Il Ministro dell’Economia presenta bozza del Recovery Plan: ecco le misure dedicate alla cultura
L’Italia riparte anche dalla cultura e dal turismo, con progetti rivolti alla digitalizzazione, alla valorizzazione e messa in sicurezza del patrimonio, alla valorizzazione dei borghi e delle periferie e all’inclusione sociale. Ecco la bozza del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) presentata al Presidente del Consiglio Conte.
“Abbiamo consegnato al presidente Giuseppe Conte la nuova bozza del Recovery Plan. In oltre 170 pagine sono esposte le strategie, i progetti, le risorse per far ripartire l’Italia. Ora nel Governo, in Parlamento e nel Paese si apre la fase di analisi, miglioramento, decisione”, ha annunciato il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri su Facebook. Un testo articolato in 6 missioni, che a loro volta raggruppano 16 componenti volte a realizzare gli obiettivi della strategia di governo e 47 linee di intervento per progetti omogenei e coerenti: sono i primi numeri del Recovery Plan italiano, che dovrà essere presentato alla Commissione europea per ottenere i finanziamenti necessari alla ripresa del paese dopo l’anno pandemico del 2020. È stato intitolato Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR) e si aggira intorno ai 220 miliardi di euro, tra prestiti e sovvenzioni. I grandi temi presentati nella bozza del documento dal Ministro Gualtieri sono Salute, Rivoluzione verde, Equità sociale, di genere e territoriale, infrastrutture, ma anche Digitalizzazione e innovazione, Cultura e turismo, Istruzione, formazione e ricerca.
LA CULTURA NEL RECOVERY PLAN DELL’ITALIA
“Si dovrà investire nella bellezza del Paese, anche per consolidare la capacità di attrazione di flussi turistici e l’enorme potenzialità del patrimonio storico, culturale e naturale”, si legge nel testo. “Nella nuova versione del Piano, il significativo aumento di risorse relative alla cultura e al turismo non corrisponde solo all’esigenza di sostenere gli ambiti più colpiti dagli effetti del Covid-19, al fine di recuperare il potenziale di crescita. […] L’investimento strategico in tutta la catena del valore della cultura e del turismo, è essenziale per diffondere lo sviluppo sostenibile a livello territoriale, per realizzare l’inclusione sociale dei giovani attraverso le industrie culturali e creative e l’attività sportiva e per accompagnare il risanamento delle aree urbane e la ripresa delle aree interne”. L’investimento sulla cultura viene quindi presentato nel PNRR come uno strumento strettamente connesso allo sviluppo socio economico del paese, e viene inserito nella prima missione (delle 6 totali) sotto la dicitura “Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura”, con una richiesta di fondi che sale a 46,18 miliardi rispetto ai 45,86 precedentemente pianificati durante l’analisi del documento di confronto con i partiti.
TURISMO SOSTENIBILE, CULTURA GREEN E DIGITAL
L’intento è quello di riportare il turismo in Italia quando l’emergenza nazionale si sarà placata, sostenendo però un tipo di turismo “lento e sostenibile, fatto di percezione, di appartenenza e di contesto identitario”. In che modo? Implementando le infrastrutture, le strutture ricettive e le periferie, per decongestionare i grandi (e dannosi) flussi di massa che hanno caratterizzato gli anni pre-Covid nelle principali città d’arte, ma anche offrendo la valorizzazione di nuovi territori, la creazione di cammini, percorsi ciclabili, percorsi ferroviari e la riscoperta di siti archeologici “dimenticati”. Si parla inoltre di una cultura profondamente legata alla sostenibilità green e fortemente digitalizzata. Lo sforzo di digitalizzazione, in particolare, riguarderà anche “archivi, biblioteche, musei e luoghi della cultura in generale, per consentire a cittadini e operatori nuove esperienze di fruizione per migliorare l’offerta di servizi”.
TURISMO E CULTURA 4.0 NEL RECOVERY PLAN
L’obiettivo, leggiamo ancora, è quindi “incrementare l’attrattività del sistema turistico e culturale del Paese attraverso la modernizzazione delle infrastrutture materiali e immateriali, la formazione e il potenziamento delle strutture ricettive attraverso investimenti in infrastrutture e servizi turistici strategici e il finanziamento dei progetti dei Comuni per investimenti su luoghi identitari sul proprio territorio”. Un progetto che viene chiamato Turismo e Cultura 4.0 e che vuole essere radicato nel tessuto sociale del paese, finalizzato a “promuovere l’integrazione tra scuola, università, impresa e luoghi della cultura, prevede interventi in modo da destinare una quota significativa di risorse alle regioni del Mezzogiorno e agli ambiti di attività caratterizzati da un’incidenza elevata di professionalità femminile e giovanile”. Tra le altre linee guida citate ci sono una migliore fruibilità digitale e accessibilità fisica e cognitiva della cultura; la rigenerazione dei borghi e delle periferie urbane; la messa in sicurezza e il restauro dei luoghi di culto e del patrimonio storico e architettonico; la promozione dei percorsi “caput Mundi” (sfruttando anche la circostanza del Giubileo che si terrà a Roma nel 2025) e “Percorsi nella Storia” per promuovere la capacità attrattiva del patrimonio storico artistico e incentivare un turismo lento e sostenibile. Il progetto Turismo e Cultura 4.0 costituirà un investimento nello specifico di 8 miliardi di euro.
– Giulia Ronchi
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