Polemiche al Teatro di Roma. Lievitano i costi e le poltrone
Mentre la crisi economica perseguita i lavoratori del settore artistico e dello spettacolo, al Teatro di Roma aumentano i direttori e crescono gli stipendi dei consulenti.
“Continuano gli scandali inerenti le nuove nomine del Teatro di Roma. Nonostante le grandi difficoltà in cui versano i lavoratori del settore, i vertici del Teatro di Roma si aumentano i compensi e si spartiscono le poltrone. È il caso dell’ex Direttore manager Giorgio Barbiero Corsetti, che lascia vuoto il precedente incarico per ricoprire, ovviamente a parità di stipendio, la carica di Direttore Artistico. Ovviamente ora occorrerà colmare la poltrona vuota con ulteriore esborso economico e relativa aggravante per le già fragili casse dell’ente, il tutto mentre i lavoratori restano in Fis“. Sono le parole del capogruppo della Lega in Campidoglio Maurizio Politi e del consigliere Lega alla Regione Lazio Laura Corrotti, che hanno denunciato ciò che sta accadendo ai vertici del Teatro di Roma depositando anche un’interrogazione urgente in Comune. “Pretendiamo risposte sia da Zingaretti che dalla Raggi”, hanno concluso gli esponenti della Lega. Unici a parlare peraltro, in una città dove ormai da tempo non esiste alcuna opposizione al malgoverno della Giunta Raggi.
COSA E’ IL TEATRO DI ROMA
Perché Zingaretti e Raggi? Perché il Teatro di Roma è una associazione costituita da Comune, Regione ed ex Provincia di Roma oggi Città Metropolitana. Insomma un ente di diritto privato ma di fatto pubblico, che gestisce le stagioni dello storico Teatro Argentina e del Teatro India votato alla ricerca. Una sorta di società municipalizzata. Ai tempi di Ignazio Marino Sindaco la direzione fu data in mano all’estroso e geniale Antonio Calbi, con l’arrivo di Virginia Raggi anche qui le cose hanno preso l’andazzo del Raggi-style, ovvero caos, inefficienze, poca chiarezza, comunicazione insabbiata (ci sono volute delle interrogazioni per far pubblicare dati e contratti sul sito come la normativa impone), aumento dei costi e qualche clientela a vantaggio degli amici degli amici.
IL “GIOCO DELLE POLTRONE” DEL TEATRO DI ROMA
A far montare ulteriormente la polemica, è il caso dell’ex Direttore Giorgio Barbiero Corsetti, attore teatrale, regista e drammaturgo. Insomma figura di sicuro talento ma tutt’altro che un manager come invece prevederebbe il suo ruolo. Nominato nel febbraio 2019 alla direzione manageriale del teatro spaccando il CdA dello stesso, ad un certo punto rimette le deleghe organizzative al presidente Emanuele Bevilacqua, assumendo un ruolo solo di direzione artistica, con una significativa remunerazione. Un vuoto che va quindi colmato con un’altra poltrona. Una dinamica che fa parte di un ripensamento della formula dirigenziale per cui la figura amministrativa viene scorporata da quella artistica e di programmazione, fin lì ricoperte dallo stesso direttore. Dopo la cessione delle deleghe amministrative, burocratiche e legali, il Teatro di Roma avrebbe dovuto per prima cosa renderlo noto e poi avrebbe dovuto pubblicare un nuovo bando. Cosa non ancora avvenuta. I soci del Teatro (Regione Lazio e Roma Capitale) decidono infatti che Barberio Corsetti venga ufficialmente assunto come consulente artistico, con un contratto da 98 mila euro annui contro i 130 mila dell’anno precedente. La somma però dello stipendio di Corsetti aggiunta a quella del nuovo responsabile amministrativo andrà ben sopra ai 130mila precedenti. A lievitare, inoltre, sono altri compensi: a Corsetti spettano 40 mila euro a ogni regia (prima erano 30 mila) e 20 mila (contro i 15 mila precedenti) per ogni riallestimento, oltre alla copertura delle trasferte.
BARBERIO CORSETTI E FRANCESCA CORONA
Coinvolta nelle polemiche anche Francesca Corona, storica curatrice di Short Theatre e dallo scorso anno consulente del Teatro India: anche lei figura di rilievo del settore, ma non propriamente nel pieno del suo ruolo. Il suo contratto 2019-2020 è scaduto, ma in tempi di Coronavirus – con i teatri fermi e le stagioni bloccate – ne firma uno nuovo, valido questa volta fino al 2022 con un compenso annuale pari a 45 mila euro: con un mondo dello spettacolo alla canna del gas, Corona è l’unica operatrice del settore ad aver avuto uno stipendio lievitato significativamente. Oltretutto il nuovo corso del Teatro India non soddisfa molti operatori: “a proposito di trasparenza” spiegano alcuni protagonisti che non vogliono essere citati “bisognerebbe approfondire con quale approccio sono stati fatti i lavori nel teatro, con quale approccio è stato affidato il servizio di ristorazione e soprattutto bisognerebbe analizzare quali delle compagnie teatrali coinvolte non hanno rapporti con la consulente artistica…”. Ma del resto, qui come in altri ambiti, è la consueta restaurazione delle ben note dinamiche romane che l’amministrazione di Virginia Raggi ha garantito dopo i brevi anni di discontinuità ai tempi di Ignazio Marino…
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