Roma si candida a Expo 2030. Carlo Ratti curerà il progetto a Tor Vergata
Spetta al sindaco Roberto Gualtieri presentare la candidatura di Roma Expo 2030 davanti alla platea internazionale di Dubai. Il progetto, nell’area di Tor Vergata, sarà affidato a Carlo Ratti. Il logo, in formato NFT, si ispira all'Arco di Costantino
Il sindaco di Roma Roberto Gualtieri, accompagnato dagli assessori Monica Lucarelli al commercio e Alessandro Onorato al turismo e grandi eventi, direttamente a Dubai, sul palcoscenico internazionale di Expo 2020, con Giampiero Massolo, presidente del Comitato Promotore Expo Roma 2030, e Paolo Glisenti, Commissario per l’Italia a Expo Dubai 2020; più i ministri Di Maio (Esteri) e Giovannini (Infrastrutture) presenti a distanza, al lavoro in Italia per dirimere la crisi ucraina. Si è presentata così, negli Emirati Arabi, la delegazione italiana impegnata a presentare la candidatura di Roma Expo 2030, svelando i primi dettagli di un progetto già molto discusso per la difficile staffetta tra l’ex sindaco Virginia Raggi – che oggi presiede la commissione speciale Expo 2030 – e il Primo Cittadino eletto nella Capitale l’autunno scorso. Nel video di lancio, diffuso con un giorno d’anticipo sui canali social di Expo 2030, Gualtieri, camminando lungo il Tabularium, spiega al mondo, in inglese, perché la candidatura della città merita di essere presa in considerazione, ponendo l’accento sulla volontà di promuovere la trasformazione urbana in vista delle sfide future. “Il futuro è la nostra storia”, illustra con chiarezza lo slogan di Expo 2030 Roma, sempre sullo sfondo della cerimonia di presentazione ospitata dal Padiglione Italia a Dubai, progettato dall’architetto Carlo Ratti, scelto anche per curare il progetto che dovrà trasformare il sito di Tor Vergata – alla prima periferia di Roma – se la candidatura della città per Expo 2030 andrà a buon fine (la decisione sarà presa alla fine 2023, dai Paesi del Bureau International des Expositions).
EXPO 2030 A ROMA. LE PAROLE DI ROBERTO GUALTIERI
“Roma dev’essere incubatore di innovazione e centro di inclusività” spiega Gualtieri dal palco “Vogliamo valorizzare tremila anni di storia migliorando l’accesso a siti archeologici eccezionali della città e promuovere una rigenerazione verde che aiuti a ridurre le emissioni. Vogliamo riqualificare il fiume Tevere e il litorale romano, costruire una comunità energetica e piantare oltre un miliardo di alberi. Ma anche puntare sulla cultura. Roma è un faro della cultura, della scienza, della ricerca: vogliamo promuovere i partenariati con istituzioni e altre città del mondo per sostenere ricerche e progresso tecnologico, cercando di coinvolgere i giovani. E creare un ambiente propizio agli investimenti produttivi nei campi più disparati”. In questo processo, Expo 2030 fornirebbe, a detta del sindaco “una grande opportunità di rigenerazione urbana, non solo nell’area di Tor Vergata scelta per sviluppare il progetto, ma per l’intera città. L’area di Tor Vergata sarà un atelier a cui chiunque potrà contribuire. Il progetto è futuristico, e per questo abbiamo sceltoCarlo Ratti, che è fonte di ispirazione per la capacità di valorizzare le relazioni tra architettura e tecnologia”.
EXPO 2030 a ROMA. IL PROGETTO DI CARLO RATTI A TOR VERGATA
Ratti fa sue le parole del sindaco, e parla di “un esercizio collaborativo” al suo inizio. Parola chiave: insieme, declinata attraverso la dimensione del tempo, i luoghi e le persone. Il sito scelto, a Tor Vergata, si sviluppa su una superficie di 210 ettari e si prepara ad accogliere 30 milioni di visitatori: “Non siamo nelcentro della città, ma questo sarà un luogo che potrà catalizzare le persone, invitarle a stare insieme. Lavoreremo su quanto già è presente nell’area per sviluppare le potenzialità del luogo, a partire dall’energia intellettuale dell’università. Riutilizzeremo le Vele di Calatrava e valorizzeremo i reperti archeologici. Sarà un’opportunità per sviluppare una nuova mobilità”.
EXPO 2030 A ROMA. IL LOGO NFT
In chiusura c’è tempo anche per la presentazione del logo, che richiama l’Arco di Costantino della classicità romana, interpretato nel presente come porta aperta all’inclusione, e connesso alla contemporaneità del mondo digitale. Non a caso il logo di Roma Expo 2030 nasce in formato NFT, per avere l’opportunità di creare loghi rigenerativi.
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