Beppe Sala punta sulla cultura: tre mosse per il rilancio di Milano
Il sindaco di Milano ha annunciato a dicembre l’intenzione di ricandidarsi alle elezioni del 2021. La questione più urgente da affrontare ad oggi è la ripartenza della città, che secondo la visione di Sala dovrà avvenire in tre mosse attraverso la cultura
È passato più di un mese dall’annuncio – passato prima sui social – di Beppe Sala che, subito dopo la consegna degli Ambrogini d’oro del 7 dicembre 2020, ha comunicato l’intenzione di correre alle elezioni comunali del 2021 e ricandidarsi a Sindaco di Milano. Una campagna elettorale che coinciderà con un momento molto delicato per la città: quello della tanto auspicata ripartenza che il sindaco, assieme all’Assessore alla Cultura Filippo Del Corno, ha riassunto in una strategia dettata da tre linee guida, in cui la cultura gioca un ruolo chiave. Si dovranno portare a termine i lavori in corso su diversi progetti urbanistici e inaugurare nuovi punti di riferimento della creatività; si dovrà potenziare la “Milano dei quartieri” con distretti culturali diffusi e, infine, rilanciare la capitale lombarda come metropoli internazionale, nuovamente in linea con quella visione cosmopolita che l’aveva caratterizzata nell’era pre Covid.
RILANCIO DI MILANO: LE AREE RIQUALIFICATE E I NUOVI MUSEI
Nonostante la lunga serrata della cultura, non si è smesso in questi mesi di lavorare a progetti capaci di coinvolgere sia il centro che le periferie della città. Tra questi è stato confermato l’ampliamento del Museo del Novecento nella seconda torre dell’Arengario di Piazza Duomo, per dar vita a un vero museo del contemporaneo a Milano. Recente è anche la decisione di spostare i laboratori del Teatro alla Scala nell’ex Stabilimento Innocenti a Rubattino, mentre l’ex mercato comunale coperto del QT8 – attualmente in stato di degrado e abbandono – ospiterà il nuovo Casva, il Centro alti studi per le arti visive. In questo quadro rientrano anche gli interventi dello Stato (arrivata l’approvazione per l’avvio della Grande Brera da parte della Direzione Generale Belle Arti e Paesaggio del MiBACT) e dei privati, con il nuovissimo Museo Etrusco, il Museo del Design dell’ADI e infine il parco artistico di Fondazione Prada nello Scalo di Porta Romana, in vista delle Olimpiadi Invernali Milano-Cortina del 2026. Pare quasi giunto al termine anche il restauro del teatro Lirico, che dopo aver ridisegnato i camerini in chiave anti-Covid, ha fissato la scadenza al 28 febbraio, (ma le finiture saranno concluse intorno ad aprile).
RILANCIO DI MILANO: LA CITTÀ NEI QUARTIERI
Si è parlato tanto in questi mesi di una Milano che sia anche a misura d’uomo, capace di stimolare la partecipazione dei cittadini, rafforzare l’idea di comunità e l’identità di quartiere, creando distretti culturali diffusi. Per questo il Comune ha lanciato il progetto dei distretti museali in alcuni quartieri ad alta densità di bellezza e conoscenza (come Porta Venezia, Duomo, Ansaldo, Sempione) a cui sarà necessario integrare poi con le attività di biblioteche, teatri e cinema. Una visione che era già stata delineata alla fine del primo lockdown, quando era stato emanato il documento intitolato Strategia di adattamento, che metteva tra le priorità della Fase 2 gli spazi verdi, la mobilità green e la vita a misura di quartiere, per limitare la mobilità cittadina e tentare quindi di ridurre le occasioni di contagio.
RILANCIO DI MILANO: LA METROPOLI INTERNAZIONALE
Lo scenario meneghino, si sa, è cambiato radicalmente nel giro di un anno, con la sparizione del turismo internazionale e dei grandi eventi che erano da sempre la cifra caratteristica della città. Nel piano di rilancio di Sala e del suo team, però, c’è l’intenzione di ritornare a quella dimensione cosmopolita: l’obiettivo del terzo capitolo della strategia punta infatti a rilanciare il lavoro svolto negli scorsi anni per portare Milano all’attenzione internazionale. E, ancora una volta, la cultura può essere il punto di partenza, come prospettato dall’Assessore Del Corno che avanza la proposta di un grande festival Triennale internazionale delle performing arts, da costruire in collaborazione con tutte le istituzioni pertinenti, come la Scala, il Piccolo e le scuole civiche. Una bella ambizione senza dubbio, che porterebbe alla città un tassello importante da aggiungere alle tante “week” dedicate a moda, arte, design, architettura, musica e letteratura e che si spera tornino ad animare quanto prima una ricca e articolata offerta culturale di Milano.
– Giulia Ronchi
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