Manifesto Next Generation Youth. La risposta dei giovani alla pandemia
Si è concluso da poche ore il terzo Italian Youth Forum, trasmesso in diretta streaming da Parma, Capitale italiana della Cultura 2020+21. A organizzarlo è stata l’Associazione italiana Giovani UNESCO, promotrice del Manifesto Next Generation Youth: 23+12 proposte pensate dagli under 35 per rispondere alle esigenze dei loro coetanei in ambito culturale, didattico, ambientale nella cornice della pandemia. Ne abbiamo parlato con il presidente di AIGU, Antonio Libonati.
Nutrire il futuro, La scuola di tutti, Sei la mia città, Il New Deal della cultura. Sono queste la macro aree tematiche attorno alle quali è strutturato il Manifesto Next Generation Youth, presentato dall’Associazione italiana Giovani UNESCO (AIGU) durante il terzo Italian Youth Forum tenutosi sabato 27 marzo in diretta streaming da Parma.
Un tavolo di lavoro che ha coinvolto 32 ospiti e 400 spettatori, interessati a un dibattito incentrato sulle giovani generazioni, chiamate a rispondere con concretezza alle urgenze sociali, culturali, ambientali, comunitarie, lavorative e didattiche rese ancora più impellenti dalla pandemia. Sono proprio i membri dell’Associazione italiana Giovani UNESCO ad aver elaborato una lista di proposte che spaziano da una formazione accessibile allo sviluppo del digitale, dalla sostenibilità urbana alla cittadinanza attiva, da una sistematica inclusione degli under 35 nella salvaguardia del patrimonio culturale alla gestione delle risorse alimentari. Proposte da inserire nel Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, presentate al Governo grazie al dialogo con i ministri delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili Enrico Giovannini e per le Politiche Giovanili Fabiana Dadone, invitati al Forum insieme al vicedirettore della FAO Maurizio Martina e al presidente della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO Italia Franco Bernabè, al direttore del MIT Senseable City Lab di Boston Carlo Ratti, all’economista e presidente della Pontificia Accademia delle Scienze sociali Stefano Zamagni e al ricercatore del CNR e collaboratore dell’Istituto Finlay de L’Havana per il vaccino Covid-19 Fabrizio Chiodo, solo per citare alcuni degli ospiti. Ad approfondire insieme a noi contenuti e obiettivi del Manifesto Next Generation Youth è stato il presidente di AIGU, Antonio Libonati.
INTERVISTA AD ANTONIO LIBONATI
Il Manifesto Next Generation Youth dà voce alle esigenze di chi si trova a costruire il proprio futuro in un’epoca dominata dall’incertezza e dalla mancanza di prospettive. A quali urgenze si ispira il Manifesto e in quale maniera ha preso forma?
Il Manifesto ha preso forma grazie al lavoro dei soci AIGU, che in questi mesi di pandemia a distanza hanno organizzato tavoli di lavoro e di confronto aperti a realtà esterne e a esperti nei vari settori. L’esigenza principale che ha mosso questo lavoro immenso è quella di far sentire la voce dei giovani in un momento in cui la costruzione del futuro e le sfide legate al cambiamento climatico e alla transizione ecologica rappresentano una priorità per tutti. Ma chi, se non chi del futuro sarà protagonista, ha diritto a prendere la parola e a farsi sentire?
Le proposte veicolate dal Manifesto sono chiare: un’eredità universale di 20.000 euro a ogni ragazza e ragazzo al compimento dei 18 anni; l’ingresso gratuito per gli under 35 ai musei e ai luoghi della cultura statali per almeno due anni; una politica a lungo termine per le nuove generazioni. Quale reazione si aspetta dalla politica e quali effetti si augura possa produrre l’attuazione di queste strategie?
Alla politica e alle istituzioni chiediamo di prenderci sul serio. Di darci spazio, sederci a un tavolo e discutere insieme sulla fattibilità concreta delle nostre proposte. Se davvero esiste un impegno comune legato alla costruzione di una società più giusta, più equa, e più rispettosa dell’ambiente, è doveroso dal nostro punto di vista ragionare insieme attorno a un piano complessivo che ponga la giustizia intergenerazionale come uno dei pilastri di ogni strategia per il futuro.
LAVORO, GIOVANI, CULTURA
Tra le proposte il lavoro gioca un ruolo determinante: si suggerisce per esempio di assumere a tempo indeterminato il maggior numero di giovani under 35 nel campo della tutela del patrimonio culturale italiano. Un obiettivo ambizioso, considerando che il settore dello spettacolo e delle arti in genere, nonché quello museale, hanno ricevuto una attenzione tutt’altro che costante in questo lungo anno pandemico. Crede ci sia finalmente il margine per una pianificazione concreta e strutturata, in primis a livello politico?
Abbiamo tutti negli occhi le immagini delle nostre città d’arte, e in generale del nostro meraviglioso Paese, le cui strade sono state svuotate dalla pandemia. Utilizzare quelle immagini ha avuto e ha un ruolo importante nel consolidare l’identità nazionale attorno a un obiettivo comune che è quello di uscire dall’emergenza. Ma proprio quelle immagini ci devono spingere a formulare una riflessione sullo stato del nostro patrimonio culturale. Se non ora, non vediamo davvero quando sarà possibile attuare simili riforme.
Anche il nodo del turismo è complesso: la pandemia ha svelato la fragilità e i rischi di economie incentrate su una monocoltura turistica e messo in evidenza le gravi mancanze di soluzioni che riescano a far convivere flussi turistici, residenzialità e salvaguardia del patrimonio. Le giovani generazioni potrebbero fornire spunti e progetti per “svecchiare” un sistema evidentemente inefficace, chiamando in causa un’altra urgenza, quella ecologica. Al netto del Manifesto, come si sta muovendo l’Associazione Italiana Giovani UNESCO in questo senso?
Il turismo rappresenta uno di quei settori in cui è più urgente di altri formulare una nuova visione per l’immediato futuro, legando il benessere e le legittime aspettative di chi non vede l’ora che si possa tornare a viaggiare alla tutela del patrimonio culturale e delle nostre città. Riteniamo sia questa l’occasione per un approccio radicale al tema, superando un sistema che fino al recente passato ha appaltato interi centri storici alle multinazionali del turismo digitale. Vogliamo e dobbiamo tornare al turismo, mi spingo a dire anche al turismo di massa, ma ponendo rimedio e prevenendo tutte le storture legate all’overtourism. Anche qui: se non ora quando?
GIOVANI E UNESCO
Ci spiega brevemente da chi è costituita l’Associazione, i suoi meccanismi e come farne parte?
AIGU è costituita da giovani sotto i 35 anni ed è strutturata in team regionali fino a 20 soci. Vi si accede attraverso una call che pubblichiamo ogni anno e la selezione è svolta da chi è già socio. Un meccanismo che vuole premiare il merito e la partecipazione, e che è stato riconosciuto dall’UNESCO come una delle migliori pratiche a livello mondiale.
Quali spunti e quali risposte sono emersi dal Forum di Parma in merito alle questioni sollevate dal Manifesto Next Generation Youth?
Il ministro Giovannini ha definito il nostro manifesto “un importante contributo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza”. La sindaca Raggi di è detta d’accordo con la proposta dell’accesso gratuito ai luoghi della cultura per i più giovani. Continueremo a lavorare con le istituzioni affinché le proposte e i progetti in cui siamo impegnati siano rappresentativi di un numero sempre maggiore di giovani e perché si arrivi agli obiettivi che ci siamo preposti. Una cosa è certa: il nostro impegno non di ferma qui.
‒ Arianna Testino
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