Sulla strada della ripartenza: il re-opening delle gallerie in Austria. Ma ne varrà la pena?
A partire dal 20 aprile, i negozi di dimensioni ridotte potranno riaprire al pubblico con le dovute precauzioni. Questo vale anche per le gallerie, che mostrano un lecito entusiasmo di fronte alla possibilità di ricominciare. Intanto, anche in Germania ci si prepara alla fase 2
È durato circa un mese il blocco totale delle attività in Austria, comprese quelle legate al sistema artistico. Il Paese è partito con la cosiddetta Fase 2 della gestione dell’emergenza sanitaria Covid-19: si riaprono i negozi di piccole dimensioni e con questi, anche le gallerie. Per le strade si registra un certo movimento, comunque ordinato, di persone, tutte con indosso le mascherine (stando a quanto riportato dall’Ansa) che da oggi sono obbligatorie nei supermercati, sui mezzi pubblici e sui taxi. L’aria è ancora tesa – del resto, finché non sarà applicato a tutta la popolazione un vaccino nessuno potrà mai sentirsi fuori pericolo – ma da parte delle gallerie si avvertono già i primi entusiasmi da riapertura.
EMERGENZA CORONAVIRUS IN AUSTRIA: RIAPRONO LE GALLERIE
“Cari tutti, ci auguriamo che siate sani stiate tutti bene; il confinamento e l’homeoffice possono essere difficili dopo un mese di spola tra tavolo della cucina, divano e letto, quindi speriamo di rallegrare la vostra giornata, annunciando che la galleria sarà nuovamente aperta dal 22 aprile in poi. Qui tutte le informazioni e gli orari di visita. Tenete presente l’obbligo di indossare la mascherina quando venite a trovarci. Non vediamo l’ora di darvi il benvenuto di nuovo”, annuncia la Galerie Emanuel Layr, che ha uno spazio anche a Roma e che a breve riaprirà i propri spazi espositivi viennesi con le mostre di Tillman Kaiser e Cecile B. Evans. La riapertura in Austria consegue a una situazione di scampata tragedia, per il fatto che la crescita dei contagi non è stata drammatica come in altri Paesi (si parla di 14.553 casi ufficiali e 431 decessi). Un contenimento dovuto, secondo il giovanissimo cancelliere federale Sebastian Kurz, a un monitoraggio consapevole dell’espansione e a un numero di tamponi che va oltre la media internazionale. Tuttavia, resta ancora l’incognita sui musei, i quali “potranno riaprire da metà maggio nell’ambito dell’allentamento graduale del paese al blocco del coronavirus” secondo il The Star, che ha riportato le parole del vice cancelliere austriaco Werner Kogler. “Una data specifica non è stata ancora fissata. I grandi eventi che coinvolgono assembramenti, come i festival, rimarranno vietati fino al 31 agosto”. Anche in Italia c’è stato un allentamento della fase 1 a partire dal 14 di aprile, che per quanto riguarda la sfera culturale ha portato alla riapertura delle librerie. Una decisione che ha portato con sé un polverone di polemiche, causate da una decisione che, oltre a non giovare a nessuno, porta con sé un potenziale danno economico e alla salute di tutti.
EMERGENZA CORONAVIRUS IN GERMANIA: ANCHE QUI RIAPRONO LE GALLERIE
Anche la Germania sta portando avanti con ottimismo la propria battaglia. Dopo la notizia dei lauti versamenti di sussistenza a freelancer e liberi professionisti – quindi artisti inclusi – forniti da Berlino durante la fase più acuta dell’emergenza, anche qui sono state emanate delle norme per addolcire la stretta del lockdown e ricominciare a pensare a una seria ripartenza. Come in Austria, vale l’obbligo della mascherina negli spazi condivisi, accurate norme igieniche, social distancing e i negozi che riapriranno dovranno essere di ampiezza inferiore a 800 metri quadrati. Resta il veto per i grandi raduni (concerti, spettacoli e quant’altro), impensabili almeno fino al 31 agosto. Stessa sorte tocca ai musei, di cui ancora si ignora la possibilità di riapertura. “Riapriremo la galleria lunedì mattina e abbiamo pensato di prolungare l’orario di apertura al pubblico dal lunedì al sabato, dalle 11 alle 18“, racconta André Schlechtriem della galleria berlinese Dittrich & Schlechtriem al The Art Newspaper. “Al contempo, inizieremo una nuova serie di piccole mostre nella nostra Viewing Room che cambieranno ogni settimana e saranno annunciate solo da un piccolo messaggio ogni domenica sera sui nostri social. Vogliamo davvero fare la nostra parte”. Non è ancora chiaro se ne varrà la pena di tornare a visitare le mostre e vivere nella “normalità”, al netto di una possibile ricaduta costantemente dietro l’angolo. Certo, è un rischio che i Paesi che sono riusciti a evitare il collasso del proprio sistema sanitario possono correre, sperando che tornando alla ripresa delle attività commerciali si possa attenuare il preannunciato disastro economico. Tuttavia, a rivelarci la verità sarà solo il tempo.
– Giulia Ronchi
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