La proposta museale di Calenda per Roma? Superficiale. Parla Patrizia Asproni
La presidentessa della Fondazione Museo Marino Marini di Firenze è critica verso la proposta di Carlo Calenda di inaugurare a Roma un museo unico per l’antichità. Ricordando che oggi, in piena pandemia, le priorità dovrebbero essere altre.
Alimentare la discussione agostana sul “programma museale” di Carlo Calenda significa perdere di vista l’obiettivo che dovrebbe essere ben presente nel programma di un candidato sindaco per Roma: la leadership culturale che la città meriterebbe. La pandemia ha fatto emergere come non mai la necessità di una leadership efficace come essenziale, apodittica.
Di fronte allo sconquasso provocato dalle restrizioni per il contenimento del contagio (tuttora in corso), di fronte alle chiusure forzate, di fronte alla emorragia economica, i leader hanno il compito di prendere decisioni che influiranno sul futuro. Occorre prepararsi, informarsi, appropriarsi dei dati, circondarsi di team di esperti di varie discipline. Occorre saper ascoltare. Il leader culturale può anche avere visioni fantastiche, ma deve riuscire a radicare quelle visioni in programmi pragmatici che aiutino la città a collegare l’aspirazione all’azione.
IL RUOLO DI UN SINDACO
Nel caso specifico un sindaco non può fare il direttore di un museo, ma deve avere la comprensione dei processi e l’articolazione di come gestire il cambiamento, deve valutare insieme a tutti coloro che fanno parte del sistema museale ciò di cui ha bisogno il settore e accompagnare con azioni concrete di supporto la comunità. Il compito di un sindaco non è quello di un “gentil organisateur di Club Med”, bensì quello di indirizzare e supportare il settore culturale nelle scelte strategiche convogliando le energie nella pianificazione affinché non si ripristino quelle vecchie e stantie modalità che hanno creato la crisi in cui versiamo oggi.
NON SOLO PNRR
E poiché tutti ci stiamo rendendo conto che il PNRR può davvero rappresentare l’opportunità di cambiare la nostra “cultura istituzionale”, non possiamo accettare da chi si candida a rappresentarla un approccio così superficiale. Vorrei ricordare inoltre che fare il sindaco è un mandato a tempo e che un leader culturale deve lavorare per lasciare le istituzioni e la città migliori di come le ha trovate.
Nota a margine: non voto a Roma.
– Patrizia Asproni
LE PUNTATE PRECEDENTI
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