Sicilia e Pompei, nei siti archeologici test gratis per chi non ha Green Pass. Giusto o no?
L’iniziativa lanciata giorni fa dalla Regione Siciliana prevede, all’ingresso dei principali musei e i parchi archeologici, la possibilità di effettuare un test rapido per chi non è munito di Green Pass. Stessa linea adottata anche a Pompei. E i musei che non possono usufruire di finanziamenti pubblici per offrire ai visitatori questo servizio?
A pochi giorni dall’entrata in vigore del decreto sull’obbligatorietà del Green Pass per accedere a luoghi di cultura, eventi e locali al chiuso, non si sono affievoliti dibattiti e polemiche (surreali sono state le dimissioni di Fabrizio Masucci della presidenza della Cappella Sansevero di Napoli), anzi sembrano crescere in maniera esponenziale tra chi sostiene che musei, cinema e teatri – per missione e visione – non dovrebbero essere preclusi a nessuno, e chi sottolinea come quello alla salute sia un diritto ma anche un dovere verso la comunità, da mettere in pratica seguendo le normative anticontagio e attraverso la vaccinazione. E il Green Pass rientra tra le misure che possono garantire un ritorno alla normalità in serenità e senza ulteriori e più drastiche restrizioni. Volendo fare però una riflessione di natura più pragmatica, in che modo la nuova misura del Governo sta impattando sui musei italiani? In che modo le istituzioni culturali stanno ovviando alla eventualità – purtroppo ancora diffusa – di ritrovarsi al botteghino persone non vaccinate desiderose però di visitare le proprie collezioni? In questo caso, come sottolinea il decreto, l’accesso è garantito a chi è munito di Green Pass o a chi ha effettuato un tampone nell’arco delle 48 ore precedenti, naturalmente con esito negativo. Sulla base di questa seconda opzione, la Regione Siciliana dallo scorso 7 agosto ha avviato, in alcuni dei propri siti culturali, una campagna “tamponi rapidi”: “a chi è sprovvisto di green pass”, si legge sul sito istituzionale, “la Regione dà la possibilità di effettuare un tampone antigenico gratuito con contestuale rilascio di carta verde valida 48 ore”. Praticamente presidi sanitari che fino a ieri sono stati a pagamento, oggi vengono rilasciati gratuitamente ai no vax, come se fosse giusto premiarli…
TAMPONI RAPIDI NEI MUSEI E NEI PARCHI ARCHEOLOGICI SICILIANI
La Valle dei Templi di Agrigento, il Parco archeologico di Giardini Naxos e il Teatro Antico di Taormina, la Villa romana del Casale di Piazza Armerina, i Parchi archeologici della Neapolis a Siracusa, di Selinunte e di Segesta, la Galleria regionale di Palazzo Abatellis e il Museo archeologico Salinas di Palermo sono i primi siti aderenti all’iniziativa: chi è sprovvisto di Green Pass può quindi effettuare un tampone gratuito e, in caso di esito negativo, visitare parchi e musei. “È un’iniziativa che abbiamo voluto mettere in campo insieme”, spiegano gli assessori regionali ai Beni Culturali e alla Salute Alberto Samonà e Ruggero Razza, “per facilitare l’ingresso a tutti i visitatori che scelgono di scoprire i nostri luoghi della cultura. Un modo per consentire le visite a tutti nel rispetto delle disposizioni anti-Covid”. Dal 7 al 9 agosto, sono stati effettuati 2.092 tamponi (suddivisi tra i diversi siti; la Valle dei Templi di Agrigento è quello in cui ne sono stati effettuati di più, ovvero 739), di cui 5 con esito negativo; in questi casi, sono stati attuati gli abituali protocolli in materia di prevenzione e sicurezza. Questo servizio verrà offerto ai visitatori senza Green Pass fino al 31 agosto, garantendo così il normale flusso turistico nei luoghi della cultura per tutta l’estate. Il problema però si ripresenterà di nuovo in autunno quando, soprattutto nei musei, ripartirà la programmazione di mostre ed eventi: anche in questi casi, magari in occasione delle inaugurazioni, saranno effettuati tamponi gratuiti a chi non è munito di certificazione verde?
GREEN PASS E LUOGHI DELLA CULTURA. DA POMPEI AL MUSEO ETRUSCO
La soluzione “tampone” adottata in Sicilia non rappresenta un unicum in Italia. Anche al sito di Pompei, ad esempio, dall’entrata in vigore del Green Pass, è stata attivata una postazione della ASL 3 Napoli Sud in cui i visitatori sprovvisti di certificazione possono effettuare un test rapido. Solo nella giornata del 6 agosto, il sito archeologico ha registrato 6.890 visitatori, con 319 tamponi effettuati.
Una storia un po’ diversa è quella che vede protagonista il Museo Etrusco di Villa Giulia a Roma: il suo direttore, Valentino Nizzo, nei giorni scorsi ha provato a organizzare, all’ingresso del museo, una postazione in cui effettuare tamponi, come ha spiegato in un post Facebook pubblicato sul gruppo “Tamponi Lazio: dove farli, tempi di attesa e tempi di risposta”: “per offrire maggiori opportunità a chi per vari motivi non dispone di un green pass ma è disponibile a fare un tampone pur di accedere al museo, ho provato a verificare la disponibilità di Croce Rossa e Protezione Civile a collocare un presidio tamponi di fronte al museo. Non ho avuto riscontri ma solo email generiche che non mi fanno ben sperare. Abbiamo in ogni caso individuato delle farmacie in zona disponibili a offrire il servizio evitando code. Ma questo potrebbe comunque scoraggiare anche i più interessati. Si tratta del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia e il presidio potrebbe soddisfare anche la vicina Galleria nazionale di arte moderna. Una istituzione culturale”, sottolinea Nizzo, “deve sempre provare a dare il buon esempio e cercare il più possibile di essere inclusiva applicando le norme e sensibilizzando i visitatori. Non è una missione facile e in questo momento sia il museo che il sottoscritto siamo bersagliati dagli insulti più fantasiosi e violenti solo in virtù del dovuto impegno civile”. Il post, come ha raccontato ad Artribune lo stesso Nizzo, hanno risposto in tanti, con consigli e manifestazioni di solidarietà. Purtroppo però non è stato possibile, almeno finora, raggiungere l’obiettivo sperato: “ho parlato con privati e con la Croce Rossa, ma non è stato possibile ottenere nulla. Dove sono stati installati presidi, ci sono flussi di pubblico grandi e le spese sono state coperte dalla Regione (credo così sia andata a Pompei)”, ci spiega Nizzo. “A musei come il nostro purtroppo non è possibile né legittimo coprire costi di questo tipo. E il pubblico privo di Green Pass è comunque poco per giustificare l’impegno di Croce Rossa o di privati. Abbiamo comunque scritto una nota ufficiale alla ASL. Nel frattempo abbiamo indicato due farmacie di zona a chi lo richiede disposte a fare il tampone a pagamento senza prenotazione. Ma sono lontane oltre un chilometro”.
I GRANDI LUOGHI DELLA CULTURA CON POSTAZIONI TEST ANTI-COVID. E I PICCOLI?
“È importante dare a tutti opportunità di accesso senza venir meno al dovere istituzionale di un museo, che è quello di promuovere tutte le soluzioni in grado di garantire la salute pubblica nell’interesse collettivo, soprattutto quando l’epidemia ci rende potenziali veicoli inconsapevoli di un virus”, sottolinea Nizzo. La storia del Museo Etrusco pone i riflettori su un problema non da poco: in questo momento, musei e siti che registrano ogni giorno centinaia e/o migliaia di visitatori e che soprattutto possono contare sul sostegno finanziario delle istituzioni, riescono a garantire l’ingresso a tutti (tranne, naturalmente, gli eventuali positivi al test); caso contrario, la situazione sarà simile a quella del Museo Etrusco. Evidentemente c’è ancora tanto su cui lavorare. Ma prima ancora ci sarebbe da capire se chi ha voluto sottrarsi alla campagna vaccinale merita la gratuità dei tamponi che sino a ieri e per un anno e mezzo sono stati pagati da tutti. L’unica cosa gratuita sono, giustamente, i vaccini. Tutte le altre soluzioni dovrebbero non solo restare a pagamento, ma aumentare il loro costo proprio per incentivare al vaccino. Così come è avvenuto in altri paesi. Altrimenti si rischia, inconsapevolmente, di dar ragione a chi non ha voluto vaccinarsi per paura o per superstizione e scoraggiarlo a provvedere. Tra l’altro, molti musei in Italia hanno aderito alla campagna vaccinale trasformando i propri spazi in hub, quindi oggi appare quanto mai contraddittorio offrire, proprio all’interno dei musei, la possibilità di effettuare test e anche in forma gratuita a chi il vaccino non vuole farlo – perché chi non può per motivi di salute o per età, è giustificato –. Sicuramente dietro questa decisione è la convinzione, sacrosanta, che la cultura debba essere accessibile a tutti, forse però da parte della politica – visto che stiamo parlando di pubbliche amministrazioni – dovrebbero giungere posizioni più nette e provvedimenti meno ambigui: proprio la Sicilia è la regione in Italia più indietro in quanto a vaccinazioni, e dopo Ferragosto rischia di entrare in zona gialla. Al netto di una pandemia che ancora non dà tregua, siamo sicuri che offrire tamponi gratuiti sia una buona idea?
– Desirée Maida e Massimiliano Tonelli
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