”Gli Uffizi chiuderanno per carenza di personale”. Il direttore Eike Schmidt lancia l’allarme
È quanto accaduto a Ferragosto: molti i musei italiani aperti al pubblico tranne gli Uffizi per carenza di addetti alla vigilanza. Il Ministero annuncia nuove assunzioni, ma a detta di molti direttori di istituti statali, non sarebbero comunque abbastanza. Schmidt: “su questo chi ci governerà dopo il 25 settembre dovrà riflettere”
Lo scorso Ferragosto, in numerose città italiane, i musei statali hanno effettuato un’apertura straordinaria per permettere a turisti ma anche a residenti rimasti in città di visitare edifici storici e collezioni. Un’iniziativa, questa, che ha avuto enorme successo, confermando come dopo la pandemia i luoghi della cultura siano tornati a essere visitati come prima e anzi più di prima: con il ritorno dell’ingresso gratuito ai musei la prima domenica del mese, i siti statali hanno fatto migliaia di visitatori, tra tutti gli Uffizi con oltre 24mila presenze. Anche se non si direbbe, dati i numeri, proprio il museo fiorentino è in queste ore al centro un dibattito mediatico per via un’intervista rilasciata all’Ansa dal suo direttore, Eike Schmidt, secondo il quale gli Uffizi rischierebbero di chiudere per mancanza di personale. Il giorno di Ferragosto, infatti, il museo non ha aperto le sue porte al pubblico, come un qualsiasi lunedì, a parte il Giardino di Boboli, rimasto aperto alle visite. Ma da cosa dipende questa mancanza di personale che, sostiene Schmidt, è un problema di tanti altri musei italiani?
EIKE SCHMIDT: UFFIZI POTREBBERO CHIUDERE PER MANCANZA DI PERSONALE
Il personale è “ovunque ridotto all’osso”, sottolinea Schmidt, e questa situazione sarebbe una conseguenza “dell’autonomia speciale o sarebbe meglio dire autonomia parziale”: se su tanti aspetti i direttori hanno di fatto autonomia gestionale, non è così con le piante organiche, che rimangono di competenza dell’amministrazione centrale. “Il fatto che non ci sia alcuna cogestione delle risorse umane rimane un vulnus della riforma”, continua il direttore degli Uffizi. “Su questo chi ci governerà dopo il 25 settembre dovrà riflettere. Si può scegliere tra diverse soluzioni. L’unica cosa che non si può fare è rimanere fermi. In un periodo in cui l’offerta museale cresce e i visitatori tornano ad aumentare, il numero degli addetti nei musei continua a contrarsi”, facendo riferimento a una circolare ricevuta dal Ministero della Cultura in cui viene preannunciato il taglio di un ulteriore 9% dell’organico degli Uffizi. A questa puntualizzazione, ha replicato Massimo Osanna, direttore generale dei musei del Ministero, sottolineando come quella ricevuta dagli Uffizi non sia una circolare, ma un decreto con il quale a breve si metterà in atto “una delicata opera di razionalizzazione delle risorse, contemperando gli interessi dei grandi e dei piccoli attrattori”.
PERSONALE NEI MUSEI. LA “RAZIONALIZZAZIONE” DELLE RISORSE DA PARTE DEL MINISTERO
“La nostra azione”, continua Osanna, “è stata ispirata da criteri di razionalizzazione e messa a punto di una struttura vasta e molto ramificata sul territorio, dovendo guardare al sistema museale nazionale nel suo complesso”. In poche parole, il Ministero sta lavorando affinché il personale venga distribuito in maniera omogenea su tutti i luoghi della cultura statali, in modo tale da garantire una copertura anche ai musei più piccoli. Questa operazione avverrà anche alla luce delle prossime nuove assunzioni, in programma dal 15 settembre, con le quali saranno disponibili 1.053 addetti alla vigilanza. A queste poi seguiranno 400 assunzioni a dicembre e altre 1.053 nel 2023. Ne trarranno beneficio anche gli Uffizi, ma non saranno abbastanza per colmare le lacune di personale. E questo vale anche per altri musei: “dovremmo avere 100 custodi, ma sono 80. A settembre ne arriveranno 15”, dichiara al Corriere Paolo Giulierini, direttore del MANN di Napoli; “dovremmo avere un totale di 65 custodi. Adesso ne ho 24. Le cose miglioreranno moltissimo a settembre con l’arrivo di altri 18”, sottolinea Francesco Sirano, direttore del Parco Archeologico di Ercolano. Tornando agli Uffizi, la situazione è complicata anche dai pensionamenti avvenuti dal 2013 al 2022, ben 166, ai quali sono subentrati solo 34 nuovi ingressi. Come mai questo “sacrificio” agli Uffizi? Il Ministero ha dovuto irrobustire l’organico degli istituti che prima erano di competenza delle soprintendenze, e dell’assegnazione del personale di quattro nuovi musei autonomi. Data la situazione, Osanna sottolinea di aver consigliato ai direttori dei musei statali di utilizzare il personale dell’Ales, società in house del Ministero che si occupa di servizi museali, “per ampliare gli spazi aperti al pubblico, per rendere l’accoglienza sempre più adeguata alle necessità dei nuovi pubblici e sviluppare ricerche e conoscenza del patrimonio a cominciare dai ricchissimi depositi museali”. Vedremo se, come sottolineato da Schmidt, quello delle risorse umane nei musei sarà uno dei temi che affronterà il nuovo governo.
– Desirée Maida
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