Coronavirus: firmato il Decreto del Consiglio dei Ministri. Aprono i musei, stop a eventi e cinema
Arriva il Decreto con le misure da adottare su tutto il territorio nazionale, con particolare attenzione ai comuni e alle regioni maggiormente colpite dal virus. Riaprono i musei, ma adottando precise misure di prevenzione
Luoghi della cultura che chiudono, luoghi della cultura che riaprono: potrebbe essere questo il sunto di quanto accaduto il 1° marzo in Italia, giorno in cui l’Ambasciata di Francia a Roma ha chiuso al pubblico la Chiesa di San Luigi dei Francesi e in cui il Consiglio dei Ministri ha firmato il cosiddetto “Decreto Coronavirus”, nel quale sono indicate le misure da adottare – nelle regioni colpite dall’epidemia e anche nel resto del Paese – per contenere il propagarsi del virus.
IL DECRETO DEL 1° MARZO 2020: LE MISURE PER I LUOGHI DELLA CULTURA
Le misure del decreto sono suddivise in aree geografiche, a partire dalla “zona rossa” dei comuni di Bertonico, Casalpusterlengo, Castelgerundo, Castiglione D’Adda, Codogno, Fombio, Maleo, San Fiorano, Somaglia, Terranova dei Passerini e Vo’: qui è stata stabilita “la chiusura dei servizi educativi per l’infanzia e delle scuole di ogni ordine e grado, nonché delle istituzioni di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, ferma la possibilità di svolgimento di attività formative a distanza; la sospensione di viaggi di istruzione in Italia o all’estero fino al 15 marzo; la sospensione dei servizi di apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura”.
RIAPRONO I MUSEI IN ZONA GIALLA
Nel resto della Lombardia e in Emilia Romagna e Veneto e nelle province di Pesaro, Urbino e Savona è stata stabilita “la sospensione, sino all’8 marzo 2020, di tutte le manifestazioni organizzate, di carattere non ordinario, nonché degli eventi in luogo pubblico o privato, ivi compresi quelli di carattere culturale, ludico, sportivo e religioso, anche se svolti in luoghi chiusi ma aperti al pubblico, quali, a titolo d’esempio, grandi eventi, cinema, teatri, discoteche, cerimonie religiose”; inoltre, sempre fino all’8 marzo, sono sospesi “i servizi educativi dell’infanzia e delle attività didattiche nelle scuole di ogni ordine e grado, nonché della frequenza delle attività scolastiche e di formazione superiore, comprese le Università e le Istituzioni di alta formazione artistica musicale e coreutica, di corsi professionali, master, corsi per le professioni sanitarie e università per anziani, ad esclusione dei medici in formazione specialistica e tirocinanti delle professioni sanitarie, salvo la possibilità di svolgimento a distanza”; “l’apertura dei luoghi di culto è condizionata all’adozione di misure organizzative tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei luoghi, e tali da garantire ai frequentatori la possibilità di rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”.
PERCHE’ NON TENTARE LA RIAPERTURA DI CINEMA E TEATRI?
In particolare, per quanto riguarda le attività culturali, è stabilita “l’apertura al pubblico dei musei e degli altri istituti e luoghi della cultura, a condizione che assicurino modalità di fruizione contingentata o comunque tali da evitare assembramenti di persone, tenendo conto delle dimensioni e delle caratteristiche dei locali aperti al pubblico, e tali che i visitatori possano rispettare la distanza tra loro di almeno un metro”. Resta qualche dubbio sulla chiusura di cinema e teatri. Se il problema è stare a 1 metro di distanza l’uno dall’altro, la cosa si può ottenere anche nei teatri limitando gli accessi e consentendo alle persone di sedere a seggiolini alternati. Cosa fattibile ancor meglio nelle mezze vuote sale cinematografiche. Difficile prevedere cosa succederà nelle prossime settimane – e a leggere i numeri le previsioni non sono affatto buone – tuttavia se si è scelto politicamente di dare delle concessioni al settore della cultura (assumendosene i rischi) allora sarebbe opportuno trovare il modo di dare concessioni a tutti i comparti visto quanto sta soffrendo quello dello spettacolo dal vivo e quello del cinema.
NEL RESTO D’ITALIA NIENTE GITE SCOLASTICHE
Su tutto il territorio nazionale, invece, viene stabilita “la sospensione fino al 15 marzo dei viaggi d’istruzione, delle iniziative di scambio o gemellaggio, delle visite guidate e delle uscite didattiche”, nello stesso tempo però il resto delle attività potranno svolgersi adottando “ulteriori misure di informazione e prevenzione”.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati