Quali le priorità per il prossimo Ministero della Cultura? Rispondono i nostri lettori
Molti i punti considerati fondamentali in un sondaggio rivolto ai lettori di Artribune. Dalle assunzioni all'istruzione, passando per l'importanza di un nuovo linguaggio
Quali temi dovrebbe affrontare da subito il prossimo ministro o la prossima ministra della Cultura? A fronte dei programmi culturali proposti dai diversi partiti, che potete trovare a questo link, i lettori di Artribune si fanno avanti con le proposte. Oltre seicento persone hanno infatti risposto al sondaggio realizzati sui nostri canali social, portando alla luce le necessità chiave del governo che uscirà vincitore dalle elezioni del 25 settembre. Dalle assunzioni all’istruzione, passando per l’importanza di un nuovo linguaggio, ecco alcune delle tematiche più significative.
– Giulia Giaume
LA TUTELA DEL LAVORO IN CAMPO CULTURALE
Come prevedibile, una grande preoccupazione dell’ambito della cultura è il lavoro. Tra contratti precari, concorsi pubblici magrissimi e rimandati di anni, organici sottodimensionati e gavette infinite per i giovani, i lettori di Artribune rimarcano come il problema, già urgente, sia diventato cronico e di primaria importanza. La situazione attuale costringe infatti i lavoratori a orari assurdi e stipendi da fame, mentre le istituzioni, dalle biblioteche comunali fino agli Uffizi, hanno lanciato un grido di allarme minacciando aperture ridotte o addirittura chiusure. Quanto grave e diffuso sia questo problema potrete scoprirlo in un’inchiesta ad hoc sul magazine cartaceo di Artribune di questo mese…
RINSALDARE IL LEGAME TRA ISTRUZIONE E CULTURA
Molti lettori e lettrici hanno poi portato all’attenzione pubblica il nodo cruciale del rapporto tra cultura e istruzione. È infatti percepita come impellente una maggiore presenza della cultura nel quadro dell’istruzione di I e II grado ma anche all’Università, sia per gli studenti sia per gli insegnanti. La preoccupazione è infatti rivolta alla necessaria apertura della cultura oltre gli ostacoli di censo o provenienza, con una particolare attenzione ai bambini, e allo stesso tempo al bisogno di corsi universitari che preparino meglio i professionisti al mondo del lavoro nel settore culturale, magari con progetti d’inserimento più efficaci e superando l’annosa questione degli stage gratuiti.
UN NUOVO LINGUAGGIO PER ARTE E CULTURA
Alfabetizzazione culturale, non solo digitale: lettori e lettrici di Artribune concordano nel sostenere l’importanza di un linguaggio aperto e inclusivo, ma soprattutto semplice. La lontananza creatasi tra cultura e pubblico, infatti, non farebbe che scoraggiare la frequenza dei luoghi dell’arte e non solo, separando ancora di più coloro che hanno accesso alla bellezza da chi ne è allontanato o privato. D’altro canto, sottolinea la readership, i musei dovrebbero anche stare attenti a non perdersi in una eccessiva “volgarizzazione” della cultura, proponendo progetti di poco valore. Un equilibrio difficile, ma fondamentale.
VENIRE INCONTRO AI GIOVANI ARTISTI
Che vengano dalle accademie o che siano autodidatti, i giovani dovrebbero poter accedere con maggiore facilità agli spazi espositivi per inserirsi nel mondo del lavoro, continua la readership di Artribune. Ma i problemi dei giovani non finiscono qui: oltre ai sopra citati problemi di impiego, stando al nostro sondaggio la precarietà non si esaurisce quando si trova un impiego, ma tra pressione fiscale e irregolarità lavorativa non c’è proprio requie, e si finiscono per favorire coloro che hanno alle spalle un patrimonio familiare.
RISCALDAMENTO ED EFFICIENZA ENERGETICA NELLA CULTURA
Come raccontato in un nostro precedente articolo, non sono pochi i musei italiani che vantano strutture energeticamente efficienti o che hanno stipulato accordi o partnership con compagnie private per far pesare il meno possibile il costo di questi servizi sui già magri bilanci. Certo, l’aggravarsi della crisi energetica e la mancanza di gas a livello europeo richiederanno misure ancora più rigorose e organizzate, ma data la gravità e pervasività del dibattito nelle scorse settimane, e sicuramente in quelle future, è difficile che il governo entrante non indirizzi la questione come prioritaria.
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