Parchi aperti, mobilità green, cultura capillare, vita a misura di quartiere: la Fase 2 di Milano

Milano ha già cominciato a ripensare la propria rete economica e sociale in una fase post-lockdown. Nel suo documento aperto, contenente tutte le proposte per i prossimi mesi, fondamentale sarà il ruolo di arte, architettura e design. Vediamo quali sono i punti principali per la città del domani.

“C’è un dopo e bisogna pensarci adesso”,ha affermato Beppe Sala, prendendo a prestito le parole di Mario Draghi, durante uno dei suoi quotidiani videomessaggi postati sul canale Instagram il 23 aprile 2020. “Bisogna lavorare, pianificare e non farsi cogliere impreparati. Visto che l’argomento all’ordine del giorno è il 4 maggio, vi voglio rassicurare sul fatto che stiamo preparando la città, i suoi servizi, la mobilità e tutto quanto per la riapertura. Sarà importante la vostra collaborazione, sarà uno sforzo collettivo”. Già dai giorni precedenti il sindaco di Milano aveva insistito sulla necessità di “non farsi trovare impreparati”, pur rispettando tutte le norme e i tempi di riapertura imposti dal Governo. Un messaggio che testimonia una forte volontà di ripensare il tessuto urbano e sociale, ricorrendo a tutte le misure possibili affinché ai cittadini possano essere garantiti servizi e libertà, molti dei quali sono stati privati durante questo periodo di reclusione. Con la consapevolezza, tuttavia, che riaprire le attività non significhi riprendere dalle stesse condizioni che si erano lasciate prima dello scoppio dell’emergenza sanitaria.

Milano come sarà Corso Buenos Aires

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STRATEGIA DI ADATTAMENTO: LA FASE 2 DI MILANO

A seguito di questo percorso, il Comune ha emanato un lungo documento intitolato Strategia di adattamento, un testo aperto alla città e ai contributi di coloro che vorranno prendere parte alla pianificazione di una nuova realtà milanese. Tra i punti principali, troviamo la creazione di una rete ciclabile per la mobilità green (alleviando così il congestionamento del traffico); snellimento della burocrazia e ampliamento degli sportelli telematici; una capillarità commerciale che faciliti la permanenza nei propri quartieri per la limitazione degli spostamenti; l’ampliamento e l’apertura dei parchi e delle aree verdi, che garantisca distanziamento sociale e la possibilità di svolgere attività all’aria aperta; l’impiego di ogni mezzo tecnologico per tracciare immuni e soggetti a rischio e cercare di limitare la capacità del contagio. La buona notizia, inoltre, è che – nella città della cultura, dell’innovazione e del Salone del Mobile – è notevole il ricorso a cultura, design e architettura come indice di sviluppo e superamento della crisi. Ma soprattutto, come parte integrante di un modello urbanistico virtuoso concepito per affermarsi e restare nel tempo.

IL RUOLO DELLA CULTURA NELLA FASE 2 DI MILANO

La parola chiave nel piano di riapertura graduale delle attività è: delocalizzazione. Questo vale anche per tutta la sfera culturale, una strategia adottata nel tentativo di evitare i tanto temuti assembramenti. “Rafforzare servizi culturali di prossimità, come biblioteche, centri culturali, cinema, spazi multifunzionali, sale di comunità, piccoli teatri, librerie e luoghi aperti e permeabili”, si legge nel documento promulgato dal Comune di Milano. “Favorire una cultura sempre più diffusa, non concentrata e assembrata. Incentivare l’organizzazione di eventi e progetti (dalle mostre agli spettacoli) con capienza contingentata e repliche in diversi quartieri della città. Facilitare riaperture graduali che tengano conto delle necessità di distanziamento, così come dell’aspetto relazionale e di presenza fisica tipico della socialità culturale. Facilitare anche la riorganizzazione di musei e spazi culturali al chiuso tenendo conto della necessità del distanziamento fisico, prevedendo riaperture graduali e contingentate”, sono alcuni dei punti proposti per la riapertura di eventi artistici e culturali (e sul protocollo che dovrà essere assunto dai musei alla fine del lockdown vi avevamo parlato qui).

GLI EVENTI CULTURALI ESTIVI NELLA FASE 2 DI MILANO

Nonostante la totalità di festival, concerti e eventi culturali in generale sia stata annullata, almeno fino all’autunno 2020, nel documento emesso dal Comune di Milano si legge sotto la voce “azioni immediate” la proposta dell’organizzazione di una Estate Sforzesca, con iniziative legate a musica, teatro e danza. La quale, giunta alla 8° edizione, nella stagione 2020 potrebbe rappresentare una piattaforma di “sperimentazione per nuovi processi produttivi e nuove forme di accesso all’aperto contingentamento e relazione tra pubblico e artisti dello spettacolo dal vivo”. In questo modo, le istituzioni culturali civiche potranno riprendere le attività continuando a rispettare tutte le norme del social distancing interfacciandosi con un pubblico scaglionato. A questo si auspica anche la riapertura di musei e biblioteche, riprendendo rapidamente le programmazioni espositive e culturali interrotte dall’emergenza, per ricollegarsi a una dimensione fisica che è stata in questo periodo sostituito con iniziative virtuali sulla rete e sui social.

TRA URBANISTICA TATTICA E PEDONALIZZAZIONI TEMPORANEE

Concepito nella forma di “documento aperto al contributo di tutti”, come precisato dall’Assessore all’Urbanistica, Agricoltura e Verde Pierfrancesco Maran, il testo include azioni rivolte alla gestione degli spazi pubblici, degli spazi commerciali, delle scuole, oltre a misure orientate alla ripresa del settore edile. Alla “riconquista dello spazio per l’attività fisica” è dedicato un intero capitolo delle Strategie. Fermo restando il rispetto per le norme nazionali, si ipotizza l’adozione di sistemi di monitoraggio degli accessi nell’ottica di una graduale riapertura dei parchi e dei giardini pubblici; a questi – se non impedito da altri strumenti legislativi – potrebbero andare ad aggiungersi le piscine e gli impianti estivi a luglio e agosto. Per garantire il distanziamento fisico, si punta all’adeguamento dei marciapiedi e a pedonalizzazioni temporanee; esplicito è il riferimento a progetti di urbanistica tattica in grado di favorire la pedonalità, con specifico riguardo per le aree “in prossimità di scuole e servizi e nei quartieri con minor offerta di verde”, in modo tale da “agevolare l’attività fisica e il gioco dei bambini”. Tra le misure allo studio anche la riduzione della velocità a 30km/h in città, finalizzata all’ “incremento di spazi per tavolini a margine della carreggiata o in sostituzione di posti auto”. Più in generale, va rilevata la volontà di un ritorno, in primis, alla vita nei singoli quartieri. Il documento fa infatti riferimento al proposito di “rafforzare i servizi pubblici in un’ottica di prossimità, garantendone l’accesso nel raggio di 15 minuti a piedi, equilibrando le differenze tra quartieri, valorizzando le specificità e cercando di ridurre gli spostamenti interquartiere”. Da segnalare anche l’idea di un significativo consolidamento della mobilità sostenibile, da ottenere “promuovendo e incrementando drasticamente mezzi di mobilità individuali, quali la bicicletta, monopattini e motoveicoli elettrici, anche in sharing”.

PROGETTISTI IN PRIMA FILA PER LE RIAPERTURE?

Al contributo che designer e architetti potranno offrire in vista della progressiva riapertura delle attività commerciali e dei mercati si fa cenno nel capitolo dedicato all’economia. In vista della “riorganizzazione del layout di spazi commerciali e mercati comunali” si intende favorire “la collaborazione tra designer e commercianti per la riorganizzazione degli spazi commerciali e dei negozi”; previsto anche un piano per la riapertura – in sicurezza – dei mercati comunali scoperti. Tratteggia i possibili scenari per il settore edile, infine, il focus su infrastrutture e opere pubbliche: la ripresa potrebbe passare attraverso l’avvio di “interventi diffusi di manutenzione e riqualificazione del patrimonio immobiliare esistente, pubblico e privato, con iniziative volte al contenimento dei consumi energetici, alla riqualificazione ambientale e al comfort interno”. L’attenzione, in particolare, si concentra sul “riuso temporaneo di infrastrutture e immobili”, che tra le altre misure potrebbe portare all’impiego attivo degli edifici scolastici in estate, nell’ambito della cosiddetta “Milano school oasis, Scuole aperte”.

-Giulia Ronchi e Valentina Silvestrini

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Giulia Ronchi

Giulia Ronchi

Giulia Ronchi è nata a Pesaro nel 1991. È laureata in Scienze dei Beni Culturali all’Università Cattolica di Milano e in Visual Cultures e Pratiche curatoriali presso l’Accademia di Brera. È stata tra i fondatori del gruppo curatoriale OUT44, organizzando…

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