L’Italia ratifica la Convenzione di Nicosia. Più protezione per i beni culturali
Si procede con la ratifica del trattato internazionale per prevenire e combattere la distruzione e la tratta del patrimonio artistico. Si avvicina la norma sui “delitti contro la cultura”?
Via libero definitivo della Camera dei Deputati con 376 voti favorevoli, nessun contrario e 2 astenuti alla ratifica ed esecuzione della Convenzione del Consiglio d’Europa sulle infrazioni relative ai beni culturali. Questa, nota come “Convenzione di Nicosia”, chiede ai Paesi aderenti un impegno per far sì che le proprie leggi proteggano in modo efficace i Beni culturali da danni, distruzione, furti, scavi illegali e traffico illecito. Firmata nella capitale cipriota nel 2017 da 12 nazioni del Consiglio Europeo – la principale organizzazione internazionale per la difesa dei diritti umani nel continente – la Convenzione non era mai entrata in vigore per l’assenza della rettifica da parte di un quinto Stato accanto a Cipro, Lettonia, Grecia e Messico (che è “osservatore” nel Consiglio). Dei 47 Stati membri dell’organizzazione, sono 12 i firmatari che hanno preceduto l’Italia: Cipro, Grecia, Armenia, Portogallo, San Marino, Slovenia, Ungheria, Russia, Ucraina, Montenegro, Lettonia e Messico.
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GLI OBBLIGHI DELLA CONVENZIONE DI NICOSIA
La ratifica della Convenzione, già approvata dal Senato lo scorso ottobre, implica degli obblighi da parte degli Stati aderenti: l’Italia è formalmente tenuta a creare e far rispettare una serie di norme efficaci e dissuasive che individuino una gravità specifica nei reati commessi a danno dei beni culturali e che vi facciano corrispondere delle commisurate pene detentive e pecuniarie. Il furto, gli scavi illegali, l’importazione e l’esportazione illegali di beni, nonché l’acquisizione e la commercializzazione degli stessi devono, per esempio, costituire reato. “La ratifica con voto unanime da parte della Camera dei Deputati della Convenzione di Nicosia”, ha commentato il ministro della Cultura Dario Franceschini “è un’ottima notizia, che ribadisce il ruolo centrale della cultura per il Paese. Negli ultimi anni, infatti, il Parlamento si è sempre pronunciato in modo concorde su tutti i grandi temi che riguardano la tutela e la salvaguardia del patrimonio culturale, dimostrando così quanto esso sia parte costitutiva della nostra identità e fattore di unione tra le diverse parti politiche”. Per poi precisare: “Auspico adesso che anche l’iter del disegno di legge sull’inasprimento delle pene per i reati contro il patrimonio culturale, attualmente all’esame parlamentare, arrivi presto a una giusta conclusione”. Proprio Franceschini, insieme all’allora guardasigilli e attuale ministro del Lavoro Andrea Orlando, era stato il promotore di un ddl per l’introduzione nel Codice Penale di 19 articoli denominati “Delitti contro il patrimonio culturale” per aggravare le pene esistenti e inserire nuovi reati. Che sia la volta buona?
– Giulia Giaume
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