Europei di calcio in presenza. Franceschini: “stesse regole vengano applicate anche per i concerti
In queste ore il Governo ha deciso che gli Europei di calcio, in programma in Italia, si terranno a porte aperte, anche se con una presenza di pubblico pari al 25%. E cinema e teatri? Il Ministro della Cultura ha chiesto che le regole applicate al calcio vengano applicate anche agli spettacoli dal vivo
Il tema in questi giorni è scottante, nonostante i dati giornalieri sui contagi continuino a essere preoccupanti e la campagna vaccinale vada a rilento, tra problemi organizzativi e gli stop precauzionali di alcuni farmaci. Ma si sa, in Italia il calcio è uno sport particolarmente sentito e seguito da milioni di persone, è una questione di cultura. Non sorprende quindi che, in un Paese ancora tinto di rosso e di arancione, tra i punti principali del piano delle riaperture delle attività produttive (di cui si attendono lumi nel prossimo Decreto), ci sia la riapertura degli stadi al pubblico. In programma un appuntamento importante: i prossimi campionati europei, che si svolgeranno in Italia dall’11 maggio all’11 giugno. Appuntamento su cui il Governo ha preso una decisione che, per effetto domino, ha sollevato polemiche anche su altri settori che da mesi attendono l’ok per le riaperture: le partite si terranno a porte aperte, con una presenza di pubblico pari al 25%.
STADI APERTI AL PUBBLICO. E I CINEMA E I TEATRI?
Non è mancata la reazione da parte del mondo dello spettacolo, con cinema e teatri (e anche musei!) chiusi da mesi e che sperano di poter finalmente riprendere le proprie attività con la complicità della bella stagione. Ma, a quanto pare, un elemento determinante (e forse anche discriminante?) sarebbe la tipologia di luogo adibito ad accogliere il pubblico. Gli stadi sono all’aperto, i cinema e i teatri no, anche se in vista dell’estate si inizia già a parlare di spettacoli dal vivo in arene. Non si è fatta attendere la risposta del Ministro della Cultura Dario Franceschini che, attraverso una nota stampa, ha espresso la sua posizione: “in relazione alle notizie di stampa riguardo a una differenziazione tra la presenza del pubblico negli eventi sportivi e in quelli culturali, il Ministero della Cultura precisa che: sia nell’audizione di lunedì sia nelle proposte inviate ieri al Cts, il ministro Franceschini ha chiesto che, nel caso in cui si dovessero autorizzare eventi sportivi con pubblico, le stesse regole dovrebbero riguardare i concerti e gli spettacoli negli stadi o in spazi analoghi”. Insomma, ciò che va bene per gli stadi, perché non dovrebbe andare bene per concerti e spettacoli teatrali? Del resto i dati e gli studi sono chiari: all’aperto non ci si contagia.
LA SITUAZIONE DEL MONDO DELLO SPETTACOLO
Risale allo scorso 12 aprile l’audizione di Franceschini al Comitato Tecnico Scientifico per discutere del riavvio delle attività legate al mondo dello spettacolo. Nel corso del suo intervento, Franceschini ha presentato alcune proposte per consentire che la riapertura di teatri, cinema e sale da concerto, già prevista nelle zone gialle, possa avvenire con una maggiore presenza di pubblico, proponendo inoltre di consentire alle regioni di sperimentare in determinati luoghi all’aperto, eventi con numero maggiore di spettatori, introducendo misure aggiuntive di sicurezza, come sta avvenendo in altri paesi europei. Anche se, in caso di riaperture di cinema e teatri, resterebbe comunque un problema non da poco: quanto è sostenibile produrre spettacoli e rimanere aperti con la consapevolezza di avere introiti notevolmente ridotti a causa degli ingressi contingentati? Nel corso del suo intervento, Franceschini ha ribadito “quanto per lo spettacolo la situazione non sia più sostenibile e quanto questo settore, al pari di quello della scuola, debba essere considerato essenziale per la vita dei cittadini”.
– Desirée Maida
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