Il Ministero dei Beni Culturali stanzia 20 milioni per teatro, musica e cinema. E gli artisti?
Franceschini dà il via libera a 20 milioni di euro – dai 130 stanziati dal governo – per supportare i professionisti del mondo dello spettacolo. E diversamente da quanto accade in altri Paesi, non vengono per il momento prese contromisure per sostenere i professionisti delle arti visive
Rientra nell’ambito delle misure del decreto “Cura Italia” – approvato dal Consiglio dei Ministri lo scorso marzo e contenente le misure che verranno messe in atto per supportare l’economia italiana e i lavoratori nel corso dei prossimi mesi, a seguito dell’emergenza pandemia – il decreto firmato mercoledì 22 aprile dal Ministro dei Beni Culturali Dario Franceschini che prevede un fondo pari a 20 milioni di euro da destinare alle “realtà delle arti performative che non hanno ricevuto contributi provenienti dal FUS [Fondo Unico per lo Spettacolo, ndr] nel 2019”. I 20 milioni stanziati con questa misura fanno parte del fondo di 130 milioni destinato dal decreto “Cura Italia” alle emergenze dello spettacolo e del cinema. “Nessun artista verrà dimenticato: nessun attore, nessun musicista così come nessun lavoratore del mondo dello spettacolo. Non parlo delle grandi star, che hanno le spalle robuste, parlo delle professionalità più indifese: le prime misure sono a loro tutela”, ha spiegato Franceschini durante il question time alla Camera. La domanda, però, sorge spontanea: saranno previsti finanziamenti e misure ad hoc anche per il mondo delle arti visive e dei suoi professionisti?
CORONAVIRUS, FONDI D’EMERGENZA PER SPETTOCOLO E CINEMA. E L’ARTE?
“Questo stanziamento fornisce una prima risposta alle tantissime piccole realtà che operano nei settori del teatro, della musica, della danza, del circo prive del sostegno statale e pertanto sottoposte a maggiori incertezze”, continua Franceschini. “Un mondo fatto di professionisti abituati a vivere del proprio talento che ora conoscono un momento di dura difficoltà e meritano il pieno sostegno delle istituzioni”. Senza dubbio i professionisti del mondo delle arti performative sono tra coloro che stanno subendo maggiormente la crisi causata dal lockdown da Coronavirus: teatri e cinema chiusi al pubblico – e chissà per quanto tempo dovranno ancora rimanerci –, concerti ed eventi musicali annullati. Situazione, questa, che ha portato il Consiglio dei Ministri a destinare 130 milioni ai settori dello spettacolo e del cinema. Misura più che condivisibile, ma che al momento taglia fuori un’altra ampia gamma di professionisti, ovvero gli artisti visivi. Il decreto “Cura Italia” infatti prevede misure per “i lavoratori dei settori del turismo, della cultura, dello spettacolo, del cinema e dell’audiovisivo”, ma non viene mai fatto diretto riferimento agli artisti stricto sensu. In altri Paesi europei e del mondo, come vi raccontiamo in questo articolo, sono in corso iniziative economiche a sostegno degli artisti, non facendo distinzione tra le categorie creative. In Italia però, almeno per il momento, gli unici creativi che possono contare su misure e fondi di emergenza sono gli attori e i cantanti. Senza contare che gli artisti, proprio come attori e cantanti, in questo momento stanno soffrendo della chiusura dei luoghi cui è legato il proprio lavoro, ovvero gallerie e musei: in assenza di mostre e soprattutto di fiere, viene a mancare la possibilità – non sempre scontata – di vendere le proprie opere.
FONDI PER SPETTACOLO E CINEMA. COME PRESENTARE LA DOMANDA
In attesa di sapere se e quali saranno i provvedimenti che il Ministero prenderà anche per il settore delle arti visive, intanto i professionisti delle arti performative potranno beneficiare del fondo messo loro a disposizione: “le risorse”, si legge nella nota stampa del Ministero, “verranno ripartite in parti uguali per ciascun beneficiario e verranno devolute ai soggetti che presenteranno domanda nel rispetto di quattro semplici requisiti: prevedere nello statuto o nell’atto costitutivo lo svolgimento di attività di spettacolo dal vivo; avere sede legale in Italia; non aver ricevuto nel 2019 contributi dal FUS; aver svolto tra il 1° gennaio 2019 e il 29 febbraio 2020 un minimo di 15 rappresentazioni e aver versato contributi previdenziali per almeno 45 giornate lavorative. Le domande potranno essere presentate nelle modalità e secondo le scadenze che verranno rese note dall’avviso che verrà pubblicato dalla Direzione generale Spettacolo entro cinque giorni dalla data di registrazione del decreto. I contributi saranno erogati entro il 30 giugno 2020”.
– Desirée Maida
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