Un miliardo per i borghi a rischio spopolamento. Arrivano le risorse del PNRR
Una soluzione per recuperare i borghi che stanno scomparendo? Ecco cosa è emerso dalla presentazione del PNRR con Dario Franceschini
Il Ministro della Cultura Dario Franceschini ha presentato il bando per la selezione dei progetti del programma “Borghi” finanziato con ben un miliardo di euro dal Piano Nazionale per la Ripresa e la Resilienza, il celebre PNRR che a lungo abbiamo chiamato “Recovery Fund”: insomma, i soldi che l’Europa concede di spendere per far ripartire i paesi dopo la pandemia. La conclusione degli interventi è obbligatoriamente fissata per giugno 2026. In quel momento le cose devono essere concluse. Ne deriva che vanno proposti progetti immediatamente fattibili. L’obiettivo del progetto è dettato dall’importanza del recupero delle aree interne e dei piccoli borghi sparsi per il territorio, considerando che, grazie alle nuove opportunità tecnologiche e alla possibilità di lavorare in remoto, alcuni posti che fino a poco tempo fa risultavano inadatti per la scarsità di opportunità lavorative si trasformano ora in “luoghi di lavoro reali“. Come supportare e spronare questo cambiamento? Entra qui in gioco il PNRR con un miliardo di euro divisi in due riprese. “Questo esperimento diventerebbe, se funzionasse, un prototipo… avviando una grande operazione di ripopolazione dei borghi“, ha spiegato Franceschini. L’ingente investimento non si limita al ripopolamento delle aree interne ma punta, in concordanza con il Ministero del Turismo, ad evitare che si ripresenti da una parte la situazione di over-booking nelle grandi città d’arte e dall’altra una miriade di borghi vuoti, non solo privi di turisti ma anche degli strumenti atti ad accoglierli. Insomma, delocalizzare e decongestionare i soliti attrattori turistici (Venezia, Firenze) che non ce la fanno più, come già si sta cercando di fare con l’iniziativa “100 opere tornano a casa” che coinvolge alcune opere conservare nei depositi dei grandi musei.
IL PIANO BORGHI NEL PNRR: DUE LINEE DI INTERVENTO, LA LINEA A
Entrando nel vivo dell’operazione, il responsabile del PNRR per il Ministero della Cultura Angelantonio Orlando ha spiegato come verrà adoperata la somma di un miliardo di euro allo scopo di ri-vitalizzare i borghi e rilanciarli. Si è scelto di suddividere la somma in due linee di intervento. Innanzitutto, seguendo la linea A, verrà selezionato un borgo-pilota per ogni regione. In totale, saranno 21 i borghi, con determinate caratteristiche – in via di spopolamento o quasi disabitati, con una grandezza massima di 200 unità immobiliari, con una popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, posizione all’interno della regione – a beneficiare di 20 milioni ciascuno. Saranno le Regioni o le Province autonome a scegliere, considerando questi criteri esclusivi, o attraverso la messa a disposizione di appositi bandi o considerando la manifestazione di interesse collettiva. La scelta deve essere fatta entro il 14 marzo. Ma come verranno impiegati questi 20 milioni? Il borgo deve scegliere una vocazione, afferma Franceschini: “un hotel diffuso, un RSA per anziani con le piazze nuovamente gremite, servizi e negozi che tornano a vivere, oppure un centro abitativo per famiglie che lavorano in smart working, o ancora centro di ricerca di università o di grandi imprese, centro di residenze d’artista… una vocazione grazie alla quale vincere la sfida di far tornare questi luoghi capaci di attrarre lavoro”. Proprio per questo si stanno valorizzando i cammini, gli itinerari per il trekking e il ciclismo, oltre ai punti storici.
IL PIANO BORGHI NEL PNRR: LA LINEA B E I RESTANTI 580 MILIONI DI EURO
La seconda linea contempla i rimanenti 580 milioni di euro. I primi 380 milioni andranno a finanziare 229 progetti locali di rigenerazione, selezionati tramite avviso pubblico e presentati dai Comuni in forma singola o aggregata (con un massimo di 3 Comuni) con popolazione residente complessiva fino a 5.000 abitanti. Gli altri 200 milioni andranno a svolgere la funzione di incentivi alle imprese, sia piccole che medie, che siano già insediate insistendo in questi Comuni o che intendano instaurarsi all’interno dei borghi che saranno selezionati. Nel complesso si è deciso di indirizzare il 40% delle risorse alle 8 regioni del Mezzogiorno, dividendo il 60% rimanente tra centro e nord. Quali interventi si finanziano per i progetti locali di rigenerazione? La realizzazione e il potenziamento di infrastrutture di spazi culturali e socio-culturali, ricreativi, di studio e co-working, riadattamento di ambienti e installazione di arredi, piccoli interventi di riqualificazione di spazi pubblici, attività formative educative, iniziative di valorizzazione e tutela del patrimonio artistico e culturale, iniziative volte ad ampliare la conoscenza scientifica quali archivi e ricerca, iniziative per promuovere l’incremento della partecipazione culturale e per l’educazione al patrimonio delle comunità locali, progetti di educazione e molte altre ancora. Una delle innovazioni del PNRR è quella di puntare ad un’azione coordinata di rigenerazione affinché le persone siano incoraggiate, incontrando soprattutto una prospettiva occupazionale e relazionale, a tornare in questi luoghi che risultano ora quasi completamente abbandonati. Monitoreremo e racconteremo cosa ne verrà fuori.
-Giorgia Basili
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