Storia del vivaio di cactus e piante rare a Roma che rischia lo sfratto
La raccolta di cactus, piante rare e piante in via di estinzione di Gaetano Palisano è unica. Tanto da suggerirci un parallelo Lui vuole trasformarla in spazio espositivo, scientifico e culturale. Ma c’è di mezzo il Comune di Roma
C’è un cartello di metallo tipo far west che oscilla su un palo: “Cactus. Piante rare da collezione”. In un punto all’inizio dell’Appia Antica dove le auto sfrecciano a velocità indecenti. Segui le indicazioni, ti convinci di aver sbagliato strada, insisti e alla fine tra serre costruite alla buona e vegetazione spontanea dovunque spunta lui: il dottor Gaetano Palisano. Da quarant’anni è il signore di questo ettaro e poco più, in aperta campagna, lungo il corso del mitologico Almone, terzo fiume di Roma, ma a tre passi dal centro storico della Capitale.
COLLEZIONISMO DI PIANTE E COLLEZIONISMO D’ARTE
Palisano è la persona giusta per capire quanto siano strette le correlazioni tra il mondo del collezionismo di piante e quello del collezionismo d’arte. C’è l’unicità dei pezzi da collezione, c’è la caccia ai più rari, ci sono i furti, c’è la necessità di riconoscere i pezzi pregiati distinguendoli da quelli di inferiore valore e c’è un pizzico di clandestinità e opacità in alcuni operatori che puntano a violare le regole.
La più importante? Le piante da habitat, ovvero quelle che dovessero essere prelevate direttamente dalla natura, non possono essere commercializzate e chi le detiene commette un reato paragonabile a chi viene trovato con appeso in casa il quadro sottratto ad un museo. Ci sono poi varie tipologie di piante pregiate così come ci sono varie tipologie di opere d’arte preziose. I bonsai forse sono la prima che viene in mente, ma le piante succulente di cui Gaetano si occupa non sono certo da meno.
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PIANTE RARE E TARTARUGHE
A chi è abituato ai cactus commerciali comprati al supermercato o in un vivaio normale si aprirà un mondo. Piante centenarie, uniche, provenienti da angoli remoti del Corno d’Africa o dell’America del Sud. Forme mai viste, frutti, fiori. Tutto ruota attorno a quelle che impropriamente chiamiamo “piante grasse”, incluse tante specie in via di estinzione o addirittura considerate estinte. E non è finita qui perché in un’altra porzione di appezzamento ormai da vent’anni Gaetano ha impiantato un allevamento che oggi conta 700 tartarughe di razze a rischio estinzione, alcune hanno fino ad sessant’anni di vita e sono allevate senza alcuno scopo di lucro: non sono in vendita.
IL PROGETTO DELL’ORTO BOTANICO
Qui è tutto pronto, ormai da decenni, per la realizzazione di un giardino botanico unico, con grandi potenzialità didattiche e naturalistiche. Ci si è messa di mezzo però l’imbarazzante burocrazia del Comune di Roma: negli Anni Novanta l’amministrazione volendo allargare il Parco della Caffarella, adiacente all’appezzamento di Palisano, ha proposto l’esproprio dei terreni. Palisano a quel punto propone un accordo al Comune: io vi cedo i terreni senza oppormi, ma poi voi me li ridate in concessione e io ci faccio l’orto botanico aperto al pubblico. Il Comune – all’epoca c’era la Giunta di Francesco Rutelli – giustamente accetta e venne approvata tanto di delibera datata 1997. Poi anni di disinteresse fino alle novità recentissime: l’amministrazione che si fa di nuovo avanti per ottenere i terreni che nel frattempo essendo andato a buon fine l’esproprio sono diventati di proprietà comunale. Solo la presenza di piante rare – alcune piantumate in terra, proprio perché concepite per fare una mostra permanente – e centinaia di tartarughe (incluse quelle appena nate, quelle che stanno deponendo le uova, quelle che stanno andando in letargo) hanno salvato Gaetano Palisano dall’esecuzione dello sfratto alcuni mesi fa. A marzo 2021 un consigliere comunale ha indirizzato un’interrogazione all’assessora all’ambiente di Roma Capitale Laura Fiorini la quale benché obbligata non ha mai replicato spiegando quali sono le intenzioni dell’amministrazione su questa faccenda. E così tutto questo progetto va avanti con una spada di damocle sulla testa senza sicurezze per il futuro e prospettive. “In questa condizione neppure la manutenzione delle serre posso fare in teoria, neppure un pezzettino di tetto sono autorizzato a sostituire fintanto è tutto in sospeso” spiega Gaetano. Intanto la minaccia si ripresenta dopo l’estate 2021: entro agosto Palissano deve sgomberare tutto insiste il Comune con una raffica di notifiche.
LA BUROCRAZIA DEL COMUNE DI ROMA
Sono passati tanti anni e l’età avanza, ma Gaetano Palisano è ancora disposto a rilanciare il suo spazio di approfondimento culturale e scientifico sulle piante rare. Invece di avere un’amministrazione alleata, si trova a scontrarsi però con una burocrazia miope. E pensare che il Comune di Roma è un unicum mondiale per la quantità di edifici, palazzi, appartamenti di proprietà che potrebbero essere fonte di grandi risorse e che invece vengono lasciati in totale abbandono, per tacere degli stabili occupati. E invece ormai da due anni continua ad accanirsi con un piccolo vivaio pieno di piante preziose e uniche che non possono essere spostate e che si offre di diventare una biblioteca botanica capace di arricchire con contenuti irripetibili l’area verde in cui è collocata. “Non ho figli e ho più di settant’anni. Voglio solo regalare alla città quarant’anni di ricerca scientifica e botanica. Perché la città non vuole approfittarne?”. Già, perché?
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Massimiliano Tonelli
È laureato in Scienze della Comunicazione all’Università di Siena. Dal 1999 al 2011 è stato direttore della piattaforma editoriale cartacea e web Exibart. Direttore editoriale del Gambero Rosso dal 2012 al 2021. Ha moderato e preso parte come relatore a…