Fase 2: il futuro dei musei italiani. Intervista al Presidente del Maxxi Giovanna Melandri
La presidente punta sulla funzione educativa e sociale del Maxxi. Guardando ai giovani e lanciando una sfida per il futuro dei musei d’arte contemporanea.
Il post pandemia è in mano ai giovani. Giovanna Melandri, Presidente del Museo Maxxi a Roma è pronta a riaprire l’istituzione il 19 maggio, in sicurezza e con una ricca programmazione volta a riflettere sul ruolo dei Musei d’arte contemporanea e sui temi, sempre più urgenti del presente. L’attenzione è puntata sui più giovani con un nuovo progetto a beneficio dei ragazzi e delle famiglie, una sorta di investimento per il domani del nostro Paese consolidando una relazione sempre più stretta tra scuole e musei. Ma sono tante le proposte che il Museo nazionale d’arte e architettura contemporanea lancia per la Fase 2. Ecco quali.
Come avete salutato la notizia di una possibile riapertura del 18 maggio?
Ci stiamo preparando a questa evenienza da alcune settimane. Siamo molto fortunati perché il Maxxi è un edificio grande e spazioso, e questo facilita il distanziamento. Stiamo predisponendo nuove modalità di visita nel rispetto delle regole. Abbiamo già i termo-scanner e un piano per le sanificazioni, anche perché da qualche giorno abbiamo riaperto i nostri uffici. Certo, tutto questo costa e rappresenta un onere in più sul danno che abbiamo subito e che continueremo a subire.
Sarete pronti per quella data?
Intanto è già possibile acquistare online uno speciale biglietto solidale a 5 euro, con validità fino al 31 dicembre 2020. Il 19 maggio riapriremo la biblioteca e i nostri servizi per la ricerca. Cominceremo poi con un’apertura parziale nel weekend della galleria che ospita la bellissima mostra di Gio Ponti, sperimentando per 15 giorni questa soluzione.
Quali saranno le prime azioni che porterete avanti?
Ci siamo chiesti come essere utili alla città. Abbiamo spazi grandi e convertibili per accogliere gli studenti in tutta sicurezza. Nasce così il progetto Maxxi Teenche metterà a disposizione dei giovani il Museo e il nostro personale qualificato: i ragazzi potranno portare il pc e seguire le lezioni online, mentre al pomeriggio offriremo laboratori educativi di qualità, coinvolgendo i giovani nella nostra programmazione. Faranno back-office insieme a noi, lavoreranno sulle mostre, ci aiuteranno a costruire il futuro del museo entrando nel vivo nella filiera della produzione culturale. Penso che questo progetto aiuterà tantissimo non solo i ragazzi, ma anche le famiglie, e soprattutto le donne. È il nostro modo di essere al servizio della città.
Cosa salvate dei piani precedenti e cosa pensate che invece ormai sia irrecuperabile e irrimediabilmente obsoleto?
Il 2 giugno riapriremo al pubblico la mostra REAL_ITALY, inaugurata poco prima del lockdown e che presenta i risultati delle prime due edizioni del progetto del MiBACT Italian Council, (con opere di artisti italiani come Yuri Ancarani, Giorgio Andreotta Calò, Patrick Tuttofuoco tra gli altri, n.d.r). Abbiamo poi deciso di prorogare la mostra At Home. Progetti per l’abitare contemporaneo,che indaga il tema dell’abitare e della casa, con un nuovo allestimento, che aprirà il 18 giugno. Abbiamo chiesto ad architetti importanti di riflettere sul tema della pandemia e su un nuovo concetto di abitare, andando ad esplorare le multifunzioni della casa multitasking alla quale tutti ci siamo abituati.
Sempre il 18 giugno lanceremo un festival digitale (se le condizioni ce lo permetteranno lo faremo anche in presenza) per festeggiare i 10 anni del Maxxi. Si intitolerà Una storia per il futuro, come l’esposizione del decennale che abbiamo dovuto rimandare a novembre e rifletterà insieme a direttori di importanti istituzioni mondiali (Centre Pompidou, Serpentine Gallery, Tate Modern, Palais de Tokyo…) sulla funzione dei musei d’arte contemporanea nel mondo. Ci sarà anche una sezione sulla ecologia della creazione, su come ragionare, attraverso le intuizioni dei creativi, dei designer, degli architetti, sul mondo che verrà. Infine, per quanto riguarda il Maxxi L’Aquila la consegna dell’edificio, prevista per il 31 marzo, purtroppo non è potuta avvenire, ma la speranza è quella di riuscire ad aprire in autunno.
Come pensi che cambierà il rapporto tra museo e spettatore?
In questi due mesi di quarantena ci siamo trasformati in un broadcaster di contenuti online che hanno avuto un riscontro pazzesco. Abbiamo raggiunto 12 milioni di visualizzazioni… siamo rimasti veramente sorpresi noi stessi! Credo che la chiave sia stata quella di non mettere solo il già visto, ma di aver chiesto a intellettuali e creativi di produrre contenuti originali e questo è stato premiato. Stiamo ragionando su cosa fare dopo. Questa progettualità legata all’online dovrà essere un ponte per il Maxxi in presenza, post lockdown. Io credo che la funzione sociale del museo sia l’anima educativa, ad esempio un progetto come Maxxi Teen. La nostra è una scelta molto chiara e in controtendenza, in un momento in cui molti musei internazionali sono andati nella direzione opposta, rinunciando al dipartimento educativo. Il prossimo anno vorremmo sostituire le grandi comitive del turismo di massa con gruppi di giovanissimi e rafforzare il lavoro con le scuole. Ma per fare questo abbiamo bisogno di aiuto.
State cercando di aprire un dialogo con il Ministero?
Lancio una sfida al MIUR e al MIBACT: sostenere queste attività con un fondo dedicato alla crescita critica dei nostri ragazzi attraverso la conoscenza del patrimonio culturale. Un programma che rafforzi il rapporto tra scuole e Museo perché, a mio parere, le istituzioni del contemporaneo devono diventare un luogo di crescita per il domani.
Inoltre è arrivato il tempo per l’intero sistema culturale italiano di riflettere su come potremo sostenerci. Il MAXXI rischia di perdere oltre 2 milioni di euro. Sono sicura delle scelte che abbiamo fatto: tutelare le persone che lavorano per il museo e tenere viva la funzione educativa, per noi centrale, però avremo bisogno di aiuto. Certamente è importante che le leve della politica nazionale siano anche sul lato della domanda e non solo dell’offerta: ho visto che si è discusso di possibilità di detrazioni sui biglietti, dare dei bonus e delle risorse per il consumo culturale, bisogna lavorare sul mecenatismo privato e sul mondo delle arti performative ancora più in difficoltà di quello dei musei… A questo proposito, dal nostro canto stiamo pensando – il progetto è ancora in fase di studio – che potremmo offrire la nostra piazza questa estate ai professionisti del teatro per degli spettacoli in sicurezza e su questo stiamo ragionando con il Comune di Roma.
–Santa Nastro
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