Il caro bollette colpisce i musei. Le reazioni e le soluzioni
Con la stangata dell'aumento dei prezzi dell'energia, anche teatri, cinema e istituzioni museali sono in sofferenza in tutta Europa. Ecco come hanno reagito alcuni musei
L’esplosione dei prezzi dell’energia che minaccia di portare al collasso attività e amministrazioni in tutta Europa colpisce anche i musei. I bilanci già incrinati da due anni di pandemia e da organici sempre più striminziti sembrano infatti avere poche chance di resistere di fronte alla tempesta perfetta dell’accoppiata di aumento dei costi di energia e gas, cosa che ha portato in alcune parti d’Europa a rincari fino al 500%, come in Inghilterra. Nonostante le difficoltà, a fronte di diverse realtà costrette a misure estreme alcuni musei in Italia e in Europa stanno riuscendo a reagire: ecco come.
– Giulia Giaume
TARIFFE BLOCCATE PER IL TEATRO REGIO DI TORINO
“L’impatto è preoccupante e ancora non riusciamo a prevedere quanto sarà grande per un edificio che prima della crisi aveva consumi energetici per 800-900 mila euro all’anno”, ha detto a Repubblica il sovrintendente del Teatro Regio di Torino, Mathieu Jouvin. “Non abbiamo ancora chiaro quale sarà la spesa in futuro dal momento che abbiamo una tariffa energetica negoziata dal Consip che dovrebbe essere bloccata fino a febbraio. In ogni caso stiamo pensando a dei risparmi, pur sapendo che non si potrà abbassare più di tanto il riscaldamento per non mettere in pericolo la salute degli artisti e mi auguro che gli enti pubblici ci possano aiutare: abbiamo fatto tutti gli sforzi possibili, siamo al limite”. Ulteriore preoccupazione, ha detto, è che l’aumento dei costi scoraggi dall’andare a teatro per risparmiare qualcosa.
I MUSEI DI EMPOLI TENGONO DURO “A COSTO DEL FREDDO”
“Visitare i musei con sciarpa e guanti? L’auspicio è di non dover ricorrere a misure così estreme. Ma se dovesse esserci richiesto, perché no. Siamo tutti chiamati ad un sacrificio, anche piccolo, pur di salvare la cultura”, ha detto per parte sua la direttrice dei Musei di Empoli Cristina Gelli alla Nazione. Non ci sono ancora indicazioni da parte dell’amministrazione per l’inverno, ma “siamo abituati ad avere l’occhio al risparmio. I nostri musei non hanno pubblico ad ogni ora del giorno. Quindi i video li proiettiamo il minimo indispensabile, ad esempio. Laddove arrivano i visitatori, rendiamo gli spazi fruibili e illuminati. Trattandosi di immobili vecchi soprattutto per il museo della Collegiata, o dispersivi come il MuVe, l’unica azione da attuare in vista del freddo è quella di abbassare il termometro e mantenere il riscaldamento nelle ore di laboratorio. Così facendo si risparmia un minimo”, ha concluso la direttrice.
LA REAZIONE COLLETTIVA DEI MUSEI TEDESCHI
C’è preoccupazione anche in Germania per il caro bollette, soprattutto per il mantenimento del microclima per le opere. A differenza dell’Italia, però, le istituzioni museali e i luoghi della cultura tedeschi stanno discutendo pubblicamente di risparmio energetico su impulso del governo federale, che sta cominciando a tenere seminari e lezioni in materia anche nell’ottica sempre più stringente di una maggiore sostenibilità ambientale. Lo Städel Museum di Francoforte ricorre in parte all’energia geoterminca per illuminare le sale espositive, mentre il Museo Ludwig di Colonia punta a una curatela sostenibile riducendo i prestiti, evitando di stampare cataloghi e riciclando gli allestimenti. A Berlino, invece, già dallo scorso luglio sono stati lasciati al buio di notte edifici del centro storico come la Cattedrale, la Marienkirche e il Castello di Charlottenburg.
SOLUZIONI SOSTENIBILI: MATERIALI, LED E PANNELLI SOLARI
Ci sono diversi musei anche in Italia che si appoggiano a energie rinnovabili e strutture a spreco ridotto. Uno di questi, che vanta una attenzione alla sostenibilità fin dalla progettazione, è il Muse di Trento: oltre ad aver ricevuto fin dall’ apertura nel 2013 la certificazione ecologica LEED Gold, fa un ampio uso delle rinnovabili ed è costruito con tecniche e materiali sostenibili. Guardando allo spreco energetico delle vecchie lampadine, sono diversi anni che il Teatro alla Scala di Milano sta facendo uno sforzo in termini di sostenibilità energetica, e quest’estate, approfittando dei lavori di ripulitura del lampadario, sono state sostituite tutte le lampadine con led a basso consumo energetico. Si distinguono, lato risparmio energetico, anche il Mart di Rovereto e MMM Corones, che nel 2016 ha ottenuto la targhetta CasaClima, diventando il primo museo italiano in classe energetica A. Spostandoci a Torino, il Teatro Stabile cerca da anni di ridurre la propria carbon footprint, prima con la conversione alle lampadine a led e poi con i pannelli fotovoltaici, su spinta del PNRR. Nel frattempo il teatro chiederà al pubblico di “sopportare un grado in meno in teatro e abbiamo limitato l’acqua calda alle docce dei ballerini, togliendola ai rubinetti dei servizi igienici. Ma non abbiamo alcuna intenzione di fare tagli sugli artisti o sacrificare la programmazione a causa del caro energia”, ha detto il direttore Filippo Fonsatti a Repubblica.
IL SUPPORTO DELLA GEOTERMIA E DEL METANO ALLA CULTURA
Se si guarda alla conservazione delle opere e al riscaldamento/raffreddamento, alla neo-inaugurata Fondazione Rovati di Milano l’energia termica e frigorifera per la climatizzazione degli spazi è ottenuta mediante sistemi a pompa di calore ad acqua di falda, attingendo dalla generosa risorsa geotermica di cui dispone la città. Stessi benefici per le Ogr di Torino, che usano solo energia rinnovabile grazie agli impianti alimentati dall’acqua di falda, che attraverso pompe di calore consentono una maggiore efficienza energetica. La Reggia di Venaria invece vanta un impianto di cogenerazione (un motore alimentato a gas metano) che limita il contraccolpo del caro bollette – a discapito di una maggiore spesa nel pur doloroso gas – che permette di generare contemporaneamente due forme di energia: quella termica (cioè acqua calda utilizzata negli impianti di climatizzazione) e quella elettrica, di cui vengono vendute le eccedenze.
GLI INTERVENTI STATALI DEL PNRR PER PROMUOVERE L’EFFICIENZA ENERGETICA
Il Ministero della Cultura aveva infine selezionato pochi mesi fa 120 musei statali e siti culturali che beneficeranno di un fondo di 100 milioni di euro del PNRR per un maggiore efficientamento energetico: di questi, circa 6 milioni andranno alla Galleria Nazionale delle Marche di Urbino; più di 5 al Museo archeologico Nazionale di Matera; quasi 3,5 alla Galleria Borghese di Roma; 2,8 al Parco archeologico di Sibari; 2,3 alla Pinacoteca Nazionale di Siena; 2 al Parco archeologico dei Campi Flegrei e altrettanti al Parco archeologico di Ercolano; oltre 1,8 al Museo archeologico Nazionale di Firenze; 1, 6 ai Musei di Tarquinia e Cerveteri; e quasi 1,5 al Museo Nazionale Atestino di Este.
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