I monumenti di Roma e le proiezioni tricolori. Tempo di spegnere
Comprensibili nei momenti più complessi dell'emergenza sanitaria e umanitaria che abbiamo vissuto nei mesi di marzo e aprile, le enormi proiezioni a led del tricolore che tappezzano importanti palazzi di Roma sono diventate stucchevole manierismo
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Per l’amor del cielo, non lo possiamo negare: in un periodo di allerta nazionale – anzi mondiale – vale tutto. Vale perfino prendere i più celebri palazzi monumentali della città e scambiarli per maxiscreen dove proiettare la bandiera nazionale ogni santa sera. Bisogna creare coesione, occorrono simboli e non guasta un filo di retorica.
E allora ti senti legittimato ad allestire discutibili catafalchi per proiettare a led il tricolore verde, bianco e rosso sul Palazzo della Consulta, su Palazzo Chigi, sul Colosseo (almeno questa, da un po’ spenta), sul Quirinale e su Palazzo Madama nelle strade ostinatamente deserte del centro di Roma. Una condivisibile idea, anche toccante, una compagnia nelle settimane calde del contagio di aprile per i pochi costretti a uscire la sera.
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I monumenti di Roma e le proiezioni tricolori.
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