto Cirio (centro-destra) oltre il 49%, Sergio Chiamparino (centro-sinistra) sotto il 36%, Giorgio Bertola (M5S) al 13,6% e uno zero-virgola per Valter Boero del Popolo della Famiglia.
IL NUOVO ASSETTO DELLA REGIONE PIEMONTE
Nulla di inatteso, in realtà, e nemmeno di inedito: la Regione Piemonte, infatti, è stata guidata dal centro-destra sia nel periodo 1995-2005 (con Forza Italia e il governatore Enzo Ghigo) che nel 2010-2014 (con la Lega Nord e il governatore Roberto Cota). Alberto Cirio è una figura poco nota a livello nazionale ma certo non così sconosciuto sul territorio, e in particolare nel suo tessuto più ricco: pur essendo nato a Torino nel 1972, è infatti di Alba, capitale delle Langhe; e, prima di svolgere l’attività di europarlamentare, era stato assessore al Turismo, Istruzione e Sport durante il governo regionale di Cota.
IL TOTO-ASSESSORE: MARIO TURETTA
Per quanto riguarda invece l’assessorato alla Cultura del futuro governo piemontese? Cirio non ha presentato preventivamente una squadra, quindi le ipotesi sono appunto ipotesi. In pole position ci sarebbe Mario Turetta, sociologo, giornalista, dirigente del Mibac e con importanti incarichi sul territorio: dal 2015 al 2018 ha diretto La Venaria Reale, per poi passare alle Residenze Reali Sabaude e, dal marzo scorso, giungere alla direzione generale Cinema presso il Ministero. Che fra Turetta e l’ex assessore alla Cultura della Regione Piemonte, Antonella Parigi, non corresse buon sangue è un fatto (localmente) noto. Il ritorno a Torino del primo, proprio sullo scranno della seconda, sarebbe nel più classico stile della rivincita politica.
IL TOTO-ASSESSORE: LUCA BEATRICE
In un ideale podio, il secondo posto spetterebbe a Luca Beatrice. Critico d’arte, curatore, docente all’Accademia Albertina di Torino, Beatrice unisce una profonda cultura (non solo artistica, ma anche musicale, cinematografica, letteraria e sportiva) con un piglio provocatorio spesso irritante (i suoi articoli su Il Giornale ne sono la prova) che lo rende inviso a gran parte dell’ambiente culturale di centro-sinistra. Ciò non toglie che abbia lavorato per anni a stretto contatto con Antonella Parigi, in particolare durante gli anni di presidenza del Circolo dei Lettori; al tempo stesso, ha ottimi rapporti con il centro-destra, sia a livello locale (in particolare durante il governo Cota) sia a livello nazionale (fu Bondi a nominarlo, insieme a Beatrice Buscaroli, per la curatela del Padiglione Italia alla Biennale di Venezia del 2009).
IL TOTO-ASSESSORE: UGO NESPOLO
Sul gradino più basso del podio ci potrebbe invece essere Ugo Nespolo, artista e pubblicitario che ha sempre mostrato un senso pragmatico per la politica e soprattutto per la pubblica amministrazione: è stato infatti presidente del Museo Nazionale del Cinema dal 2011 fino a dicembre 2014, quando rassegnò le dimissioni per insanabili divergenze con l’allora direttore Alberto Barbera.
– Marco Enrico Giacomelli
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