Fondo Cultura dell’Istituto per Credito Sportivo: 104 milioni e 71 progetti per i beni culturali
Più di settanta progetti, tra pubblici e privati, hanno beneficiato e beneficeranno del Fondo Cultura dell'Istituto per il Credito Sportivo. La banca pubblica italiana continua a salvaguardare il patrimonio
L’Istituto per il Credito Sportivo, la banca pubblica italiana per lo sviluppo sostenibile dello Sport e della Cultura, darà 104 milioni di euro ai Beni Culturali. L’istituto romano, nato nel 1957 per volere del Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, ha finanziato il 75% degli impianti sportivi italiani, ma nel 2005 la banca ha ampliato la sua sfera d’azione entrando anche nel settore dei beni e delle attività culturali: in questo contesto, lo scorso 17 dicembre, presso la sede dell’ICS, il presidente dell’Istituto Andrea Abodi e il presidente di Federculture, Andrea Cancellato, hanno illustrato alla presenza del ministro della Cultura Dario Franceschini i risultati ottenuti in termini di investimenti in campo culturale grazie al Fondo per la salvaguardia e la valorizzazione del patrimonio culturale attivati con il Decreto Rilancio del 2020. In soli 7 mesi di operatività, il plafond di 10 milioni di euro del Comparto dei Contributi in conto interessi è stato esaurito, a supporto di 71 progetti, sottoposti alla Commissione tecnica di valutazione, presieduta da Andrea Cancellato, per confermarne i criteri di ammissibilità. Tenendo conto degli Enti Locali, tra Comuni e Province, sono stati approvati 60 progetti per un ammontare di circa 51 milioni, che attiveranno di conseguenza investimenti per oltre 84 milioni. Mentre, se esaminiamo i soggetti privati, sono 11 i progetti ammessi per investimenti complessivi di oltre 20 milioni, deliberati o in via di deliberazione da parte di ICS. Quando ha iniziato a concretizzarsi tutto questo? Quando è stato predisposto il bando in collaborazione con l’ANCI (Associazione Nazionale Comuni Italiani), Cultura Missione Comune per ottenere mutui a tasso zero. È stato possibile presentare le istanze dal 10 maggio 2021 fino al 5 dicembre 2021.
DICHIARAZIONI DI ANDREA ABODI (ICS) E ANDREA CANCELLATO (FEDERCULTURE)
Andrea Abodi, presidente dell’ICS, ha dichiarato: “Nel 2022 ci poniamo almeno tre obiettivi: una crescita importante dei finanziamenti erogati, la definizione di un modello di misurazione dell’impatto diretto, indiretto e indotto dei progetti finanziati con il sostegno del Fondo Cultura e una più ampia collaborazione del Fondo Cultura presso ICS con gli altri istituti bancari”. Il presidente di Federculture, Andrea Cancellato, ha invece aggiunto: “Lo strumento del Fondo di garanzia, per la prima volta varato in campo culturale in Italia e sicuramente poco usuale in campo internazionale, equipara l’impresa culturale alle imprese industriali e commerciali tradizionali. La sua sperimentazione è utile anche per capire il grado di autofinanziamento del sistema. L’auspicio è che il Governo voglia continuare a rafforzare la dotazione di questo strumento che sarà sempre più utilizzato dalle imprese e dalle istituzioni culturali italiane”.
DOVE SONO ANDATI A FINIRE GLI INVESTIMENTI DEL FONDO CULTURA?
Grazie al Fondo Cultura sono stati approvati più di 70 progetti di cui l’84% per Enti locali e il 16% per soggetti privati, i progetti approvati prevedono investimenti per 104 milioni di euro finanziati da ICS per oltre il 60%. Le regioni a beneficiarne sono soprattutto quattro: Toscana per il 23%, Piemonte per il 18%, Emilia-Romagna per il 14%, Lombardia 8%. Ma in quali ambiti sono andate a finire le risorse finanziarie? Secondo ICS e Federculture, è presente “una buona diversificazione degli interventi con particolare attenzione al restauro”. Effettivamente, osservando le voci del grafico, è possibile constatare che ben il 37% sono stati impiegati per il Restauro, ma non solo. Il 14% è stato impiegato per interventi di manutenzione straordinaria, il 15% per la ristrutturazione e il 6 % per l’adeguamento alla normativa, il resto è stato distribuito tra operazioni di digitalizzazione, acquisto attrezzature, abbattimento delle barriere architettoniche (1% per voce), di efficientamento energetico 3%, per l’acquisto del patrimonio culturale 4%. Rimane da capire cosa significhino le voci “realizzazione” (4%) e “altro” (10%). Inoltre, se consideriamo l’entità dei soggetti che hanno beneficiato del Fondo Cultura osserviamo che il 41% dei progetti sono riferibili a immobili dall’alto valore culturale (come il Teatro Greco di Taormina), il 12% è stato destinato a musei o aree archeologiche, pinacoteche o gallerie, 11% sono relativi a teatri, il 10% sono per la riqualificazione di monumenti e il 10% delle richieste per altre operazioni di conservazione e tutela. Ancora, il 6% a biblioteche, il 7% a ville, parchi o giardini. Infine, il 3% delle richieste sono relative alla riqualificazione e conservazione di oggetti o manoscritti. Questi fondi sono distribuiti su tutte le tipologie di comuni secondo tre fasce demografiche: comuni da 0 a 5.000, da 5.000 a 100.000, oltre i 100mila abitanti. I progetti privati specifici sono la Nuvola di Fuksas, la Neapolis di Siracusa, il Teatro greco di Taormina, l’Auditorium Giuseppe Verdi di Milano, il Convento di Sant’Agostino di Montalcino, l’ADI Design Museum-Compasso d’oro, il Palazzo Butera Piraino di Palermo, le Ville Borbone e Maria Teresa di Camaiore (Lucca), la Basilica di Santa Maria in Pietrasanta a Napoli, l’isola della Certosa di Venezia e il Teatro Grazie Deledda di Paulilatino. La banca non finanzia persone fisiche ma imprese: molto deve essere fatto per quanto riguarda il Patrimonio immateriale. Lo strumento è nato per essere flessibile per questo occorre regolamentare il comparto garanzie in modo possa essere funzionale, collegando gli strumenti con gli obiettivi in maniera efficace. A quanto pare il ministro Franceschini ha tutta l’intenzione di far evolvere questa piattaforma nei pross
– Giorgia Basili
Artribune è anche su Whatsapp. È sufficiente cliccare qui per iscriversi al canale ed essere sempre aggiornati