Il caso di Via Crispi a Roma: strada piena di spazi culturali ma in abbandono
Su un tratto brevissimo di strada si affacciano la Galleria Comune d'Arte Moderna, la attivissima Fondazione Nicola Del Roscio, la celebre galleria Gagosian. Eppure la città di Roma tiene la strada in condizioni indegne
Immaginatevi una graziosa stradina antica, ne larga ne stretta, lievemente in salita, nel pieno del centro storico della città più ricca di patrimonio culturale del mondo. Immaginatevela piena di spazi culturali che vi si affacciano: una galleria privata tra le più importanti del pianeta, una fondazione non profit attivissima con mostre e progetti, un museo pubblico. E poi ristoranti, alberghetti, botteghe artigiane. Tutto bello? Non proprio.
IL DEGRADO DI VIA CRISPI A ROMA
La strada che vi state immaginando e che dovrebbe essere un salotto turistico-culturale si presenta invece come una accozzaglia di auto posteggiate alla rinfusa, spazzatura, degrado e abbandono. La strada di cui stiamo parlando esiste, non c’è bisogno di immaginarla, si chiama Via Francesco Crispi. A livello urbanistico, oltretutto, è una strada strategica: ideale collegamento pedonale tra la zona di Via del Tritone e dunque di Via del Corso e di Fontana di Trevi con la zona di Trinità dei Monti, Villa Medici, Villa Borghese e il distretto – in grande crescita nei prossimi anni dopo lunghi periodo di declino – degli alberghi di Via Veneto. Insomma un asse da curare e valorizzare. E invece…
I CONTENUTI CULTURALI DI VIA CRISPI
Ma non vogliamo parlare solo di urbanistica, piuttosto di contenuti. Su questa strada affacciano nel brevissimo volgere di pochi passi la Galleria Gagosian, che qui ha aperto ben quindici anni fa, nel 2007, in uno spazio disegnato dall’architetto Foruz Galdo. Gagosian è la galleria privata più celebre al mondo. E solo questo basterebbe a giustificare la proposta che svilupperemo più sotto. Ma andiamo avanti. A pochi centimetri dal portone di Gagosian c’è lo straordinario spazio seminterrato della Fondazione Nicola Del Roscio, in ben 700 mq sempre nello stesso palazzo neoclassico risalente agli Anni Venti.
Già siamo in presenza di un art district in piena regola. Ma non basta. Poco più a monte, superate delle scalette, si può entrare nella Galleria Comunale d’Arte Moderna di Roma. Un piccolo museo pubblico dove il Comune di Roma organizza delle mostre e ospita una parte della collezione che non è finita negli spazi del Macro. Uno spazio da ripensare, che fatica a trovare la propria identità, che ha bisogno di essere riprogettato e di attuare il grande progetto di allargamento esistente da anni, ma comunque un attrattore culturale che assieme agli altri protagonisti di questa strada crea una concentrazione di contenuti culturali che potrebbe essere una destinazione stabile per appassionati e turisti. Ma come si fa ad essere destinazione se neppure c’è modo di camminare? Come se non bastasse subito dietro l’angolo di Via Capo le Case c’è la Galleria Francesca Antonini, una delle più vivaci negli ultimi anni specie con gli artisti emergenti, in una strada che ha problemi simili a Via Crispi e che poi porta in pochi passi alla stupenda chiesa di Sant’Andrea delle Fratte di Francesco Borromini. Giusto per dire la densità di patrimonio in cui ci troviamo…
VIA CRISPI PIENA D’ARTE MA SOMMERSA DI DEGRADO
Quale è la strategia del Comune di Roma rispetto a così tanti contenuti e così ben concentrati in un fazzoletto di territorio? Nessuna. O meglio: l’abbandono. Mentre le vicinissime Via dei Due Macelli e Via del Tritone sono in via di riqualificazione anche grazie alle risorse versate dal grande centro commerciale Rinascente, Via Crispi è stata via via lasciata nel caos e nella sciatteria più triste che si possa immaginare. I dehors dei ristoranti invece di dare un contributo alla bellezza della strada sono così trasandati da contribuire al degrado. I marciapiedi sono praticamente inesistenti, larghi non più di 80 centimetri impediscono ai pedoni di utilizzarli. Le auto sono posteggiate in maniera caotica in seconda e terza fila rendendo la strada pericolosa per chi cammina e off limits per chi pedala. Per tacere dei disabili. In alcuni punti i marciapiedi sono proprio inesistenti, si interrompono creando dei vicoli ciechi. Le scale di accesso alla Galleria Comunale sono inaccessibili per un disabile, per qualsiasi utenza fragile, per un genitore con passeggino: recintate dalle automobili in sosta illegale. Gli stessi visitatori o addetti della galleria sono in pericolo perché mancano le vie di fuga per un’uscita in sicurezza dall’edificio. Ovviamente in questo contesto è pressoché impossibile tenere la strada pulita e infatti negli angoli i cumuli di spazzatura sono la norma.
RIQUALIFICARE LE STRADE D’ARTE COL PNRR
A risolvere ci vorrebbe davvero poco: un progetto che allarghi i marciapiedi, renda i percorsi pedonali sicuri e ordinati, elimini fisicamente la possibilità di lasciare le auto in sosta abusiva, crei un arredo urbano per valorizzare i tanti spazi culturali che affacciano su questo tratto di strada. Con pochi accorgimenti (e contenuti investimenti) Via Crispi diventerebbe quello che in realtà già è ma che è oggi impossibile: un percorso artistico unico nel suo genere.
Si tratta solo di un esempio perché di situazioni simili il centro di Roma è purtroppo pieno. Ma se le risorse del PNRR non atterrano a risolvere questo genere di assurdità, di storture, di sprechi, allora dove devono atterrare? Magari i nuovi assessori all’Urbanistica, ai Lavori Pubblici, alla Cultura e al Turismo di Roma Capitale potrebbero farci una riflessione.
– Massimiliano Tonelli
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