MAXXI L’Aquila, un appello al Ministro Alberto Bonisoli si oppone all’apertura del nuovo museo
L’appello, firmato da artisti, accademici e professionisti del mondo dell’arte e non, chiede al Ministero dei Beni Culturali di ripensare la destinazione d’uso di Palazzo Ardinghelli a L’Aquila: da sede distaccata del MAXXI a Museo Nazionale d’Abruzzo
Continuano a imperversare turbolenze su MAXXI L’Aquila, progetto finalizzato alla riattivazione creativa e culturale della capitale abruzzese colpita dal sisma nel 2009 attraverso l’istituzione di una sede distaccata del MAXXI negli spazi del settecentesco Palazzo Ardinghelli, restaurato grazie a un finanziamento del Governo della Federazione Russa da oltre 7 milioni. Dopo i tagli previsti dall’ultima Legge di Bilancio nei confronti dell’istituzione romana – mettendo di fatto a rischio l’apertura dell’avamposto del museo all’Aquila – adesso è la volta di un singolare appello firmato da artisti, accademici, professionisti dell’arte e non rivolto al Ministro dei Beni Culturali Alberto Bonisoli. Attraverso questo appello, i firmatari chiedono di destinare Palazzo Ardinghelli ad altri usi, sebbene il Ministero abbia già concesso l’edificio al MAXXI. La soluzione alternativa proposta? Utilizzare Palazzo Ardinghelli per esporre le opere d’arte moderna e contemporanea del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA), in questo momento in prestito e chiuse nei depositi perché la loro precedente sede espositiva, il Castello Spagnolo, è tutt’ora inagibile per via del terremoto di dieci anni fa.
MAXXI L’AQUILA. DALL’OK DEL MINISTERO AI TAGLI DELLA LEGGE DI BILANCIO
Prima di soffermarci sui contenuti dell’appello, facciamo un passo indietro per comprendere come nasce il progetto MAXXI L’Aquila. Risale al 2016, quando il Ministero dei Beni Culturali era guidato da Dario Franceschini, la scelta di destinare Palazzo Ardinghelli a succursale del MAXXI di Roma. Il progetto, inserito nel piano strategico “Grandi Progetti Beni Culturali” e per il quale il Ministero aveva previsto un finanziamento pari a 2 milioni di euro, prevede quindi la creazione di un polo dedicato alle arti e alla creatività contemporanee con la realizzazione di opere site specific pensate per Palazzo Ardinghelli, come tra l’altro confermato dal Segretario Generale del MAXXI Pietro Barrera durante questa intervista rilasciata ad Artribune: “il palazzo, per le caratteristiche dei suoi ambienti, si presterebbe tantissimo per le mostre di fotografia. È un luogo molto diverso rispetto al Maxxi: lì abbiamo ampi spazi, a Palazzo Ardinghelli invece piccole sale. Non vogliamo fare del palazzo un museo, ma un centro per la creatività contemporanea, con attività formative e di sperimentazione”. Un progetto su cui però incombono non poche criticità, non ultima la recente Legge di Bilancio firmata dal governo M5S-Lega che prevede, nell’ambito del settore cultura, tagli nei confronti del MAXXI, mettendo quindi in pericolo la realizzazione del progetto all’Aquila.
L’APERTURA DEL MAXXI L’AQUILA
Ciò nonostante, i lavori per l’apertura del MAXXI L’Aquila procedono, e in una intervista rilasciata recentemente a Rete8.it, Pietro Barrera ha dichiarato che entro la fine dell’estate sarà restituito alla città Palazzo Ardenghelli, mentre entro la fine dell’anno sarà la volta dell’inaugurazione del nuovo museo. “All’interno del museo troveremo sette artisti italiani e un’artista russa che stanno progettando e realizzando opere site specific per Palazzo Ardinghelli”, spiega Barrera. “Queste opere inoltre dialogheranno con opere della collezione permanente del MAXXI. Sarà inoltre fondamentale creare un rapporto con le realtà culturali del territorio: questa deve essere la carta vincente, abbiamo infatti già iniziato ad avere un dialogo con le istituzioni come l’Università e le associazioni”. Se le intenzioni ci sono tutte, rimane però la spada di Damocle delle risorse. Per far partire il progetto, il precedente governo aveva stanziato una prima tranche di finanziamenti pari a 2 milioni di euro, per poi proseguire con 1 milione di euro l’anno fino al 2024. Ma la Fondazione MAXXI, come dichiarato di recente dal Sottosegretario ai Beni Culturali Gianluca Vacca, chiederebbe ulteriori finanziamenti: “la Fondazione MAXXI ritiene necessario un altro milione di euro l’anno per far partire e per sostenere il progetto. Come Mibac abbiamo ribadito la volontà di andare avanti, ritenendo però allo stesso tempo auspicabile l’intervento anche di Comune e Regione, proprio per fare del MAXXI L’Aquila una realtà fortemente connessa col territorio. Sindaco e governatore hanno manifestato indisponibilità di risorse proprie, esprimendo comunque la loro disponibilità a individuare opportune forme di collaborazione”.
L’APPELLO AL MINISTRO BONISOLI PER PALAZZO ARDINGHELLI
Mentre il MAXXI e le amministrazioni locali provano a capire come risolvere le problematiche burocratiche ed economiche legate all’apertura del nuovo museo, un gruppo di artisti, accademici, professionisti dell’arte (e non solo) non vedono di buon occhio che un edificio aquilano, ovvero Palazzo Ardinghelli, venga concesso a un museo non aquilano per farne un proprio avamposto. L’appello “critica” il Ministero dei Beni Culturali per aver concesso Palazzo Ardinghelli “in uso gratuito alla Fondazione MAXXI, ente privatistico che a Roma gestisce il Museo Nazionale della Arti del XXI Secolo”, considerato che “tale concessione avviene nonostante la penuria di edifici pubblici agibili nel centro storico, senza preventiva consultazione e condivisione con la cittadinanza, senza propedeutica analisi dei costi-benefici sociali, culturali e piano di sostenibilità finanziaria”. Insomma per i firmatari lo stato avrebbe ingiustamente regalato un edificio pubblico ad un ente che viene considerato “privato”.
PALAZZO ARDINGHELLI SEDE DISTACCATA DEL MUNDA?
Ma alla base dell’appello è l’urgenza di una “destinazione d’uso del Palazzo Ardinghelli diversa dall’apertura del mero ‘Centro di arti e creatività contemporanea’ prevista dal precedente Governo quale sede decentrata della Fondazione MAXXI”, e di affidare “l’edificio al Polo Museale dell’Abruzzo che, d’intesa con Segretariato Regionale per l’Abruzzo e Soprintendenza per la Città dell’Aquila”, possa utilizzarlo “per riallestire le collezioni di arte moderna e contemporanea del MuNDA fornendo l’apporto tecnico-scientifico e amministrativo necessario alla loro conoscenza e valorizzazione, convinti che Palazzo Ardinghelli, trasformato in Museo d’arte moderna e contemporanea, sede distaccata del MuNDA, con il contributo delle più significative istituzioni artistiche e scientifiche dell’Aquila e il probabile sostegno della Fondazione Carispaq e altri mecenati, possa assumere la veste di un luogo-simbolo di incontro e riaggregazione condiviso dalla cittadinanza, stimolando i residenti a tornare ad abitare il centro storico attraverso il progressivo recupero di condizioni di normalità nella vita quotidiana, indispensabili per ridare slancio allo sviluppo culturale ed economica della città”.
LE RICHIESTE AL MINISTRO BONISOLI
L’appello continua con l’invito a considerare l’opportunità di “affidare Palazzo Ardinghelli al Polo Museale dell’Abruzzo affinché, d’intesa con Segretariato Regionale per l’Abruzzo e Soprintendenza per la Città dell’Aquila, lo adibisca a sede distaccata del Museo Nazionale d’Abruzzo (MuNDA) per l’esposizione, studio e valorizzazione delle sue collezioni di opere di arte moderna e contemporanea ora inaccessibili, oltre che delle previste opere site specific e di eventuali altre acquisizioni, nonché a spazio di ricerca, formazione, diffusione della creatività, sperimentazione artistica, coordinamento delle sedi museali di arte contemporanea operanti a L’Aquila e nel territorio circostante con la più ampia apertura nazionale e internazionale”. Insomma, si tratterebbe, almeno stando a quanto scritto nell’appello, di un programma molto simile a quello promosso del MAXXI L’Aquila, solo che nonostante “l’apertura nazionale e internazionale”, a spiccare sono attività del tipo “Tavola rotonda e mostra del Gruppo Artisti Aquilani e la Rinascita civile e culturale della città nell’immediato dopoguerra” e “Tavola Rotonda e mostra degli artisti-docenti più rappresentativi dell’Istituto Statale e dell’Accademia di Belle Arti”. Tutte attività, queste, che dovrebbero essere finanziate dal Ministero, dato che l’appello chiede inoltre di “riallocare le risorse già stanziate per la Fondazione MAXXI nel Bilancio di Previsione del Mibac destinandole al Polo Museale dell’Abruzzo per le esigenze di funzionamento della sede distaccata del MuNDA a Palazzo Ardinghelli”.
UNA RICHIESTA INCOMPRENSIBILE
A quanto sembra i firmatari dell’appello – persone di altissimo livello, ribadiamo – vorrebbero insomma trasformare un museo di livello quanto meno nazionale se non internazionale in un centro d’arte con un respiro locale, territoriale. Nulla di male nell’ambire per L’Aquila ad una galleria civica, ma non si capisce perché dovrebbe pagarla lo Stato e non il Comune come avviene per tutte le altre civiche italiane. Inoltre non si capisce perché, con tutti gli edifici disponibili in città e pronti per essere recuperati, ci si concentri proprio sull’unico edificio che ha già una destinazione, che ha già affrontato gli anni di trafila burocratica, che ha già da anni una vocazione e un progetto rischiando di vanificare tutto e di ricominciare da zero con procedure che come ben noto hanno durata lunghissima. In attesa di sapere se e come risponderà il Ministro, ci si chiede insomma se forse non sarebbe stato più opportuno chiedere altri spazi, o meglio chiedere supporto per ristrutturare spazi ancora inagibili dopo il terremoto di 10 anni fa, e sostegno per promuovere le attività legittimamente proposte, che possano così affiancarsi al grande progetto del MAXXI L’Aquila, e non a sostituirsi ad esso.
LA RISPOSTA DEL SEGRETARIO GENERALE DELLA FONDAZIONE MAXXI PIETRO BARRERA
Raggiunto da Artribune, il Segretario Generale della Fondazione MAXXI Pietro Barrera ha così commentato l’appello (l’intera nota inviataci da Barrera la pubblicheremo domani): “per motivi che mi sfuggono, il prof. Alessandro Monti è da molti anni che conduce una crociata contro il MAXXI: prima per sopprimere la Fondazione MAXXI, ora per bloccare il progetto MAXXI L’AQUILA. Spiace questa volta che l’appello promosso da Monti sembri condiviso da tanti illustri studiosi: dico “sembri” perché molti di loro, da noi interpellati, hanno riconosciuto di non aver avuto la possibilità di leggere per intero il testo, e di non averne potuto cogliere le finalità.
Ma ricapitoliamo: l’ipotesi di affidare Palazzo Ardinghelli al MAXXI fu avanzata nel 2015 dal Ministro per i Beni Culturali: un museo dinamico e innovativo in un edificio destinato, in origine, ad ospitare gli uffici territoriali del Ministero.
Da allora il MAXXI ha lavorato in perfetta intesa con il MiBAC e, in particolare, con i dirigenti e i tecnici della Sovrintendenza dell’Aquila e del Segretariato regionale dell’Abruzzo, che stanno completando il meraviglioso lavoro di restauro. Ha sviluppato giorno per giorno una efficace sinergia con le amministrazioni territoriali – Comune dell’Aquila e Regione Abruzzo – e, soprattutto, ha coltivato una crescente sintonia con le straordinarie istituzioni culturali della città.
Ora siamo in dirittura d’arrivo, di un percorso costruito in spirito di unità e collaborazione culturale e istituzionale per dare una mano all’Aquila che sta rinascendo. Lo Stato, com’è avvenuto in altri grandi paesi europei, ha chiesto ad un importante museo nazionale di “mettersi al servizio” di una città ferita, come atto concreto di solidarietà culturale. Siamo orgogliosi di poterci impegnare in questa sfida, certo non per “togliere” qualcosa agli ottimi musei del territorio, ma per portare qualcosa in più. Ed è davvero sorprendente che proprio ora qualcuno voglia rimettere tutto in discussione”.
– Desirée Maida e Massimiliano Tonelli
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