Il Trionfo del Cretino Universale. In difesa di Gauguin
Riceviamo e pubblichiamo l'appassionata difesa di Paul Gauguin da parte di Stefano Piantini. Aperto il dibattito, come sempre sulle colonne di Artribune.
![Il Trionfo del Cretino Universale. In difesa di Gauguin](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/07/P-1932-SC-163-tif-10258.jpg)
A margine di una importante mostra dedicata a Paul Gauguin (Gauguin Portraits) prima alla National Gallery of Canada, Ottawa, e poi alla National Gallery di Londra, qualche giorno fa sul New York Times è stato pubblicato un pezzo della narratrice inglese Farah Nayeri dal titolo It is time Gauguin got cancelled?, nel cui testo si legge: “Sarebbe meglio non esporre nessuna opera del pittore parigino perché ebbe relazioni con quattordicenni polinesiani“.
Farah Nayeri scrive di arti visive, e non solo, oltre che sul New York Times, sull’Economist, sul Wall Street Journal, ha scritto per Bloomberg ed è una provetta pianista classica. Un curriculum straordinario davvero.
Ma Paul Gauguin, artista eccezionale, eroe libertario e trasgressore, celebrato nel ’68 e negli Anni Settanta, viene trattato con orrore e dannato, o “bannato”, se preferite. Questo moralismo sciocco e ignorante è pari a quello del reverendo Rogatien-Joseph Martin, il quale, alla notizia della morte dell’artista (Hiva Oa, Isole Marchesi, 1903) distrusse le opere che giudicò blasfeme e oscene; benedì la salma e gli diede una sepoltura senza nome nel cimitero della chiesa della Missione; la sua tomba fu ritrovata vent’anni dopo, venne posta una lapide con la stringatissima iscrizione “Paul Gauguin 1903”. Il pittore morì povero in canna.
![Balthus, Thérèse, 1938. The Metropolitan Museum of Art, New York. Photo The Metropolitan Museum of Art Art Resource Scala, Firenze © Balthus](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/09/Balthus-The%CC%81re%CC%80se-1938.-The-Metropolitan-Museum-of-Art-New-York.-Photo-The-Metropolitan-Museum-of-Art-Art-Resource-Scala-Firenze-%C2%A9-Balthus.jpg)
Balthus, Thérèse, 1938. The Metropolitan Museum of Art, New York. Photo The Metropolitan Museum of Art Art Resource Scala, Firenze © Balthus
LA SCURE DELLA CENSURA
Secondo lo stesso principio assurdo, dovremmo ostracizzare, distruggere e dimenticare Platone, Socrate, l’Imperatore Adriano, Giulio Cesare…
I lavori di Leonardo da Vinci, tutti, compresi i codici, andrebbero condannati: come non punire il rapporto “inopportuno” (come dicono i moralisti) del Genio con Salaì? Come tollerare il foglio del Codice Atlantico (probabilmente un falso) dove è disegnato e didascalizzato un particolare significante del sedere di Salaì? Come perdonare il possibile rapporto omosessuale con il prostituto, orafo, modello, minorenne, Jacopo Saltarelli? E Caravaggio? Fuoco ai dipinti, prostitute, ragazzini, assassinio. Le bambine di Egon Schiele, modelle e non solo, intollerabile! Da tempo viene chiesto al MET, anche con petizioni pubbliche, di rimuovere il dipinto Thérèse Dreaming di Balthus; vero, il dipinto, e non solo quello, è inquietante, ma a partire dal cognome Klossowski de Rola, Balthus ha inventato molte cose della e nella sua vita, mind games, anche la supposta pedofilia può essere un gioco cerebrale, e così credo. E che dire di Picasso, per il suo discutibile essere Minotauro, spesso un mostro nei suoi innumerevoli rapporti con le donne, violenza psicologica – Marie-Thérése Walter aveva 17 anni.
![Egon Schiele, Reclining woman with green shoes, 1917, Gouache, watercolour and black crayon on paper, Private Collector, Image courtesy Private Collection](https://www.artribune.com/wp-content/uploads/2018/04/Egon-Schiele-Reclining-woman-with-green-shoes-1917-Gouache-watercolour-and-black-crayon-on-paper-Private-Collector-Image-courtesy-Private-Collection-799x1200.jpg)
Egon Schiele, Reclining woman with green shoes, 1917, Gouache, watercolour and black crayon on paper, Private Collector, Image courtesy Private Collection
CONFORMISMO E MORALE
Le opere di questi artisti andranno dunque distrutte oppure tumulate in appropriati Depositi della Vergogna, privi, ovviamente, della facilities per la loro conservazione? L’elenco dei reprobi, delle reprobe, o degli artisti, dei filosofi, degli scrittori fuori linea (si fa per dire) appartenenti a ogni possibile e totalmente legittimo gender, tende matematicamente all’infinito, in una deriva di una stupidità disarmante.
È del giugno di quest’anno un tweet di Shaun King (scrittore e attivista americano per i diritti civili, peraltro assolutamente apprezzabile) che recita: “Yes, I think the statues of the white European they claim is Jesus should also come down”. Dunque l’abbattimento di statue, crocifissi e magari una bella sassata, dall’anima pura, su qualche vetrata medioevale (sassi sulla Sainte-Chapelle a Parigi, a Chartres, ad Augusta, e, naturalmente, fondiamo e martelliamo Donatello) perché Gesù non era bianco, oppure era bianco, chissenefrega. Perché, quindi, non cancellare la memoria del venerabile Gandhi, che era indiano?
È il trionfo, conformista e desolante, del Cretino Universale.
– Stefano Piantini
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