No Green Pass: prolungato lo sciopero, fra ombre e disagi. Anche il museo resta chiuso
Ha dovuto chiudere le sale del museo nel pomeriggio, la direttrice delle Gallerie dell’Accademia Firenze, Cecilie Hollberg. Lo sciopero ha sottratto personale alla gestione ordinaria del museo. Doveva finire tutto il 19 ottobre, ma così non è. Il sindacato indipendente che è dietro la nobilitazione nazionale prolunga la lotta...
Un sindacato a tinte fosche. Così viene raccontata dalla stampa nazionale l’associazione F.I.S.I., Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali, venuta alla ribalta nelle ultime settimane grazie all’ondata di protesta contro l’obbligo del passaporto verde, recentemente esteso anche ai luoghi di lavoro. Lo sciopero indetto da questa piccola e non ben identificata sigla sindacale ha avuto inizio lo scorso 15 ottobre e sarebbe dovuto terminare a mezzanotte di oggi, martedì 19. Una protesta dichiarata illegittima dalla Commissione di Garanzia, rivolta a “tutti i lavoratori pubblici e privati, liberi professionisti” e, nel caso del porto di Trieste, configuratasi come un tentativo di bloccare o rallentare le importanti attività mercantili del sito, più che come un regolare (e regolamentato) sciopero.
L’azione si è così sintonizzata sulle frequenze di un variegato movimento di protesta, composto in parte da chi ne fa una questione di principio etico/politico, in difesa del diritto di lavorare a prescindere da qualunque norma sanitaria, ma anche da gruppi di Novax, negazionisti e nemici dell’ormai famosa “dittatura sanitaria”.
Ma, come hanno raccontato tra gli altri Repubblica e il Manifesto, dietro l’”eretica” FISI – aggettivo prediletto dai membri – si troverebbero tracce di presenze ambigue, in odore di fascismo e sovranismo, stando a certi nomi provenienti dai giri di Casapound e Fiamma Tricolore.
ANCHE IL MUSEO NE FA LE SPESE
Allo sciopero del 15 ottobre hanno aderito dunque gli ormai celebri portuali triestini, ma anche i manifestanti di Napoli, Roma, Cagliari. Sciopero che un nuovo comunicato, diffuso lunedì 18, ha esteso ulteriormente dal 21 al 31 ottobre, con una pausa prevista per giorno 20, a causa di “problemi tecnici legati alle procedure di indizione degli scioperi” (per coprire il buco il suggerimento è di ricorrere ad espedienti quali “ferie, visite specialistiche, permessi, donazioni di sangue”).
La lotta riprende, quindi, a margine degli scontri avvenuti al Porto di Trieste, tra cariche, idranti e lacrimogeni, messi in campo per sgomberare il presidio non autorizzato (composto da pochi portuali residui e molti manifestanti esterni). L’occupazione resta uno strumento ostinato per continuare a bloccare (pacificamente) il famoso “varco 4”, nonostante la nota congiunta di CGIL, Cisl e Uil chiedesse di lasciare libero lo scalo per riprendere la continuità produttiva.
A farne le spese saranno anche i luoghi della cultura? Possibile, quantomeno in caso di organici già ridotti. Così è stato per le Gallerie dell’Accademia di Firenze, ad esempio. Che proprio lo sciopero ha penalizzato, come spiegato da un avviso pubblicato sul sito del museo: “A causa dello Sciopero generale dal 15 al 20 ottobre 2021 di tutti i settori pubblici e privati proclamato dall’Associazione Sindacale F.I.S.I – Federazione Italiana Sindacati Intercategoriali nei giorni indicati l’apertura del museo sarà garantita dalle 9 alle 13.30. Ci scusiamo per il disagio”. Ai visitatori che avevano acquistato il biglietto per una visita pomeridiana è stato garantito un rimborso.
SCIOPERI A OLTRANZA
Un successo di cui lo stesso leader della FISI, Rolando Scotillo, dà testimonianza sul suo profilo Facebook (“Anche se nascondono la verità, allo sciopero indetto dalla fisi hanno partecipato molte centinaia di migliaia di lavoratori, le libertà prima di tutto”), consapevole di aver messo in difficoltà uno dei musei più importanti d’Italia, impedendo la fruizione di capolavori straordinari, dal David di Michelangelo alla Madonna col Bambino, due angeli e Giovanni Battista di Botticelli. L’obiettivo, del resto, è quello di esasperare lo scontro, creando disagi collettivi sempre più insostenibili: a oltranza, se possibile, fino al ritiro del Green Pass da parte del Governo.
“In un periodo di forte oscurantismo”, si legge sul sito della FISI, “dovuto alla virosi che sta attanagliando la nostra Nazione solo gli eretici della FISI hanno resistito a logiche di mercato e ai poteri delle lobby farmaceutiche”: una matrice ideologica, per una battaglia che mescola diffidenza nei confronti della scienza, con qualche bufala qui e là (“la sperimentazione di un vaccino specifico è fallita e nulla si può sapere ed è dato sapere sugli effetti a medio e lungo termine che questa pratica può generare all’interno dell’organismo umano”), assetto anti-sistema e retoriche sovraniste-populiste.
Il tutto per sospendere uno strumento temporaneo di tutela della saluta pubblica, la cui validità sarà sottoposta a revisione già a partire dal 31 dicembre, terminato lo stato di emergenza: un 2022 libero da controlli? Questa è la speranza. A guidare le scelte del Governo saranno, ancora una volta, i dati relativi al Covid-19, ai contagi, ai decessi, alla saturazione delle strutture sanitarie. Il vero nemico da abbattere – pare lo si sia un po’ perso di vista – resta il virus. Quel piccolo “incidente” che – stando al volume Strage di Stato, le verità nascoste della Covid-19, di cui sono autori Angelo Giorgianni, magistrato e presidente de L’Eretico, associazione collegata alla FISI, e Paquale Bacco, segretario nazionale categoria Medici della FISI, candidato nel 2013 con Casapound a Battipaglia – sarebbe alla base di un complotto orchestrato da Big Pharma, Soros, Rockfeller e Bill Gates: “Vogliamo dire chi comanda nel mondo? Comandano gli ebrei! Sta tutto in mano a loro! Tutte le lobby economiche e le lobby farmaceutiche, hanno tutto in mano loro“. E la matrice, anche stavolta, sembra chiara.
– Helga Marsala
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