Capitale Italiana della Cultura 2022. Temi, contenuti, dossier delle 10 città finaliste
Storia, paesaggio, sviluppo del territorio sono i temi ricorrenti nei dossier delle 10 città finaliste per il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022. Eccoli nel dettaglio
Ancona, Bari, Cerveteri, L’Aquila, Pieve di Soligo, Procida, Taranto, Trapani, Verbania e Volterra sono le città in corsa per aggiudicarsi il titolo di Capitale Italiana della Cultura 2022, la cui proclamazione è prevista per il prossimo 18 gennaio. Le dieci città contendenti presenteranno i loro dossier presso il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo tra il 14 e il 15 gennaio, e una giuria decreterà così chi sarà la vincitrice. Dieci città diverse per collocazione geografica, storia e cultura, eppure non sono pochi i punti in comune tra i dieci dossier: tra tutti, indagare le proprie radici per costruire il futuro. Ecco in sintesi i contenuti dei dossier presentati dalle aspiranti Capitali.
– Desirée Maida
ANCONA. LA CULTURA TRA L’ALTRO
Il rapporto con l’Altro è il tema fondante del dossier di candidatura di Ancona, sviluppato attraverso il coinvolgimento dei giovani del territorio e costituito di un’ottantina di progetti. Ancona. La Cultura tra l’Altro è il frutto della riflessione per cui “sia la cultura sia Ancona hanno inevitabilmente a che fare con l’Altro: la cultura, in quanto membrana attraverso cui passano le nostre relazioni, e la nostra capacità di avere a che fare con esse; Ancona, dal momento che nasce, vive e quasi muore per mano dell’altro, a testimonianza del suo valore di città-porto in tutti i sensi”. Il dossier si snoda in tre grandi sezioni – Altro come incontro, Altro come trauma, Altro come cura– ognuno dei quali viene affrontato in eventi, interventi sulla città, produzioni originali. “Già partecipare è una vittoria, perché significa che Ancona crede, finalmente, alle proprie possibilità, e ritiene di essere capace di trasformarsi anche grazie alla leva culturale”, ha commentato il Sindaco di Ancona Valeria Mancinelli. “Siamo una città non solo bellissima, ma ricca di risorse che a volte sembrano inaspettate persino a noi, e che giorno dopo giorno stanno emergendo. In un periodo difficile come questo, sapere che si continua a costruire per il futuro, senza ignorare le pene del presente, ma facendone tesoro, è un motivo di orgoglio”.
BARI 2022 CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA
Bari e il sacro, Bari e la luce, Bari e il mare, Bari e l’oriente, Bari e il dialogo, Bari e il femminile: si basa su questi concetti – definiti archetipi – il dossier presentato dalla città di Bari, che fonde tradizione e contemporaneo all’insegna della “ricchezza semantica, culturale e valoriale della storia di San Nicola”, come spiega il dossier. “Il rapporto di identificazione tra San Nicola e Bari è millenario, è profondo, ha segnato il destino urbanistico e architettonico della città, il suo rapporto con il mare, con le culture dei paesi dell’area adriatico-mediterranea, ne ha determinato la riconoscibilità internazionale, esercitando sulla cittadinanza una forte influenza simbolica, antropologica, sociale, culturale, artistica, ancorché religiosa… Un pluriverso culturale e valoriale che riflette l’identità composita di un capoluogo pugliese che attraversa una stagione di rinnovata luce, di rinascita culturale e di progressiva affermazione, sul panorama nazionale e internazionale, come città metropolitana a vocazione ecumenica, universitaria, culturale e industriale, destinazione turistica nell’area adriatico-mediterranea, dal profilo dinamico, vivace, partecipativo, coinvolgente”. 300 gli appuntamenti del programma di Bari Capitale, tra mostre, concerti, laboratori e incontri.
CERVETERI 2022. ALLE ORIGINI DEL FUTURO
Storia e tradizione sono anche alla base del dossier di Cerveteri, cittadina in provincia di Roma nota per le sue aree archeologiche di epoca etrusca. Un tesoro su cui Cerveteri ha focalizzato il proprio dossier di candidatura, come spiegato dall’assessore alle Politiche Culturali Federica Battafarano su Ortica Social: “la civiltà italiana è nata nella nostra regione, come ha scritto anche il grande etruscologo francese Jacques Heurgon. E il cuore di questa regione è proprio a Cerveteri, come testimonia la sua immensa e maestosa necropoli etrusca. Per questo il claim scelto per la candidatura è ‘Alle origini del futuro’. Ripartire dalle radici, ripartire dall’identità. È qui che recupera significato la parola Cultura. I patrimoni del passato possono essere riportati alla luce solo con una sapiente azione culturale, che è proprio quanto intende esprimere ‘Cerveteri 2022’. Chi coltiva la terra, come si è sempre fatto nella nostra regione, sa con precisione cosa significhi amare e lavorare per rendere la terra viva di una vita eterna e rigenerante. Ecco allora che da Cerveteri, candidata a Capitale Italiana della Cultura, parte una nuova visione di futuro: con la nostra proposta intendiamo suggerire qualcosa di più che la candidatura di città ospitale e ricca di bellezze artistiche. Vogliamo suggerire un modello di società che sa valorizzare il passato, remoto e recente, mentre si apre al futuro”.
AQ 2022, LA CULTURA LASCIA IL SEGNO
Si ispira al Kintsugi – pratica giapponese che consiste nel riparare gli oggetti con l’oro – il dossier di candidatura dell’Aquila. La cultura, qui, è concepita come l’oro con cui risanare e guarire le ferite di una città colpita dal terremoto, e che da essa vuole ripartire per re-immaginare il proprio territorio. “L’Aquila può diventare una knowledge city del nuovo millennio che, senza imitare meccanicamente modelli stranieri di successo ma perseguendo invece una propria via allo sviluppo centrata sul rapporto tra conoscenza ed eccellenza scientifica e culturale, qualità ambientale e resilienza sociale, può davvero diventare un modello innovativo per tante altre realtà che si trovano e si troveranno ad affrontare problemi simili”, si legge sul dossier. “E non soltanto L’Aquila, ma l’intero cratere sismico aquilano, ovvero un territorio che modula con intelligenza il rapporto tra il centro urbano e una costellazione di piccoli centri dalla forte identità sociale e culturale, un territorio ancora vitale e capace di immaginare un progetto di futuro ma che ha bisogno di una spinta decisiva per aprire un nuovo, vero ciclo generativo”.
PIEVE DI SOLIGO E LE TERRE ALTE DELLA MARCA TREVIGIANA
“L’idea di partecipare al bando per Capitale Italiana della Cultura 2022 è nata dal dialogo e dal confronto attorno ai temi del doveroso ricordo e celebrazione della memoria delle personalità culturali di spicco del territorio – tra le quali Andrea Zanzotto, Giuseppe Toniolo, Francesco Fabbri, Toti Dal Monte – e dall’interrogarsi sull’attualità del loro pensiero e se da questo si poteva trarre ancora ispirazione”, spiega il sindaco di Pieve di Soligo Stefano Soldan. “Da subito abbiamo percepito una affinità tra il tema posto a bando e la lunga tradizione di cooperazione e condivisione sociale che da sempre caratterizza le nostre comunità e ha plasmato il nostro territorio nei secoli, tanto da aver meritato anche il riconoscimento Unesco per la tutela e la conservazione delle colline tra Conegliano e Valdobbiadene. Un territorio che su questa cultura comunitaria ha sempre ispirato lo sviluppo e che ha visto nascere eccellenze nel mondo del lavoro e della produzione. Uno sviluppo però che non sempre nel passato è stato rispettoso del paesaggio e delle comunità, compromettendo l’originale bellezza e autenticità dei luoghi e anche degli uomini”. L’attesa di sapere quale sarà la Capitale Italiana della Cultura 2022 viene raccontata, da Pieve di Soligo e le Terre della Marca Trevigiana, attraverso Facebook e Instagram, con contenuti che svelano la storia e la cultura del territorio.
PROCIDA – LA CULTURA NON ISOLA
La Cultura non Isola è il messaggio che l’isola di Procida lancia attraverso il suo dossier di candidatura, incentrata sui temi della relazione, del dialogo, dell’apertura. E la Cultura diventa strumento per interpretare e concretizzare questi temi. “Le rotte ci portano in un luogo, Procida. Potenza di immaginario e concretezza di visione ce la mostrano come capitale esemplare di dinamiche relazionali, di pratiche di inclusione nonché di cura dei beni naturali. Procida è aperta. Procida è l’isola che non isola, laboratorio culturale di felicità sociale”, si legge sul sito di Procida 2022. “Quante isole e quante utopie emergono e affondano nel tempo? L’isola è luogo di esplorazione, sperimentazione e conoscenza, è modello delle culture contemporanee; l’isola è l’altrove per eccellenza, nasconde tesori o è meta di fuga, espediente di ricerca della felicità. L’isola è regno di doppi: apertura/chiusura, accoglienza/esclusione, libertà/reclusione, legame/distanza. Dualità identitarie che svilupperemo nei principi e nel programma culturale”.
TARANTO E LA GRECIA SALENTINA CAPITALE ITALIANA DELLA CULTURA 2022. LA CULTURA CAMBIA IL CLIMA
Vede protagonisti 12 comuni della Grecia Salentina la candidatura di Taranto a Capitale Italiana della Cultura 2022, per un progetto che coinvolge un intero territorio, all’insegna di storia, tradizioni, e stili di vita condivisi. “Per noi rappresenta la partita della vita”, così spiega il sindaco Rinaldo Melucci il valore della candidatura di Taranto, “perché certifica un movimento che questa città ha già avviato e che vede nella cultura e negli eventi driver fondamentali per la trasformazione della propria immagine. Siamo la città che ha organizzato più eventi e festival dopo il lockdown, siamo contenti di farlo. Condividiamo con gli amici della Grecìa Salentina molte cose, ma soprattutto la consapevolezza che siamo ciò che raccontiamo e, in un progetto, siamo ciò che lasciamo dopo di noi. Da decenni i nostri 12 comuni lavorano sinergicamente sui temi della cultura – ha spiegato –, abbiamo pensato di allargare questo approccio rinunciando alla nostra candidatura e abbracciando la visione di Taranto e la nostra storia comune, puntando sulla contemporaneità dell’elemento ambientale”.
www.facebook.com/tarantocapitale2022
CAPITALE ITALIANA DELLE CULTURE EURO-MEDITERRANEE. TRAPANI CROCEVIA DI POPOLI E CULTURE, APPRODI E POLICROMIE. ARTE E CULTURA, VENTO DI RIGENERAZIONE
Si focalizza sulla natura euro-mediterranea della propria cultura il dossier presentato dalla città di Trapani, “crocevia di popoli e culture”. Oltre 100 progetti compongono il dossier, che vede la partecipazione di comuni, istituzioni, professionisti del mondo della cultura, creativi, giovani, scuole, organizzazioni sindacali e datoriali, imprenditori. “La candidatura di Trapani è stata occasione per avviare lo sviluppo di un piano strategico che sostenga l’offerta culturale del territorio, anche in chiave turistica”, spiegano il sindaco Giacomo Tranchida e l’assessore alla Cultura Rosalia d’Alì. “Da questa iniziativa potrebbe nascere un osservatorio provinciale perché la collaborazione tra gli attori del territorio si traduca in una strategia organizzativa di un calendario unico degli eventi”.
www.facebook.com/Trapani2022.Capitale.Italiana.Cultura
LA CULTURA RIFLETTE. VERBANIA, LAGO MAGGIORE
Già dal titolo, il dossier di candidatura presentato da Verbania (Verbano-Cusio-Ossola) fa chiaro riferimento all’acqua del Lago Maggiore, “che ha influenzato lo sviluppo economico e identitario del VCO, favorendo l’insediamento industriale nell’Ottocento, accompagnato dallo sviluppo dei giardini e delle ville storiche”, spiega l’assessore comunale alla Cultura Riccardo Brezza. “Ma è anche il paesaggio, la natura che diede origine allo sviluppo turistico dello scorso secolo e oggi è attrattore di una nuova fruizione che unisce ambiente e cultura, storia e nuove tecnologie. In questo dossier è racchiusa una sfida che ha una sola parola d’ordine: trasformazione, un messaggio per l’intero Paese. Se Matera aveva i suoi Sassi, Verbania ha tutto il suo territorio da mostrare”.
VOLTERRA. RI-GENERAZIONE UMANA
“Ri-generezione” e “ri-nascita” sono le parole che tornano più spesso nel dossier presentato da Volterra, proponendo così una visione volta al futuro e allo sviluppo del territorio. “Dentro al termine ri-generazione c’è tutta la storia recente di Volterra: la storia del suo ospedale psichiatrico, il secondo più grande d’Italia in tutto il Novecento, il primo ad essere concepito come luogo di condivisione e non di segregazione della malattia mentale; la storia del suo carcere, il primo al mondo che ha saputo generare un teatro, e grazie al teatro riconfigurare e rigenerare vite e spazi per la sua comunità di detenuti, di guardie, di magistrati e per tutta la comunità esterna, diventando modello per tutti di come la cultura può essere reale strumento di cambiamento e trasformazione”, scrive il Sindaco Giacomo Santi nel dossier. “Luoghi che istintivamente ci fanno pensare alla negazione dell’umanità, e che in realtà la mettono sotto i nostri occhi con tutta la sua piena evidenza. Questi luoghi sono davvero i grandi luoghi del contemporaneo. Ospedale e carcere a Volterra sono i luoghi della cura della società, non della morte del sé. Questa è la sfida del nostro dossier, ancora più importante e significativa, dopo quanto è accaduto in tutti gli stati del pianeta: crescere come una comunità di cura che persegue il benessere di tutti, a partire dai più fragili”.
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati